Dott. Giancarlo Gramaglia

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Dott. Giancarlo Gramaglia

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

Come recuperare la fiducia di mio figlio in se stesso e in me

Mio figlio di 6 anni in questo periodo è molto nervoso, strafottente, disubbidiente e fa muro anche come me (cosa che non era mai successa prima), si isola e tende a vivere in un mondo tutto suo, capita anche che dica di essere un buono a niente e che lo amo della sorella di 3 anni.
Ma facciamo un passo indietro...
L'anno scorso mio marito (dopo anni di non detti, un lavoro molto "invadente" e un mio "isolamento/depressione") ha deciso di trasferirsi dai suoi.
A questo punto è cominciata una fase di eterno tira e molla, che ancora non ha portato a nulla di definitivo.
Io a causa dello stress dovuto dalla gestione esclusiva dei bambini (lui li vede giusto un paio di ore al giorno a causa dei suoi orari lavorativi), il lavoro, cambio casa, e la situazione in generale ho spesso avuto i nervi a fior di pelle il che mi ha portata a scatti di ira e incoerenza sul metodo educativo (a volte troppo morbida perché mi spiaceva per la situazione, a volte troppo rigida perché nervosa e con le sensazione di solitudine e impotenza).
Inizialmente mio figlio ha avuto un'importante fase regressiva in cui si succhiava il pollice, voleva dormire nel lettone, mangiava le unghie, ciucciava la maglia (fatto che perdura tutt'ora).
Poi è passato alla rabbia, all'evidente frustrazione e ora alla disubbidienza. Dice di essere arrabbiato con tutti (anche se tendenzialmente è ed è sempre stato un bambino solare e affettuoso) è come se sotto la superficie abbia un mare di emozioni negative inespresse, come se si sentisse incompreso e abbia "rinunciato".
Io sto facendo un percorso di crescita e consapevolezza personale molto profondo e sto cercando di coinvolgere anche loro, vorrei che i e i miei figli facessimo un "salto di qualità" verso un futuro equilibrato e più sereno.
So che ci vorrà molto tempo e vorrei capire come cominciare a "riprendere il controllo" su mio figlio per accompagnarlo poi in questo percorso. Insomma come faccio a fare sì che lui si apra e mi permetta di aiutarlo? Come argino la sua rabbia durante il percorso? Come gli dimostro che ci sono? So che parte della risposta sta nella coerenza e nel tempo. Ma a volte è difficile. Quando provo a sedermi e parlargli e lui inizia a canticchiare, giocare ecc non è facile restare calmi e ottimisti.
Grazie

Gentile Claudia,

La separazione o il conflitto tra i genitori è un evento di difficile elaborazione per i figli che, in particolare data l'età di suo figlio, vivono in una fase di egocentrismo psichico, per il quale spesso temono di essere la causa, o di aver contribuito in qualche modo all'accadere dei fatti. E' molto bello tuttavia che lei voglia riacquisire una buona comunicazione con lui.

A volte potrebbe essere utile a tal proposito non forzare la mano, questo "riprendere il controllo" potrebbe essere trasformato in un desiderio di aiutare suo figlio a comprendere quanto sta accadendo, rassicurandolo sulla stabilità dei legami fiduciari con i suoi genitori. Il cambiamento di rapporto tra due partner determina certamente il riequilibrio dei legami familiari ma è importante che non interferisca con il rapporto genitore-figlio, affinché quest'ultimo possa sentirsi al sicuro.

Fatte queste premesse abbia fiducia nella competenza di suo figlio, sta cercando anch'egli un equilibrio dinanzi alle repentine trasformazioni che mi descrive. Potrebbe essere utile fornirgli lo spazio e l'agio che richiede per far sì che sia lui stesso a muovere la richiesta di chiarimento.

In caso di perplessità rimango disponibile per ulteriori chiarimenti.

Cordialmente,

dott. Giancarlo Gramaglia

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