Ansia e attacchi di panico continui

Buonasera, vi scrivo perché non riesco più a vivere normalmente la mia vita a causa di attacchi di panico e ansia.
Il mio cagnolino ha 15 anni, da mesi soffre di insufficienza renale che ultimamente lo ha debilitato moltissimo, abbiamo iniziato a curarlo ma da quando mi sono resa conto che lo stavo per perdere ho iniziato a sperimentare forti disturbi emotivi.
Mi sento scoppiare, ho forti attacchi di panico che mi stringono la gola e mi fanno come la sensazione di poter perdere il controllo da un momento all'altro, mi pesano sul petto in modo indescrivibile. Sono sempre depressa, non ho più alcuno stimolo se non controllare in modo compulsivo che mangi, che vada al bagno e tutto il resto.
Sto sempre lì a domandarmi cose come: Quando morirà? Se morirà domani? Se muore io come farò? Come sopporterò la sua assenza? Se morisse e io non ci fossi? Se starò tanto male da non riuscire più a vivere? Se dovrò farlo addormentare perché troppo sofferente per continuare a vivere? E cosa farò quando sentirò il suo ultimo respiro? Come farò?.
Continuo incessantemente a domandarmi queste cose ed anche di più, senza riuscire mai a calmarmi.
Ogni pasto che deve fare per me è una sofferenza, finché non mangia ho l'ansia che mi annienta, una volta che ha mangiato mi tranquillizzo almeno un po' fino al pasto successivo. Mi sembra di stare su delle montagne russe e non so assolutamente come fare per vivere normalmente, anche l'idea di staccarmi da lui per andare a lavoro mi annienta.
Attualmente sono seguita dalla mia psicologa e psicoterapeuta esperta in psicologia analitica, ma cosa posso fare di più? Come posso calmarmi ed accettare la sua prossima scomparsa e morte senza distruggermi così ogni attimo e anzi godendo della sua presenza? Come posso accettare la sua morte? Aiutatemi a capirlo perché io sto impazzendo..

Agnes Turnbull scriveva: "La vita dei cani è troppo breve. Questa è la loro unica, vera colpa."
Il tuo è un dolore che tutti gli amanti dei cani hanno ahimè sofferto, ed è assolutamente naturale. E in quanto tale il mio consiglio è quello di concedertelo, non di evitarlo.
La situazione che descrivi però va un pò oltre alla elaborazione di un lutto (futuro). Quelli che descrivi in effetti sembrerebbero proprio degli attacchi di panico. Mi piacerebbe anche indagare un pò le domande che ti fai, che da come ne parli sembrerebbero alimentare un dubbio continuo. Domande alle quali cerchi di darti delle risposte, ma così facendo inneschi nuove domande entrando quindi in uno stancante e doloroso circolo vizioso.
Affrontare la malattia di un caro, e in questo caso direi che possiamo a tutti gli effetti definirlo tale, è sempre un evento molto delicato e doloroso. Sei già seguita da una terapeuta, quindi sono sicuro che sappia come aiutarti in un momento del genere. Se però devo dare una risposta al tuo "cosa posso fare di più?", in terapia strategica trattiamo da protocollo questo tipo di problemi e statisticamente prevedono uno sblocco del problema in tempi brevi. Non posso quindi che consigliarti di rivolgerti ad un terapeuta strategico qualora ritenessi fondamentale un altro consulto.
Un caro saluto, da un amante dei cani.
Per qualunque chiarimento resto a disposizione.