Dott. Giovanni Romito

Dott. Giovanni Romito

Psicologo, Psicoterapeuta

Soffro di quelle che io definisco impropriamente crisi di angoscia.

Salve, ho inserito la mia domanda nella categoria “ansia “ anche se non so se di ansia di tratti. Cerco, per quanto possibile, di sintetizzare il mio problema che, già premetto, ormai si è cronicizzato ed ogni piccola cosa sembra, anche in situazioni normali, portarlo alla luce.Soffro di quelle che io definisco impropriamente “ crisi di angoscia“.A volte, anzi spesso , quasi sempre da un anno a questa parte, mi sopravviene una paura immotivata, accompagnata da palpitazioni, nausea, crampi allo stomaco, tremori /brividi di freddo e voglia di piangere e di morire ..Non so cosa/chi provochi in me queste crisi. La crisi , di per sè, dura qualche minuto, ma mi lascia devastata. La paura che si ripresenti a volte mi fa stare ancora piu' male della crisi in sè.La maggior parte delle volte, non sempre pero', queste crisi si presentano durante i pasti, soprattutto la sera.La prima crisi si è presentata quando ero bambina , secondo me avro' avuto 9/10 anni, di sera, prima di mettermi a tavola ( ricordo ancora che mamma stava apparecchiando la tavola). Ho sofferto di disturbi alimentari in passato ovvero legati la cibo? Si.Anche se non credo si tratti di un vero e proprio disturbo alimentare in quanto non legato alla voglia di dimagrire. All'età di 18 anni improvvisamente mi sono ritrovata senza appetito e molto angosciata. Per cercare di nascondere questo mio stato a mamma ( che è molto fissata per il cibo diciamo, e guai se non si mangia perchè mangiare equivale a star bene) ho nascosto per un periodo il cibo nella convinzione che la mancanza di appetito poi svanisse. Risultato? sempre peggio. Alla fine sono arrivata a pesare meno di 50 kili e quando mamma l'ha soperto per me è stata una liberazione. Da lì è iniziato un percorso molto difficile per rimettermi in forma perchè avevo perso la voglia di mangiare/vivere e avevo anche paura di deglutire. Alla fine sono riuscita a rialzarmi e a riprendere la mia vita tra le mani. Ora alla età di 30 anni anche quando si ripresenta quella mancanza di appetito , non nascondo il cibo ma cerco sempre di mangiare tutto. Dal basso della mia ignoranza credo che il problema non sia il cibo in sè anche se le crisi si sono in passato presentate e anche oggi spesso si ripresentano , ma non solo, in occasione dei pasti. Questa è una mera aggrovigliata sintesi della mia situazione che , oggi, a 30 anni, non mi fa vivere bene e vorrei sapere cosa posso fare per cercare di liberarmi da questo male che mi tortura e finalmente prendere il volo.

Gentile Anna, quando a scuola studiavamo storia, il mio professore ci diceva sempre che in ogni evento ci sono delle cause prossime e delle cause remote. Credo che questo valga un po' anche per il suo caso. Sullo sfondo della sua vicenda di vita noi abbiamo una problematica che riguarda certamente il cibo; sono d'accordo con lei quando dice che forse non si tratta di un vero e proprio disturbo alimentare. Daltronde inserirla all'interno di una categoria diagnostica e appiccicarle addosso "un'etichetta" non ci aiuta certo a risolvere il problema. La causa prossima del suo disagio, invece, ha una data molto più recente che lei identifica bene in un anno fa circa, quando cioè sono iniziati questi disturbi di "angoscia". La parola chiave per divenire alla soluzione del problema e permetterle finalmente di "prendere il volo" è: comprendere. Comprendere significa andare ad indagare le cause del suo disagio, contestualizzarle e fornirgli un significato. Una buona psicoterapia serve esattamente a questo. Spero di eserle stato utile, e mi consulti ancora, se ha bisogno. La saluto cordialmente.