Dott.ssa Gilda Di Nardo

Dott.ssa Gilda Di Nardo

Psicologa, Psicoterapeuta

Gelosia del passato e rabbia incontrollata

Ciao a tutti. La mia storia è molto sofferta, violenta, turbolenta nonostante la mia età. Ad oggi mi ritengo una persona molto matura, empatica, sensibile, selettiva, molto autocritica, ma al tempo stesso non ho molta autostima, ho molte insicurezze, a volte riesco a fidarmi delle persone completamente, altre volte invece mi sento presa in giro, come se tutti facessero qualcosa alle mie spalle.

Ma sono qui perchè ho bisogno di un aiuto, di sfogarmi e confrontarmi, ho già fatto terapia varie volte (6 psicologi diversi) per brevi periodi (5-3 mesi), notando notevole miglioramento, ma economicamente adesso non mi è più possibile.
I miei genitori si sono separati quando avevo 7 anni, perchè abbiamo scoperto mio padre tradire mia mamma, lo abbiamo colto sul fatto. Non vi dico nemmeno cosa è successo quel giorno: botte, coltellate, bastonate, urla, carabinieri, tutto sotto i miei occhi. Da li il calvario, 15 anni di guerra legale, denunce di violenze, depressione, una vita nomade tra la città di mio padre e quella di mia madre, bullismo a scuola, attacchi di panico, autolesionismo, violenza psicologica e fisica da parte di mio padre durante l'adolescenza.

In tutto ciò la mia autostima era sempre più a terra, non avevo amici, ero instabile, ero insonne, nervosa, sbalzi di umore, mi picchiavo, mi davo pugni e mi strappavo i capelli, mi vietavo di mangiare, a volte mi tagliavo le braccia, mi stringevo le mani al collo e in adolescenza mi sono data sessualmente come per punirmi, per fortuna è durato poco. Una vita tremenda. A 18 anni conosco lui, che allora aveva 30 anni. Ci mettiamo insieme subito, lui innamoratissimo, completamente perso, romantico, passionale, sembrava fin troppo perfetto, e per questo come autodifesa, non mi lasciavo andare ai sentimenti, avevo e ho paura dell'abbandono, mi diceva che ero bellissima, che ero tutto ciò che aveva sempre desiderato, ma ovviamente non l'ho mai creduto fino in fondo.

Dopo qualche mese di relazione ho cominciato a manifestare la mia rabbia, i miei attacchi di panico e cominciai a essere violenta anche, davvero, nella mia vita. Nelle nostre discussioni spesso tiravo oggetti, sbattevo le porte, gli tiravo le cose addosso e ahimè, lo picchiavo, e non vi dico come stavo mentre e anche dopo. Mi sentivo uno schifo, una merda, vedevo mio padre in me e mi odiavo. Infatti, così per due anni, lui mi ha lasciata. Me lo aspettavo, ma ovviamente era l'ennesimo abbandono della mia vita, di nuovo. Lo amavo alla follia, lo amo ancora oggi.

Son caduta di nuovo in depressione in quel periodo, e l'unico modo immaturo per stare o credere di stare meglio, è stato gettarmi nelle braccia di un altro. Ho sofferto come non mai nella vita, perchè per la prima volta non si parlava dei miei genitori, ma della persona che amavo e che ho perso a causa mia. Mi lasciò nel 2015 e a maggio 2018 ci siamo, inaspettatamente e incredibilmente, rimessi insieme.
Non parlavamo nè ci salutavamo più, io ho anche avuto un altra storia nel 2017. Ma pensavo sempre lui, sapevo nel profondo che nonostante non c'era assolutamente più contatto, di amarlo e che ricambiava anche se è stato più orgoglioso di me.

Così, un giorno ho pianto di fronte mia mamma e le ho detto la verità, lei prese coraggio e andò a parlare con lui dicendole che le porte erano aperte. Siamo quindi tornati insieme, come se questi tre anni lontani non ci fossero mai stati. Come se fisicamente e mentalmente non ci fossimo mai lasciati. Trovai la casa per come l'avevo lasciata nel 2015. Lui non aveva permesso a nessuna donna di entrare nella sua vita, ha avuto qualche avventura di una notte e una frequentazione breve con una ragazza, ma non ne voleva sapere. E qui il punto.
Io sono gelosa del suo passato, un pò per le insicurezze, un pò perchè mio padre ha sempre avuto il vizio delle donne. Quello che più mi fa incazzare, è che lui è stato anche a letto con donne fidanzate e sposate, giustificandosi che ai tempi era single e che a sbagliare erano queste donne, e non lui. So che è un discorso logico, ma onestamente non lo accetto, su nessuno. Non sbaglia solo chi tradisce, ma anche chi ci va, pur sapendo la condizione famigliare dell'altro. In lui rivedo sia mio padre che la sua amante di allora e di tutte le altre successive. Mi fa schifo questa cosa. Non si fa, non lo accetto. Non accetto che lui mi dica che era single e libero di scopare donne sposate.

