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Dott.ssa Giuseppina Cantarelli

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

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  • Parma
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relazioni diverse

Buongiorno. Mi chiamo Alessandra e ho 29 anni. Da qualche giorno ho chiuso una relazione con un ragazzo di 32, per sua volontà, con il quale stavo da due mesi. Il presupposto della nostra relazione era: io sono innamorata, ma lui no. Nonostante questo dice di sentirsi sicuro di voler iniziare una relazione con me, come una storia seria. Il rapporto fin dall'inizio è molto altalenante: io ricerco gesti di affetto e di vicinanza da parte sua, pur accettando il fatto che lui "prova affetto" per me, ma non amore. Mi adeguo e cerco di andargli incontro, non pretendo nulla ne che cambi i suoi sentimenti, ne che mi dia dimostrazioni plateali d'amore. Purtroppo lui è sempre in giro per lavoro e come conseguenza ci vediamo poco, nell'ultimo mese una volta alla settimana (anche per problemi di salute di entrambi). Io però avverto sempre distanza da parte sua, nei gesti, nelle telefonate, nei messaggi. Tra noi c'è stata una grande attrazione fisica e solo lì lo vedevo molto preso. Nel momento in cui abbiamo deciso di moderare la sessualità per capire come funzionavamo, i problemi sono aumentati. Usciamo al bar insieme e c'è sempre un distacco che percepisco, come due normali amici che si parlano. Niente di più. Non ci vediamo per una settimana perchè io sono ammalata, non mi telefona per sapere come sto, devo essere io a chiamarlo per poi vedere che non risponde ai messaggi, ne alle chiamate o lo fa dopo due-tre ore. Negli ultimi 10 giorni il mio disagio è aumentato, sentivo il bisogno di volerlo vicino, ma lui non recepiva. A questo punto pochi giorni fa lui decide di volere una pausa per capire, ma io avevo il timore che questo avrebbe solo confermato la sua scelta di chiudere il rapporto e ho reagito male, cercandolo invece che lasciarlo stare. Per questo ha deciso che è meglio lasciarci per adesso e capire, stando lontani.
Vorrei avere un consiglio in quanto io in questo momento mi sento responsabile ed in colpa per come sono andate le cose, consapevole degli errori commessi. Dall'altro però mi domando, con una persona che vedeva la relazione in modo diverso dal mio (lui non è affettuoso, non lo è mai stato), cosa mi sarei potuta aspettare. Io ho cercato di adeguarmi a lui, ma nonostante tutto sentivo distacco e solitudine, molte volte poco interesse, per me e per quello che facevo, mentre lo dedicava di più a ciò che realmente lo appassiona.

grazie.

Gentile Alessandra,

lei non deve sentirsi in colpa, poichè ha solo incautamente considerato che un intenso coinvolgimento sessuale , non potesse che essere preludio di un'altrettanta importante intesa affettiva. Questa esperienza le ha insegnato che non sempre così è. Questo ragazzo -nella speranza sincera per il suo bene cara Alessandra, si decida presto a prendere il largo- è stato a modo suo e della cultura in cui è vissuto, sincero. Ha chiarito infatti fin dall'inizio che  non provava sentimenti profondi per lei. Le dico sinceramente e per esperienza professionale, che ,anche molte donne , fossero libere di esprimersi senza sentirsi giudicate, in un contesto di rispetto della loro persona, si lascerebbero andare tranquillamente a esperienze sessuali appaganti senza provare alcun desiderio di ulteriori coinvolgimenti, ma purtroppo, sono ancora frenate dai diktat sociali che stigmatizzano la libertà femminile e quindi, i due sessi si trovano ancora in posizioni di potere asimmetriche, per cui risulta ancora difficile , vivere senza drammi una relazione come quella che lei ha vissuto,senza soffrire inutilmente.

Le consiglio vivamente di approfondire e chiarire le sue problematiche attraverso una buona psicoterapia che la aiuti ad acquisire consapevolezza dei suoi bisogni e dei suoi veri desideri, per non trovarsi più in situazioni che possano rappresentare fonte di disagio , autocritica ed autodenigrazione.

Cordialissimi saluti.

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