Dott. Francesco Favaretti Camposampiero

Dott. Francesco Favaretti Camposampiero

Psichiatra, Psicoterapeuta

Paura di essere lasciato dalla mamma

Da circa tre mesi il mio bimbo di 7 anni ha iniziato ama infestare una paura incontrollabile di essere lasciato dalla mamma. Quest' ansia da separazione non gli consente di vivere appieno le sue esperienze ne' di programmarne di nuove .la sua preoccupazione principale e' che io non abbia impegni che non lo coinvolgano e che pertanto no lo debba lasciare col padre o con altre figure familiari. Il nostro rapporto essendo lui primogenito e' stato da sempre molto esclusivo e referenziale evitando peraltro da parte mia eccessive intromissioni o condizionamenti. Di contro il padre, col quale il rapporto coniugale e' sempre stato complicato e basato su forte conflittualità ,non ha mai rappresentato una figura di riferimento bensì quasi un antagonista nell ' amore della mamma. La situazione nelle ultime settimane sembra precipitare di giorno in giorno; il bambino e' fortemente condizionato nelle sue azion dalla paura che la madre possa allontanarsi o perdersi ( o morire annegata , o avere un incidente e chi piu ' ne ha piu' ne metta; a tal proposito il bambino ricorda anche l' evento occorso alle due gemelline svizzere per cui la madre ancora le cerca); in piu' vive una sorta di regressione ritornando a modi infantili nel parlare e nel mangiare oltre a manifestare attacchi di rabbia. Da una prima valutazione emerge una problematica di tipo ansioso: non saprei come affrontare la cosa anche perché , ripeto, il bambino mi considera l' unica figura di riferimento con oneri e onori. Sarebbe opportuno cominciare un percorso di psicoterapia familiare e se si con o senza la presenza del bambino. Vorrei qualche consiglio in proposito anche sugli accorgimenti da seguire col bambin se acconsentire alle sue pressanti richieste o usare invece una linea piu ' dura . Vi ringrazio anticipatamente.
Gentile Interlocutrice, sono d'accordo sul fatto che il bambino stia vivendo un momento di ansia acuta, ma non è possibile - sulla base degli elementi forniti - pronunciarsi sui motivi scatenanti recenti né su quelli più datati e legati al suo carattere. Innanzitutto sarebbe necessario che il bambino fosse visto da uno psicoterapeuta (psicologo o psichiatra) e venisse anche fatta una valutazione sull'assetto familiare. Solo dopo questa fase potrà essere data una indicazione per una psicoterapia centrata sul bambino o per una terapia familiare. Per quanto riguarda l'atteggiamento da tenere col bambino, sarei del parere di evitare assolutamente la linea "dura" (se per questo si intende reprimere le richieste di rassicurazione del bambino) e invece di cercare il più possibile di accogliere le sue richieste e di parlare delle sue paure senza però farsene totalmente condizionare. Naturalmente questo sarà anche un tema da affrontare con lo psicoteraputa. Con i migliori saluti.