Non immagina nemmeno cosa potrebbe creare in quella famiglia se venisse scoperto, cosa potrebbe provocare ai figli di queste coppie. Non si può fare tutto, solo perchè si è single. Abbiamo avuto una litigata pesante qualche giorno fa e io, nonostante mi fossi promessa di non farlo più già nel 2015, sono stata di nuovo violenta, sia con le parole, offendendolo, sia fisicamente, dandogli uno schiaffo e dimenandomi mentre mi teneva. Mi sono anche data dei pugni in faccia perchè in quel momento ho pensato ''fai male a te, non a lui''. Lui è stato male, ma è rimasto cosciente ed è riuscito a farmi calmare dopo due ore, rimanendomi accanto. Il giorno dopo mi sono scusata, mi sentivo e mi sento ancora uno schifo. Lui ha detto che capisce il perchè, ma che questa sarà davvero l'ultima volta. Io ho provato a fargli capire che quello che ha fatto, nonostante non eravamo fidanzati in quel periodo, mi fa vomitare, in quanto motivo e perno della rottura della mia famiglia e causa di anni di sofferenza.

Che è difficile oggi fidarsi del prossimo, è difficile trovare i valori nelle persone e che io questo nel mio ragazzo non lo accetto. Non posso pensare che lui è stato per qualche altra figlia/famiglia, il pezzo di merda che ha ceduto alle avance di una donna sposata, che non portava rispetto al marito. Non so se mi spiego, sarò esagerata, ma se qualcuno sta leggendo, per favore, non fatelo. Non tradite la fiducia di chi vi sta accanto, piuttosto lasciatelo. E soprattutto, non andate a letto con gente fidanzata, non sapete nemmeno che dolore potreste causare nell'altra persona.

Comunque, vorrei consigli su come gestire la rabbia, su come accettare tutto ciò. Ovviamente ho tagliato moltissimo, ho cercato di farla il più breve possibile. Se dovessi dire tutto, dieci pagine non basterebbero.

Grazie.

Cara Rebecca,

così giovane e già così piena di brutte esperienze, mi spiace davvero. Purtroppo quando la vita non ci lascia in pace sin da piccolissimi è dura procedere sul nostro cammino in modo sereno. Mi sembra di intuire che purtroppo le sue vicende famigliari finiscono troppo con l'intaccare le sue possibilità di relazioni e che lei in qualche modo oramai ha un'alta sensibilità verso tematiche come la fiducia, il tradimento, la menzogna. Purtroppo brutte esperienze hanno segnato lei non lasciandola vivere serenamente ma spesso in preda alla rabbia e all'ansia e riversa questo anche nelle sue relazioni intime. Per questo mi viene da dirle che riprendere una psicoterapia sarebbe importantissimo; leggo che esigenze economiche non la supportano in tal senso, provi a rivolgersi alla asl di zona o a professionisti che come me si sono aperti a tariffe solidali, più accessibili. Il lavoro sulla rabbia, sulla paura dell'abbandono e quindi anche sulla fiducia richiedono un supporto costante e con le ferite profonde che lei ha subito è necessario. Temo che da sola possa solo disorientarsi di più e invece, ancor più a soli 23 anni credo che abbia il diritto di respirare un po' di aria sana. Se proprio non crede o non può iniziare decisamente una psicoterapia ( cosa per me decisamente indicata e necessaria) innanzitutto allora riparta da sè stessa non si chiuda nel concentrarsi su queste feriite e storie che la ossessionano e si interroghi su quale senso vuol dare alla sua vita che direzioni prendere e che vuole essere lei nelle relazioni ancor prima di sapere cosa può arrivare dall'altro. So che non sono cose facili e se poi ci si mette di mezzo la rabbia lo sono ancor meno, anche per questo credo proprio che un supporto  sia indicato. Comunque cerchi la gradualità nelle cose e nelle relazioni, chi ha subito precoci ferite e delusioni e ha sofferto tanto  ( anche perchè nel suo caso immagino a tutto ciò si aggiunge il senso di colpa dei momenti di rabbia) ne ha bisogno e non si arrenda, può ancora scegliere se essere vittima di tutto ciò che le è successo o provare ad essere protagonista della sua vita, sena dimenticare nulla ma conquistando la libertà e chi è troppo arrabbiato e ferito, raramente è libero. So che proprio perchè è così in difficoltà con la rabbia, con la storia di suo padre, con la storia di questo compagno così importante per lei sente la necessità di concentrarsi su queste cose ma non si perda di vista, anche se fin ora purtroppo la vita non gliel'ha forse mostrato c'è tanto al di là della rabbia e della paura dell'abbandono. Se intanto vuole aiutarsi esistono on line siti che parlano della gestione della rabbia ed anche alcuni libricini ( anche ebook se li usa), cerchi ad esempio quello di James lee King. Se crede mi riscriva pure.