Bambino di 4 anni e selettività alimentare

Buongiorno,
sono mamma di un bambino di 4 anni che attualmente frequenta la scuola dell'infanzia. E' un bimbo fin dalla nascita estremamente sensibile ed intelligente, inizialmente molto diffidente se inserito in contesti nuovi o con persone che non conosce e con tempi di ambientamento (anche a detta delle maestre) particolarmente lunghi.
E' stato allattato al seno per 5 mesi sempre con aggiunta di biberon che gradiva particolarmente, invece la poppata al seno lo stancava molto e diventava spesso infinita perchè si appisolava di continuo e per dargli il poco latte che avevo dovevo svegliarlo e stimolarlo, era diventato uno strazio.
Dopo uno svezzamento relativamente facile (a 6 mesi) in cui accettava di buon grado la maggior parte dei cibi, ha iniziato molto presto (subito dopo l'anno di età) a rifiutare la maggior parte dei cibi, accettando prevalentemente cibi dolci e pappe solo frullate.
Il bimbo ha iniziato l'asilo nido ai 18 mesi e continua tuttora, all'eta di 4 anni, nella stessa struttura la scuola materna.
Il periodo di inserimento è stato difficile e lungo, il distacco la mattina è sempre stato abbastanza delicato e da subito ha iniziato a rifiutare il cibo dell'asilo tanto da accettare solitamente solo pane e biscotti e yogurt. A casa mangiava un pò di più, ma sempre limitatamente ai cibi a lui graditi (solo alcuni primi piatti). Sporadicamente all'asilo assaggiava minestre o risotti e pizza.
In tutto questo tempo non è mai andato particolarmente volentieri all'asilo, anche se le maestre mi riferiscono che in classe è sereno, sebbene timido in situazioni in cui l'attenzione ricade su di lui, ma con i compagni gioca volentieri e si è integrato bene.
Premetto che circa verso i suoi 2 anni di età, ci siamo confrontati anche con una psicoterapeuta infantile che ci ha dato dei suggerimenti per affrontare il suo disagio ma non ho notato dei grossi cambiamenti nel suo comportamento alimentare.
In questi ultimi mesi, a casa, ha iniziato ad assaggiare cibi che non aveva mai mangiato, anche qualche secondo piatto, qualche frutto non frullato, ma mai con l'entusiasmo o la curiosità di farlo e sempre dovendolo pregare di mangiare.
Se fosse per lui mangerebbe solo gnocchi con ragù, pizza e toast per pranzo e cena.
Ci sono anche altre situazioni in cui rifiuta il cibo che per lui non è familiare, per esempio durante pranzi dai nonni in compagnia di altre persone (cugini,zii) o se siamo fuori.
Ultimamente, con la ripresa della scuola, mi chiede appena sveglio che cosa c'è da mangiare per pranzo, e mi dice sai mamma, quando ero piccolo mangiavo ma ora non mangio più perchè non mi piace... sembra che si senta a disagio a non mangiare, e che la situazione gli crei dell'ansia. Ogni tanto dice sai oggi mangerò e i miei compagni mi chiederanno come mai mangi? Anche se poi la situazione non si avvera...
Sinceramente avrei bisogno di un consiglio su come affrontare questa sua difficoltà, ormai è un bimbo con cui si può parlare molto bene, non so se affrontare il discorso per capire cosa c'è che lo spaventa oppure far finta di niente e non toccare l'argomento cibo.
Vorrei poterlo aiutare ad aprirsi e fidarsi e anche aiutarlo nel sentirsi più sicuro in situazioni diverse.
Grazie

Da un punto di vista evolutivo pediatrico parrebbe che il bimbo abbia privilegiato nella prima infanzia dei cibi molto energetici. Poi si sia abituato a certi sapori concedendosi dei sporadici assaggi ma solo in scuola materna. Potrebbe sembrare da un punto di vista psicologico che abbia messo in atto un precoce processo di individuazione e opposizione che ha usato il cibo selettivo come strumento. Questa è  un ipotesi di lettura psicodinamica osata in mancanza di un analisi approffondibile con un colloquio clinico. Colpisce l intento di sperimentazione degli assaggi e della lucidità comunicativa con cui li verbalizza, manifestando un intenzione di contatto e nel contempo la volontà  di continuare il ruolo di burattinaio dei rapporti familiari. Nello stesso tempo è un ruolo faticoso , dato che é  inevitabile che si confronti con i compagni, ed una richiesta di aiuto