Dott. Giovanni Romito

Dott. Giovanni Romito

Psicologo, Psicoterapeuta

Divisa tra famiglia e carriera

Gentili dottori, Voglio raccontarvi un po’ di me. Sono una ragazza ventitreenne, sono una laureanda in scienze motorie all’università, sono una gran sportiva, la mia passione è il tennis e il ballo. Sogno di diventare insegnante e già sto informandomi sui corsi magistrali della regione. Purtroppo però vivo questo momento con ansia, come sempre l’ho vissuta, perché vengo da una famiglia molto tradizionale e se da un lato mi vedo come una donna in carriera con tanta voglia di fare, dall’altro ho fretta di sposarmi e fare figli. Purtroppo queste due cose in un paese come l’Italia soprattutto non si possono conciliare con facilità, molte volte è impossibile. Specie al sud, dove vivo. Tra i miei difetti c’è il procrastinare. Sono insicura tentando entrambe le cose, quindi a volte rinuncio ad agire. Penso perché la mia insicurezza mi porta a non sapere cosa volere. So che è un’età in cui tutto può cambiare, ma non so che pesci prendere davvero. Vorrei essere aiutata, qualcuno che mi parli chiaro e mi faccia vedere con chiaro. Purtroppo mi sento immobilizzata, come se non riuscissi a prendere una decisione. Come mi divincolo da questa situazione? Avrei dovuto finire l’università a ottobre ma sicuramente mi laureerò fuori corso. Cosa faccio? Con gli uomini pure sono confusa, da un lato voglio trovare l’amore, ma poi ne ho timore perché penso di non riuscire a mantener un rapporto. Non so come fare, mi sento di impazzire

Gentile Isa, in genere le leve motivazionali che spingono una persona ad agire sono due: il dovere (ossia faccio qualcosa perché devo farla) oppure il piacere (faccio qualcosa perché mi va di farla). Le faccio un esempio concreto a partire dalla sua mail, piacere: “sogno di diventare insegnante”, dovere: “ho fretta di sposarmi”. È inutile dirle che l’una non prevale sull’altra, consigliarle di agire in base a ciò che sente di voler fare sarebbe banale, inoltre il “devo” ed il “voglio” non sempre sono totalmente contrapposti l’uno all’altro, ad esempio se voglio dimagrire, devo mettermi a dieta. Certamente procrastinare non è positivo e può farle perdere d’efficacia nella capacità decisionale e, di conseguenza, nell’azione; è altrettanto vero, tuttavia, che agire senza avere le idee chiare ottiene soltanto l’effetto di spostarla da dove si trova, ma senza una destinazione ben precisa. La faccio riflettere sul fatto che costruirsi una carriera importante, di successo è qualcosa di molto diverso da trovare un partner da sposare e con cui mettere su famiglia, le due cose, come diceva lei, non si escludono vicendevolmente, ma non sempre è facile conciliarle, anche perché subentrano poi altre variabili che non sono totalmente sotto il suo diretto controllo (ad es. mi innamoro di una persona che però non ha intenzione di avere figli, oppure il cui lavoro non si concilia con il mio). Bisognerebbe procedere con il criterio dell’ordine di priorità, piuttosto che scegliendone una sola a scapito dell’altra, focalizzandosi non tanto su ciò che ha carattere di importanza (tutte le cose che lei ha elencato sono per lei importanti: studio, carriera, amore, famiglia), ma su ciò che ha carattere di urgenza. Penso, inoltre, che potrebbe essere utile un confronto con uno psicologo/a che la supporti nel saper discernere ciò che è importante da ciò che è impellente; se vuole mi ritenga a sua disposizione, ricevo a San Lorenzello ed on line. Spero di esserle stato utile, cordiali saluti.

Dottor Giovanni Romito