Dott.ssa Gilda Di Nardo

Dott.ssa Gilda Di Nardo

Psicologa, Psicoterapeuta

Quanto dura la fase adolescenziale?

Salve,
ho una figlia tra poco ventenne e da quando aveva 18 anni è andata a vivere con il padre sull'onda di una lite tra lei e me.
Mi mise le mani addosso e mio marito, che fino ad allora non era mai intervenuto, si mise in mezzo dietro mia richiesta e lei lo spinse cosa che lo fece andare in bestia e lui gliene disse di tutti i colori.

Lei dice che lui lo ha perdonato dal giorno dopo perché per lei è come un padre, ma che non riesce a perdonare me per non averla difesa. (lui l' ha solo sgridata ma era arrabbiatissimo) Così chiamò il padre che venne a prenderla. Per un anno, nonostante le mie ripetute insistenze, lei non ha voluto sapere di me, poi improvvisamente rispose ad un sms e andammo a cena insieme.

Tutto liscio fino a quando un mese fa, dopo un anno dalla ripresa del nostro rapporto, siamo riandate sull'argomento. L'ho sentita ancora piena di risentimento nei miei confronti e da allora ha iniziato a non chiamarmi più. Ora è all'università. Almeno all'apparenza felice di starci, perché mi disse che non vedeva l'ora di andare via da casa di suo padre dove non ha un buon rapporto con la moglie. Il padre ed io non ci parliamo da quel giorno in cui è andata via da casa mia e di mio marito. Precedentemente avevo sempre cercato di mantenere dei rapporti più che soddisfacenti con lui, non escludendolo mai dalla vita di nostra figlia, tanto da credere che lui per me, fosse diventato un fratello. Pensavo fosse il periodo dell'adolescenza ma mi chiedo fino a che età dovrà durare questo calvario per me? Mi manca moltissimo. Premetto che l'ho resa indipendente e così è, che l'ho sempre ammirata per tutto quello che fa, sa che la amo incondizionatamente perché gliel'ho dimostrato in tantissimi modi e continuamente. Mi ha scritto una lettera meravigliosa all'ultima festa della mamma in cui mi diceva che sono la sua forza e che illumino le sue giornate, che sono la donna che vuole diventare, il suo punto di riferimento, la sua felicità.

Che mi ha visto guardarla con gli occhi adoranti e combattere battaglie che chiunque avrebbe definito impossibili, che mi ha visto tenace difendere i miei valori e che ha capito che presto sarebbero diventati i suoi e chiesto perdono perché non riesce a dimostrarmelo tutti i giorni! Devo stare tranquilla? Passerà questa fase? Quanto durerà ancora? Io vorrei poterla chiamare anche solo per fare una chiacchiera o parlare del bel tramonto che guardo dalla finestra, o sapere semplicemente cosa fa...
Ora sono quattro settimane che non ci sentiamo. Non ha risposto alle mie telefonate e mi ha detto che mi avrebbe chiamato lei, cosa che non ha fatto nemmeno ora che è tornata per il ponte dei Morti e dei Santi. Sono delusa, triste, arrabbiata a volte. Le ho chiesto prima e anche utlimamente cento volte scusa e perdono per non aver capito quanto avesse sofferto, così dice lei, che non lo avevo capito. Inviato poesie d'amore...mandato un regalo al suo compleanno dei 18 anni (in cui non mi ha invitato) che sapevo le avrebbe fatto piacere. Infatti è una borsa che porta sempre...con una lunga lettera dentro...
che fare? sono tentata di non fare nulla questa volta...ma è durissima. Io la amo infinitamente. Grazie a chi mi risponderà. Sono una mamma affranta nel vero senso della parola.

Cara Simonetta,

mi mancano i dettagli per capire a fondo come si sia creata questa frattura fra lei e sua figlia ma comunque è evidente che è una situazione dolorosa. Credo che lei abbia già la risposta ma come dice lei è dolorosa, purtroppo se vuole rispettare il volere di sua figlia deve provare a mantenere le distanze e magari dare ogni tanto segnali di presenza. La fase adolescenziale sta per terminare ma da quando racconta pare che ci sia qualcosa di più profondo di un semplice comportamento oppositivo adolescenziale, non so se qualcosa che riguarda problematiche di sua figlia o della vostra storia famigliare. A volte comunque le distanze per quanto dolorose servono a ristabilire gli equilibri e a riprendere poi con serenità. Se crede provi a chiedere qualche consulenza psicologica per ricevere ascolto e magari indicazioni su una modalità comunicativa adeguata. Un saluto