Disturbo del comportamento e ritardo del linguaggio
Ho un bimbo di 5 anni con ritardo del linguaggio diagnosticato e un disturbo del comportamento non ancora convalidato ..sta facendo logopedia da un anno..e psicomotricità da 1 settimana ..non riesco in nessun modo a farlo colorare, scrivere ne tanto meno un'attività seduto..durante la mensa non mangia e disturba gli altri ..cosa posso fare per aiutarlo ..a settembre andrà a scuola primaria e non è proprio pronto
Capisco bene la sua preoccupazione, ed è assolutamente comprensibile che si senta in difficoltà di fronte a un bambino che fatica a stare fermo, a partecipare alle attività e che mostra comportamenti impegnativi, soprattutto sapendo che a settembre lo attende la scuola primaria. La situazione che descrive è complessa ma non senza vie di aiuto. Suo figlio sta già ricevendo due interventi fondamentali, la logopedia e la psicomotricità, e questo è un ottimo punto di partenza: sono percorsi che, nel tempo, possono incidere positivamente sia sul linguaggio sia sulla regolazione del comportamento. Tuttavia, è importante che il lavoro venga coordinato tra le varie figure che lo seguono, in modo che ci sia un progetto condiviso e coerente tra terapisti, scuola dell’infanzia e famiglia.
Il suo rifiuto per le attività sedute come colorare o scrivere non va forzato. A quest’età, e ancor più in presenza di un ritardo del linguaggio o di difficoltà di autoregolazione, il bambino ha bisogno di vivere esperienze corporee, ludiche e relazionali prima di poter sostenere compiti che richiedono attenzione prolungata e controllo motorio fine. Meglio privilegiare giochi che lo facciano muovere e contemporaneamente stimolino la comunicazione e l’attenzione condivisa, come percorsi motori, giochi con regole semplici, costruzioni, disegni su superfici grandi con pennelli o dita. L’obiettivo non è “farlo stare seduto”, ma aiutarlo gradualmente a tollerare l’attesa, la frustrazione e il rispetto dei turni.
Per quanto riguarda il comportamento durante la mensa, è probabile che il momento del pasto sia fonte di ansia o di sovraccarico sensoriale (odori, rumori, tempi imposti). Anche qui può essere utile un approccio dolce e graduale: offrirgli piccole quantità, evitare pressioni e valorizzare ogni minimo successo. Il lavoro di un terapista occupazionale o di un neuropsicomotricista esperto in regolazione sensoriale può essere molto utile.
Le suggerisco di parlare con il pediatra o con il neuropsichiatra infantile che lo segue per definire un piano integrato, che includa eventualmente una valutazione funzionale aggiornata in vista dell’ingresso alla primaria. Se emergerà la necessità, sarà possibile richiedere un sostegno educativo specifico o un percorso personalizzato. Non si scoraggi se ora sembra “non pronto”: con interventi mirati e continuità, i bambini possono fare progressi importanti in pochi mesi. La cosa più utile che può fare è offrirgli comprensione, routine prevedibili e tante esperienze di gioco condiviso, senza pressioni ma con fiducia nelle sue possibilità