Dott.ssa Giovanna Lentini

Dott.ssa Giovanna Lentini

Psicologa, Psicoterapeuta psicoanalitica

Papà perché ci hai abbandonate? perché non mi hai cercato?

Buongiorno, finalmente potrò avere una risposta al dubbio che mi tormenta da 20 anni. 20 anni fa ero una tossicodipendente (usavo esclusivamente eroina), mentre il mio compagno di allora usava esclusivamente cocaina. Premetto che è diventato il padre di una bellissima ragazza che oggi ha 19 anni. Premetto che questa figlia è stata voluta fortemente da entrambi, ma molto più da me. Dunque rimasi incinta di quest'uomo che ....per le sue “allucinanti visioni“ mi abbandonò. Egli più volte aveva “visto e sentito“, cose mai esistite. Diceva che lo tradivo persino dentro casa, diceva di sentire le mie parole d'amore, i miei godimenti, nella stanza accanto, ma ovviamente non c'era nessuno. Non c'è mai stato nessuno oltre a lui. Speravo sempre che il giorno dopo, passato l'effetto della cocaina, si rendesse conto da solo che quei “film“ li creava la sua mente, ma mi sbagliavo. Ogni giorno che passava mi tormentava con i suoi attacchi di gelosia. Rimasi incinta e al quarto mese di gravidanza scomparve dalla mia vita... Il dolore dell'abbandono fu atroce, ma andai avanti con l'aiuto di mia madre e dei miei parenti. Nacque una bellissima bambina, sana soprattutto. Dalla nascita ai primi tre anni di vita, non usai più droghe.... ma cercai più volte il padre perché si rendesse conto da solo che quella era davvero sua figlia. Si assomigliano talmente tanto che a dire di tutti, non era necessario fare il test di paternità. Alla fine nemmeno lui me lo chiese mai. Il primo incontro: M., aveva circa 6 mesi, e lui la guardava amorevolmente, accarezzandola come fosse un bocciolo di rosa. Poi prima di salutarci, piombò nuovamente il dubbio. Di nuovo quella domanda: “ Ma dimmi la verità... tu quel giorno mi hai tradito, tu avevi l'amante...“. Dio mio, dissi, ancora con quelle visioni? Possibile che dopo tutto questo tempo ancora ci credi?.... Andai via avvilita, presi il mio fagottino e scappai da lui. Non era il padre adatto per poter crescere insieme una figlia. Non lo cercai, non mi cercò... dopo due anni, però ci incontrammo di nuovo. Dicevo a me stessa: forse questa è la volta buona. La situazione non mutò. Nonostanze le sue promesse di volersi prendere le sue responsabilità di padre, mi ripetè la stessa e identica domanda: “ Ma dimmi la verità... tu quel giorno mi hai tradito“! Lo guardai basita e rattristita, provando pena per lui. Aveva rovinato la sua vita per un'ossessione. Non lo cercai più. Nel frattempo ebbi qualche altra ricaduta, periodo di eroina e periodi di calma assoluta, ma per la prima volta mi resi conto che non potevo farcela da sola. Con l'aiuto del SERT, andai in una comunità per ragazze madri e la mia bambina cresceva insieme a me...ristrutturandomi totalmente. Con l'aiuto di psicologi e terapeuti: non nascosi mai la verità a mia figlia. Lei sapeva di avere un padre, un padre che le “inviava“ dei giocattoli a Natale o in altre festività, ma sapeva che il padre lavorava lontano da noi..... crebbe cosi'... con qualche verità in più a seconda della sua età. Fin quando.... gli raccontai la completa verità. Fu il giorno della sua prima comunione! Gli spiegai che la mamma era stata una drogata ma che per amore suo, decise di entrare in comunità, che quel passaggio lo facemmo insieme e che col suo aiuto, oggi aveva una madre che stava bene, che era rispettata da tutti e che lavorava. Gli spiegai che aveva un padre, che probabilmente era stato meno fortunato di lei, perché dalla droga difficilmente si esce, se non aiutati “psicologicamente“, gli spiegai che quei giocattoli non erano del padre.... ma mai una parola di odio o di rancore nei confronti del padre. Ma torniamo al giorno d'oggi: - Agosto 2013 Non bastavano i lutti e le sofferenze subite, non bastava aver perso due fratelli giovanissimi, non bastava aver perso mio padre a solo 54 anni.... no! Un'altra disgrazia si stava battendo sulla mia piccola famiglia.... e dopo qualche mese d'attesa, ecco la diagnosi. Mia figlia all'età di 19 anni ha la sclerosi multipla. Non sto qui a dire il dolore che provo dentro, non sto qui a raccontarvi le paure di una madre. Arrivo subito al punto: Mia madre, perno importante di tutti questi anni, durante la malattia di mia figlia, quando ancora si pensava che potesse essere un tumore al cervello, o ancora peggio una di quelle malattie rare... fece tutto da sola. Contattò il padre di mia figlia, ricordandogli che aveva una figlia che aveva bisogno di conoscere il padre.... e dal dire al fare, passarono meno di una settimana. Lui, con la moglie ed il figlio, venne a “conoscere“ la figlia. Tra virgolette “cooscere“, perché con gli anni la moglie aveva saputo qualcosa riguardo alla mia gravidanza (leggendolo da alcuni atti processuali, dopo anni e anni di carcere del marito)! Lui le aveva sempre mentito, forse per paura di perdere sia la moglie che il figlio. Fino al giorno prima, la moglie sapeva che era nata una bambina, in una storiella di poco conto, ma che non era detto fosse realmente sua figlia. Ma quando R. la vide, disse: “ E' suo padre, è chiaro, sono due gocce d'acqua“. Il fratello era felicissimo di abbracciare la sorella ... il padre era come dire “ preoccupato?