Dott.ssa Giuseppina Yosella Caponnetto

Dott.ssa Giuseppina Yosella Caponnetto

Psicologo, Psicoterapeuta

Vita e morte

Buonasera e ringrazio gentilmente chiunque mi risponderà.
Sono una ragazza che soffre di depressione ma secondo me c'è qualcosa che non va in me.
Sono sempre stata una persona solitaria e questo mi ha portato a riflettere molto sulla mia vita e trovarne un senso
Ho pensato molto sul senso della vita e sono arrivata alla conclusione che niente può farmi stare meglio: ho sempre pensieri suicidi, sono completamente sola, non ho rapporti con la mia famiglia poiché non capisce che soffro di depressione, ho più volte tentato di spiegare come mi sento ma per loro la malattia mentale è un tabù quindi mi sono arresa e loro mi hanno esclusa, non ho amici, e a quasi 22 anni non ho concluso niente della mia vita.
A quasi 22 anni c'è il senso di fallimento totale, ho fallito in tutto e non mi rimane niente e mi chiedo cosa mi spinge a continuare a vivere, forse la paura di sopravvivere a un tentativo di suicidio mi fa rimanere ferma senza decidere se vivere o morire.
So di essere un peso per chiunque e di sicuro i traumi del passato non mi aiutano ad andare avanti.
So che è difficile vivere, ma ogni secondo della mia vita, nella mia testa c'è il continuo pensiero di suicidarmi, di smettere di vivere, il pensiero di non farcela più, perché è più facile arrendersi a tutto invece di andare avanti.
Nella mia mente so che il suicidio è solamente una soluzione temporanea, ma è una soluzione che prevede l'annullamento di me stessa e sembra più facile rispetto a vivere.

Ciao Melissa. Più leggevo il tuo messaggio e più sentivo forte la tua richiesta di aiuto. I pensieri suicidari spesso emergono in risposta all' insopportabilità del dolore. Il dolore come tutte le emozioni può diventare eccessivo e in quel caso non è più funzionale. Devi trovare un terapeuta possibilmente che usi l' emdr che serve a riportare il dolore ad un valore utile. Perché anche il dolore è utile a segnalarci l' importanza di un evento a ritirarsi per elaborare e ripartire. Nel dolore facciamo introspezione vogliamo stare soli e trovare la risposte. E possiamo trovarle. Se il dolore è troppo forte  il ritiro assume la forma dell' evitamento estremo, mentre esistono modi più corretti di viverlo e dargli dignità senza vergogna. Per prima cosa devi "vederti" e trovare qualcuno che ti veda e che accolga il tuo dolore. Che lo comprenda in modo competente e poi andare a fondo e conoscerti, conoscere la tua storia, ritrovare il  bandolo d tua matassa. Affidati se puoi ad un terapeuta emdr e scopri cosa ha bloccato la tua voglia di vivere. Un abbraccio