Dott.ssa Gilda Di Nardo

Dott.ssa Gilda Di Nardo

Psicologa, Psicoterapeuta

Bipolarismo e relazioni interpersonali

Salve,
Vi scrivo, perché non so più dove sbattere la testa. La mamma del mio ragazzo soffre di bipolarismo da praticamente sempre, ma la sua situazione si è aggravata negli ultimi 10 anni.
A seguito di una sua crisi molto forte, questa estate, in cui ha aggredito il marito fisicamente, anche le cose tra il mio fidanzato e me, hanno iniziato ad incrinarsi e gli stessi identici problemi si erano presentati lo scorso anno, nello stesso periodo.
So che le persone affette da bipolarismo hanno delle fasi "cicliche" di up e down, e mi sembra che le "crisi esistenziali", che affliggono il mio fidanzato accadano in corrispondenza di quelle della madre.
Quello che volevo chiedere è: c'è una possibilità che anche lui possa sviluppare questo disturbo? Come posso eventualmente riconoscerlo? E' possibile che la situazione in casa riesca ad influenzare così tanto il nostro rapporto? Ho provato a suggerirgli un percorso di psicoterapia (io stessa ne ho seguito uno a seguito di un grave lutto e pensavo potesse aiutarlo), ma non vuole sentirne parlare. Ora è chiuso in se stesso e ha allontanato sia me che gli amici dalla sua vita.

Parlando con questi ultimi, mi confermano che lui soffre molto di questo e che isolarsi è il suo modo per affrontare la cosa. Come posso comportarmi in questa situazione? E' un problema che fa soffrire anche me, perché ci sentiamo tutti i giorni, ma non ci vediamo ormai da due mesi.
Vi ringrazio in anticipo e spero di aver spiegato in maniera chiara il problema.

Cara Francesca,

immagino che sia una situazione caotica e svilente. Purtroppo situazioni come quelle che riguardano la mamma del suo ragazzo finiscono sempre col segnare il nucleo famigliare principale e quello allargato. Non è detto che il suo ragazzo soffra dello stesso disturbo ma potrebbe anche soffrirne, ciò che è molto probabile è che essendo comunque stato esposto a un modello patologico porti con in sè dei tratti del disturbo stesso ed anche tutti i modi che ha appreso per difendersene ( vedi l'isolamento). Tuttavia non credo che lei possa avere o padroneggiare gli strumenti per comprenderlo ( anche perchè le sfumature del disturbo sono notevoli) e darle indicazioni a riguardo mi fa credere che le farebbero solo vedere il disturbo in ogni dove, anche perchè ovviamente questa è una sua paura. Credo abbia fatto bene a consigliare una terapia al suo ragazzo ma se lui non vuole in effetti non servirebbe a molto. Ha pensato magari ad una terapia di coppia mirata proprio ad affrontare la vostra relazione rispetto a questi momenti di crisi, magari lui si sentirebbe meno etichettato e in effetti lei troverebbe sostegno rispetto al vostro rapporto. In questa sede e con la scarsità di dettagli che essa consente posso solo aggiungere purtroppo quel disturbo crea una situazione di "On-OFF" relazionale e chiunque stia intorno si ritrova a vivere questo stato lei compresa. E' faticoso e doloroso ma inevitabile e toccare certi equilibri o forzarli è rischioso. Se il suo ragazzo dovesse rifiutare anche la possibilità di una terapia di coppia, provi allora lei a considerare delle forme di autosostegno per i momenti in cui le tocca ( di conseguenza a tutta la situazione) stare off e approfitti epr dedicarsi a sè, se tuttavia sente che il peso cresce provi allora lei stessa ad affidarsi a qualcuno, magari epr sporadiche consulenze di sostegno in cui potrà alleggerirsi del carico e magari trovare indicazioni mirate e a fuoco sulla situazione e il momento che sta vivendo. Spero intanto di esserle stata d'aiuto. Un caro saluto.