Elaborare dignitosamente un lutto rilevante

Gentili Psicologi, ho 62 anni, figlio unico e celibe,e mia madre novantenne è deceduta da poco. Non ostante mi avesse avvertito da tempo, data l'età avanzata, il dolore è egualmente pesante. Ho letto l'articolo sull'elaborazione del lutto ed ho notato che, delle 4 fasi, le più difficili sono la seconda e la terza, nelle quali la mancanza della persona cara si fa più sentire. Chiedo molto brevemente: come si può elaborare dignitosamente un lutto rilevante? Ringrazio anticipatamente per l'attenzione.

Gentilissimo Fabrizio La perdita di un genitore è un’esperienza di cui non si ha esperienza. Ciò per dire che quando accade, sentiamo spesso il bisogno di esprimerla nei modi più personali che possiamo scoprire in quella particolare fase della vita. Nella mia esperienza umana e professionale, qualunque tipo di persona e caratterialità, sente il bisogno di esprimere questo evento nei modi più propri, a prescindere da qualunque derivazione socioculturale di appartenenza. Ricordo una giovane mamma che ha desiderato stare da sola un po’ di tempo con il suo bambino morto. Lo ha guardato, abbracciato e coccolato appassionatamente per il tempo che ha voluto darsi. Quest’esperienza di questa giovane donna, voluta nel modo in cui si è espressa, ha rappresentato, a mio parere, un momento elaborativo straordinario che le ha permesso di risollevarsi e riorientarsi nel suo vivere, ne sono certo. Spesso la morte del genitore, anche se coscientemente prevista, veicola ai figli la sensazione che sono diventati grandi e autonomi, e che pertanto devono cavarsela da soli, in quel bizzarro viaggio che è la vita. Essa rappresenta il momento in cui la persona analizza globalmente se stesso e verifica la presenza di quelle risorse che gli permettono di scrivere un nuovo, ulteriore capitolo di vita. Talvolta però, questa consapevolezza, si arricchisce di ansia, angosce e la conseguente “elaborazione” fatica a realizzarsi nella direzione di una miglior stabilità propria, opportuna al nostro miglior vivere. Parlarne rappresenta un primo passo elaborativo. Le parole hanno il potere di veicolare e al contempo trasformare le sensazioni impattanti che vengono provate. Parlarne con persone affidabili sul piano emotivo aiuta senz’altro. Talvolta però, occorre lasciarsi aiutare ed orientare in questo percorso e qui, l’aiuto di un professionista, non potrà che sostenerla. La saluto con affetto.