Cosa fare quando tutto ti è contro?

Buongiorno, sono una ragazza di 26 anni in un periodo molto delicato della sua vita.

Ho sempre avuto un rapporto difficile con i miei genitori, continue discussioni pesanti. Per loro come figlia non sono mai stata abbastanza, sono sempre stata incapace in tutto, una delusione. Di conseguenza, non sentendomi mai apprezzata, sempre criticata, ho sempre avvertito una mancanza nella mia vita.

Non mi sono mai sentita amata da loro. Non ho mai avuto amici, se non per brevi periodi, durante la mia adolescenza uscivo poco e niente. Arrivata a 18 anni i miei mi hanno incoraggiata a prendere la patente, e l'ho presa, ma non mi hanno mai fatto usare la loro macchina e stavo sempre chiusa in casa (scuola a parte), quindi della mia zona conosco pochi posti.

A 22 anni ho conosciuto un ragazzo su internet, abbiamo cominciato a vederci e ci siamo innamorati. I miei genitori, soprattutto mia madre, ha cominciato a litigare con me tutti i giorni per 8 mesi, facendomi dispetti a casa, tutti i giorni, parlando male di me e il mio ragazzo, perché lui abitava a 80 km di distanza (1h di auto) e lei non avrebbe mai voluto che stessi con lui. Questo ebbe effetti negativi sulla mia relazione, e se non litigavo con mia madre, litigavo con lui, o piangevo. Tutti i giorni.

Dopo 8 mesi ero in procinto di esaurimento, e lui mi propose di andare a vivere insieme dopo 8 mesi di relazione. Io ci andai. Con mia madre non parlai per 1 anno, ma poi il rapporto andò via via sanandosi, e alla fine accettò anche lui... Non sapendo che lui mi metteva le mani addosso. Mi sono trovata da una situazione in cui stavo male, ad una in cui stavo peggio.

Tirai avanti la relazione per 4 anni, dopodiché cominciai a lavorare presso un'azienda vicina a dove convivevo. E lì conobbi un ragazzo che mi piaceva. Avevo una situazione disastrata in casa mia, ogni settimana se non peggio il mio compagno mi metteva le mani addosso e quando cominciai a lavorare ho cominciato ad essere più indipendente, mi sentivo finalmente libera, realizzata, se non per il fatto che sapevo di dover lasciare il mio compagno.

Dopo un paio di mesi, decisi di uscire con questo ragazzo, della ditta, ma il mio compagno ci beccò e per me fu quasi un sollievo. Tornai a casa dai miei, con due gatti che nel frattempo avevo adottato, e confessai tutto ai miei. Sul momento rimasero allibiti, poi cominciarono a dire che me lo avevano detto che non era la.persona giusta, che io non li ascolto mai, che sono un fallimento. Ho continuato a frequentare quest'ultimo ragazzo, che è tutt' ora il mio ragazzo. Da quando sono tornata dai miei sono passati 7 mesi, e la situazione comincia a farsi insopportabile in casa mia, soprattutto con mia madre. In questi ultimi mesi ho lavorato presso due aziende diverse, e ora mi ritrovo Ancora senza lavoro. Mia madre si lamenta giornalmente dei gatti che fanno i dispetti, che danno fastidio, e quando è veramente arrabbiata mi dice che loro stavano meglio quando io non c'ero, che è meglio che appena posso trovo una sistemazione e vada a vivere da sola...ma sanno anche loro che non ho lavoro e se lo trovassi sarei comunque precaria... ed è anche il mio più grande desiderio tornare a vivere da sola... Ora oltre ad essere una fallita, non sono in grado di tenermi un lavoro, non ho voglia di fare niente secondo loro... mia madre è arrivata anche a dirmi che il mio ex compagno che mi metteva le mani addosso ci ha guadagnato ad essersi lasciato con me, perché io non ho mai fatto niente.. sono addirittura arrivata a pensare di andare in quei centri di accoglienza per i senzatetto... Non ne posso più... vorrei vivere da sola e tornare Serena... nella ditta dove ho conosciuto il mio attuale ragazzo continuano a chiedere di farmi tornare... Ma non posso tornare lì a meno che non abbia un posto dove stare e da lui non posso e non voglio stare per il momento... Ma un appartamento in affitto non lo troverò mai se non ho un contratto a tempo indeterminato... sono disperata, voglio andarmene da qui... ormai non dormo più e quando dormo Faccio incubi...

Gentilissima Sabrina

La sua domanda e le sue riflessioni mi hanno toccato. Sono convinto che tutto il percorso umano di ognuno è un viaggio esistenziale volto alla crescita, alla comprensione e all'autonomia di se stessi, grazie anche anche agli infiniti stress che nel corso della vita si incontrano. Veniamo a noi dicendo che i genitori "non hanno sempre ragione", essi rispondono in relazione al proprio stato d'animo, costruito sulla base del loro intero vissuto. Pertanto gli stress e/o le gioie che hanno accumulato concorrono, come sintesi, a produrre risposte "coerenti" con il loro vissuto. Per quanto ne so, non funziona mai una vita orientata al soddisfacimento di altri, sebbene si parli di genitori e/o di persone care. Occorre considerare il suo sacrosanto diritto alla vita, che vuol dire anche il diritto di fare errori, di qualunque genere essi siano, in quando rappresentano, a mio parere, la benzina principale che ci fa alzare al mattino. Io poi non credo all'"errore" in sé in quanto lo considero una tappa fondamentale per attribuire senso all'esistenza. Tuttavia, rispetto al desiderio/bisogno di stare bene e gioire, la scienza psicologica offre una moltitudine di strumenti/tecnologie che sono efficaci nella misura in cui si stabilisce con esse "un patto interiore" vitale e partecipativo. Le consiglio di rivolgersi con fiducia ad uno psicologo, aggiungendo che molti percorsi offerti sono spesso molto accessibili in termini di tempo e costi, e che possono rispondere attivamente ai suo bisogno di vitalità. Le auguro di stare presto molto bene, Giulio.