Vacanze di famiglia si o no?

Buongiorno,
Sono la mamma di una bambina di 3 anni e tra poco meno di un mese arriverà la sorellina.
Oggi mio marito mi ha detto che i suoi genitori avrebbero piacere a trascorrere le vacanze estive con noi e io non ho avuto il coraggio di replicare... Forse perché è l'ennesima richiesta di questo tipo mi sono sentita sotto pressione o forse perché ci aiutano tanto mi sono sentita in dovere.. Resta il fatto che non la ritengo una buona idea. Passiamo poco tempo tutti e 3 insieme e con l'arrivo della nascitura forse mi troverei disagio con la presenza ingombrante di mia suocera che a tutti i costi vuole aiutarmi.. Ho paura di non sentirmi a mio agio. Le troppe attenzioni mi fanno sentire soffocata. Temo di non saper stabilire un nostro equilibrio familiare..lo sento come una violazione, come invadenza. Forse avrei voluto del tempo per noi 4, resta il fatto che non so come comunicare il mio disagio senza offendere nessuno. Da quando me lo hanno proposto non dormo e ho continui attacchi di ansia. Senza contare che mia figlia in presenza dei nonni fa ciò che vuole ed io perdo ogni mio potere decisionale da genitore. È una cosa sana questa vacanza "allargata"? È solo un mio timore? Come posso comunicare il mio disagio?
Grazie mille

Gentile mamma

il suo disagio può essere legittimo perchè sente di perdere potenza nei confronti della figlia e perchè vive come invasiva la presenza dei suoceri.

E' consigliabile parlare con chiarezza come ha fatto ora a suo marito e insieme trovare la strada più opportuna. Deve trovare in suo marito non solo il complice ma la persona con la quale decidere ciò che è più conveniente per la famiglia. Soprattutto deve esprimere tutti i suoi bisogni di serenità e autonomia, magari trovando anche qualche compromesso dove questo sia possibile. Ad es. concedere una visita durante le vacanze dei suoceri conservando la maggior parte del tempo per la vostra intimità. Soprattutto non tenga dentro quello che non le piace perchè oltre lo starci male inevitabilmente trasmetterà insofferenza all'esterno. Si faccia coraggio e sia sempre se stessa esprimendo i propri bisogni anche con il sorriso, senza essere nè scortesi, nè diffidenti.