Temo fortemente per la mia incolumità e tutto ciò mi provoca stati ansiosi

Il tutto purtroppo parte dal rapporto conflittuale tra me e mio fratello, che non è circoscritto solo a noi due, ma si dirama anche nei confronti dei miei genitori. Da piccola avevamo un bel rapporto e lo ricordo questo, successivamente, non ho memoria però del perché, abbiamo cominciato a non parlarci più, nemmeno in casa, a non salutarci più nemmeno per strada (abitiamo in un paese piccolo ed è molto semplice incontrarsi negli stessi luoghi). Oggi ho 23 anni, ma questa situazione persiste da quando più o meno ne ho 12/13. Appunto, come anticipato, io e mio fratello non ci rivolgiamo parola se non per litigare, e litigare animatamente e anche violentemente da parte sua nei miei confronti. Il problema di tutto è proprio questo, che mio fratello è violento nei miei confronti e nei confronti dei miei genitori, violenze non solo psicologiche e verbali, ma anche fisiche a volte. Lui qualche anno più grande di me non ha mai voluto saperne di finire la scuola, non si svegliava mai per prendere in tempo il pullman è così ha abbandonato le superiori, non diplomandosi mai. SBAGLIANDO, e lo sottolineo, i miei genitori hanno deciso di avviargli un’attività per dargli un futuro e permettergli di costruirsi una vita, cercando di responsabilizzarlo e farlo maturare, ma tutto ciò ha avuto esattamente l’esito opposto. Mio fratello è cresciuto nell’ozio più assoluto, con la voglia di non far niente, nemmeno di impiegarsi nell’attività che va avanti grazie a mio padre che all’età di 60 anni, in pensione, tutti i giorni la porta avanti, cosa che invece dovrebbe fare mio fratello e non mio padre! Come se non bastasse ci sono frequenti liti tra mio padre e mio fratello per via dell’azienda e perchè mio fratello vive questo complesso di superiorità come se tutto lui sapesse e conoscesse (fandonia aggiungerei io). Il rapporto con mia madre è conflittuale così come lo è con me e mio padre, la tratta da schiava, le risponde male, non le porta rispetto e la aggredisce verbalmente. Inutile dire che tutto ciò a me strazia il cuore e mi fa vivere una vita di tensioni e di ansie. L’anno scorso, quando eravamo in pieno lockdown ho avuto il mio primo attacco di panico e da allora vivo con la paura tremenda di averne di altri. Nell’arco della giornata sento tensione e ansia che però credo di riuscire ancora a gestire. Oggi scrivo qui perché è successo un ulteriore episodio e credo di essere arrivata al limite. Volevo trascorrere una serata in compagnia del mio ragazzo in un’altra casa che abbiamo e mio fratello me lo ha impedito, perché sostiene di essere lui il padrone di quella casa (follia). Lui ha una storia conflittuale con la sua ragazza, fatta di continui litigi, di lascia e prendi e circa l’anno scorso si sono nuovamente lasciati, assistendo io ad un episodio raccapricciante che mi ha fatto pensare di vivere in casa con un pazzo. Lui, in preda da una crisi di gelosia, oltre ad averle gridato contro le peggio cose, le ha lanciato il telefono dall’altra parte della strada, urinandole anche addosso (quest’ultimo particolare raccontato da lei ma io non c’ero). Dopo tutto ciò, qualche mese fa, sono tornati insieme ma a quel che vedo nemmeno lei riesce a farlo ragionare, fargli capire che il rispetto nei confronti dei genitori e famiglia è alla base di tutto. Sono disperata, perché dopo oggi, dopo avermi impedito di mangiarmi una pizza tranquilla con il mio ragazzo a casa, piazzandosi lui in quella casa, c’è stata una furiosa lite tra lui e i miei genitori, e subito dopo tra lui e me. Io ho paura che non intervenendo e non facendo niente lui peggiori, arrivando a fare cose nei miei confronti o dei miei genitori che nemmeno voglio immaginare. I miei genitori dicono sempre di non volerlo più in casa, ma poi alla fine torna sempre e la situazione è tranquilla per qualche giorno e poi di nuovo punto e a capo. Mio padre è stressato per il lavoro, mia madre è avvilita dai suoi comportamenti ed io a 23 anni sento tutto il peso sulle spalle di questo fratello che mi sono ritrovata. Sono arrivata anche a pensare che se fossi stata figlia unica la mia vita sarebbe stata più semplice!

Arianna

Ha fatto bene a chiedere aiuto scrivendoci, tuttavia le dico subito che la situazione da lei descritta merita una attenzione che non può limitarsi ad una corrispondenza scritta. Le suggerisco di rivolgersi ad un professionista affinchè le possa dare il sostegno più adeguato per affrontare questa situazione. Le opportunità sono tante: nel Sistema Sanitario Nazionale ci sono i consultori familiari e i centri antiviolenza, ma potrebbe anche esserle utile rivolgersi ad un collega privato. Sappi comunque che una situazione di violenza come quella che racconta, difficilmente si risolve da sola. 

Gerardo