Dott. Giuseppe Comparone

Dott. Giuseppe Comparone

Psicologo, Psicoterapeuta

Vaginismo: come superarlo se la terapia non funziona e la paura è troppo grande?

Buonasera, ho quasi 30 anni.

So di soffrire di questo disturbo da quando ero un'adolescente. All'epoca mi ero rivolta al consultorio e mi avevano consigliato di guardarmi allo specchio e di autoesplorarmi con le dita per abituarmi alla penetrazione. In realtà sin da quando ero una ragazzina avevo molta paura delle visite ginecologiche e dei tamponi interni, ma non pensavo che avrei avuto problemi a fare l'amore. Purtroppo dopo è sempre stato un calvario. Ho avuto diverse esperienze, ma molte sono state negative, poi finalmente ho trovato un ragazzo che mi ama e che ha seguito una terapia di coppia insieme a me. Nonostante avessimo entrambi fiducia nella terapia e nella terapeuta, sono arrivata al punto in cui non riuscivo più ad andare avanti e le cose sono migliorate solo in parte, ma mai del tutto. Da anni abbiamo dei rapporti in cui riesco ad avere solo una penetrazione superficiale, altre volte nemmeno quella. In alcuni episodi il sesso è bellissimo per entrambi, altre volte è un vero disastro. Negli anni mi sono informata abbastanza sull'argomento e razionalmente capisco che la terapia si basa su una "desensibilizzazione graduale" allo stimolo fobico, (scusate l'imprecisione). Capisco che abbia senso abituarsi alle mani o a piccoli oggetti e infine al pene, ma io credo di avere un ulteriore problema con le mani e con determinate posizioni. Da tempo mi sento rilassata soltanto quando sono sopra al mio ragazzo e davvero non mi spiego come mai in quella posizione non riusciamo a farcela completamente. Non ho problemi di eccitazione né di eccitamento, non avverto quasi mai dolore però non ci riesco. Quando invece lui si mette in una posizione dove io rimango passiva o prova a usare le dita, sono in preda al panico: sudo, tremo, piango, sono contratta e sento male dappertutto e lo respingo con tutta la forza che ho, non riesco a controllarmi. Lui mi rimprovera, a volte, di non impegnarmi abbastanza e di non essere intenzionata a risolvere davvero il problema, ma io sono assolutamente sincera, ci ho provato seriamente, anche ad abituarmi a toccarmi da sola, però oltre a un certo limite, non riesco a raggiungere l'obiettivo. Mi spiace perché lui soffre tanto, è triste ed arrabbiato con me, ma anch'io sto male. Non so più cosa fare. Mi piacerebbe sentire qualche altra opinione in merito. Grazie.

Buonasera, ho letto la sua storia ed ho immaginato il suo tormento. Solitamente, dietro queste difficoltà, si trovano sensi di colpa e comportamenti autopunitivi inconsapevoli e non risolti. Se non ci sono stati episodi reali di abuso, le esperienze di scambi morbosi infantili o anche le fantasie sessuali, in quel periodo della crescita, possono essere avere la stessa valenza delle esperienze sessuali reali. Questo può destare, nei bambini, un vissuto di colpa e ribrezzo verso la propria persona e il corpo. In età adulta, tutto ciò può andare a incidere sulla capacità di affidarsi, di aprirsi all'altro, sulla disponibilità a lasciarsi andare alla perdita di controllo che occorre nell'atto sessuale.

Credo sia il caso, per lei, di approfondire qualcuna delle possibilità sopra elencate. Buona serata e mi tenga informato!