“.... e si, era proprio preoccupazione che la verità venisse a galla. Io e R., ci appartammo un attimo con la scusa di prendere un caffè: mi trovai una donna che aveva bisogno di risposte certe. Ed era giusto! Raccontai l'esatta verità tirando fuori delle vecchie foto dei loro pochissimi incontri. Lui e la bambina a 6 mesi, lui e la bambina a 2 anni e stop. R. mi guardò e mi chiese: allora lui l'aveva gia' conosciuta? - Si, risposi. Ma scusa, lui ti porta a casa mia e non ti dice nemmeno che l'ha vista per due o tre volte?... Diventò rossa, cambiò colore.... prese le foto e tornò nella stanza dove c'era lui, col figlio e la “figlia“...gli lanciò le foto e gli disse di guardarle attentamente. Lui, disse : si, be e allora? Non potevo dirtelo, avrei rovinato la nostra famiglia..... Ci guardammo stranamente tutti, cioè tu per 19 anni ti sei tenuto tutto dentro? e non prepari nemmeno la tua famiglia ???..... La situazione si risolve, diciamo. Mia figlia viene invitata a trascorrere un paio di giorni con loro .... e conosce l'intera famiglia del padre: Nonna, zii, cugini, cugine.... una famiglia intera, non come la mia! M. sta meglio, sente che quei vuoti si stanno riempiendo e la dottoressa che la segue, mi ha raccomandato. Miriam non deve cadere in depressione, deve stare a contatto con gente positiva, non deve subire traumi negativi. M. sta vivendo un sogno, il suo sogno. Le frequentazioni col padre, col fratello diventano sempre più frequenti (mon abitiamo nella stessa città).... fino a quando ... è lei stessa che pone la domanda al padre: “ Papà perché ci hai abbandonate? perché non mi hai cercato? .....“ Sottolineo che mia figlia sa tutto di me, anche di quella esperienza “allucinogena“.... e il padre, ripeto a distanza di 19 anni, nonostante non sia più un cocainomane da tantissimo tempo, con una vita di carcere alle spalle, con una grave malattia che ha colpito anche lui, con i segni dell'età .... l'accarezza e le dice: “Tesoro mio, tua madre mi ha tradito più volte, io l'ho vista, io l'ho sentita..... tua madre è stata solo un'avventura, ma tu sei mia figlia e dobbiamo recuperare tutti questi anni“. Rientrata a casa, mia figlia, ha un atteggiamento diverso nei miei confronti, un po' come dire distaccato... capisco che c'è qualcosa che non va e le chiedo. Mi sento dire: “Mamma anch'io ho avuto delle risposte, ma so che papà se ne è fatto una realtà“... Non ho parole, sono confusa. Un'allucinazione, una visione può avere creato un danno così importante nella vita di quest'uomo??? C'è qualche rimedio? Non per me, ma per il rapporto che si sta costruendo con M. Io me ne sto alla larga. Scusatemi se mi sono dilungata troppo, ma per spiegare meglio ho dovuto per forza di cose, raccontare alcuni passaggi fondamentali. Spero di poter ricevere delle risposte da voi, da persone che hanno esperienza. Cordialmente N.V.

Cara Nadia, hai vissuto sicuramente un’esperienza forte e dolorosa che ancora è fonte di dolore e preoccupazione. Non è facile capire, solo dalla descrizione, quale possa essere il vero disagio di quest’uomo, certamente le droghe influenzano lo stato mentale di una persona, ma da quello che tu racconti potrebbe trattarsi anche di altro, cioè di un disturbo più serio che l’uso di sostanze stupefacenti ha amplificato. Per quanto riguarda il rapporto tra quest’uomo e tua figlia, la cosa più importante, secondo il mio parere, è che la ragazza capisca che il padre è prima di tutto un uomo che ha avuto e probabilmente ha ancora delle difficoltà. Miriam è abbastanza grande da comprendere le cose, quindi, cerca di spiegarle i fatti con semplicità e onesta ed anche con cautela. Del resto sei la madre ti conosce da sempre e sono certa che avrà la capacità di valutare bene ogni cosa. Vi auguro il meglio e spero di essere stata utile.

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Dott.ssaGiovanna Lentini

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