COSA POSSO FARE

Buongiorno. Ho bisogno di aiuto. Riassumendo: circa due anni fa ho iniziato ad intraprendere una relazione clandestina con un uomo che già conoscevo molto bene da circa 15 anni e con cui lavoravo. A seguito della nostra relazione ha lasciato la famiglia (cosa non chiesta da me, ma fatta di sua spontanea volontà), ma io non sono mai stata sicura di portare avanti la relazione, soprattutto a causa della disabilità di sua figlia e ho sempre maturato sensi di colpa in questo senso. Lui da parte sua sporadicamente aveva manifestato comportamenti strani nei miei confronti (gelosia soprattutto), ma che giustificava sempre col fatto che io fossi sempre insicura rispetto la nostra relazione. Comuqnue fino a 4 mesi fa ci siamo continuati a vedere, ma senza affrontare la convivenza che lui tanto desiderava e che comunque per me significava lasciare un posto di lavoro a causa della distanza. Per caso poi ho scoperto che per circa 1 anno (proprio mentre mi faceva sentire in colpa per non essere la donna che voleva affianco a sè per il resto della sua vita) andava su siti di incontro di ogni tipo. Naturalmente mi è crollato il mondo addosso (lui per me, a prescindere dalla relazione sentimentale, era sempre stato una grossa spalla) ed invece di chiedere perdono, ad oggi ancora asserisce che questo suo comportamento è stato solo il frutto di tutte le insicurezze che gli ho creato e che comunque non mi ha mai tradita.

La situazione però si sta complicando ancora di più, perchè io nonostante un tentativo iniziale di provare a vedere se la situazione era recuperabile, ora non voglio più continuare questa relazione che a mio avviso non ha più nulla della sua "bellezza" iniziale. Da quando ha capito che voglio troncare sono iniziate minacce del tipo che se si ammazza sarà solo colpa mia etc etc (ora lui vive solo), la cosa più grave è che alle ultime minacce mi sono spaventata, sono corsa da lui e l'ho trovato totalemente ubriaco e che si era inferto molti graffi su tutte le braccia con dei vetri rotti di bottiglia. Mi urlava contro cose senza senso.., ho avuto paura. Ho cercato di avvisare i suoi familiari, ma non ho avuto risposta. Dopo ore, sono riuscita a calmarlo e finalmente (forse) a convincerlo ad andare da uno psicologo (si tenga presente che oltre alla figlia disabile nella sua vita ci sono stati altri traumi quali il suicidio del padre, avvenuto circa 15 anni fa).

Ma appena mi ha detto si ok ci vado è partita una nuova condizione: ci vado se vieni con me altrimenti no. Ora io credo che "noi" non abbiamo bisogno di una terapia di coppia, ma bensì che lui facccia un percorso individuale, perchè vi assicuro che prima di questi assurdi episodi era una persona encomiabile e stimata da tutti. Dato che devo mettermi io in contatto con lo psicologo, secondo voi è il caso che ci vada da sola a spiegargli prima la situazione (lui è diventato anche bugiardo e nega anche l'evidenza) e che io devo riuscire a staccarmi?

Vi prego consigliatemi perchè mi sembra di vivere un incubo, dal quale non riesco ad uscire. Grazie in anticipo

Buonasera

Lei dice di non aver bisogno di una terapia di coppia, però nello stesso momento sta chiedendo aiuto ad uno psicologo. Inoltre sembra che solo lei in questo momento, ritiene che lo psicologo possa essere essere un elemento di aiuto verso il problema che descrive.

Le suggerisco di riflettere su ciò e valutare la possibilità di iniziare lei un persorso di sostegno psicologico, per poter gestire meglio questa situazione.