Dott.ssa Giuseppina Yosella Caponnetto

Dott.ssa Giuseppina Yosella Caponnetto

Psicologo, Psicoterapeuta

Sorella del mio ragazzo è esageratamente attaccata a lui

Buongiorno. Dopo ciò che scriverò spero di non sembrare gelosa della sorella del mio ragazzo perché amo il mio ragazzo e, soprattutto so che lui ama me, ma vorrei esporre questa “situazione” per chiedere a qualcuno che ne sa più di me come affrontarla.
Il mio ragazzo (27 anni, mai una relazione prima di me) è molto attaccato alla sorella (23 anni). Nell’ultimo anno hanno perso il papà dopo un anno di malattia che li ha uniti molto. Quando ci siamo messi insieme (un annetto fa) io ero esageratamente contenta del loro rapporto perché ero cosciente del bene reciproco che li legava e li lega. Quando è venuto a mancare il papà ero assolutamente convinta che questo legame forte potesse dar loro un po’ di conforto. Ma dopo un po’ di tempo questa cosa ha iniziato a pesarmi. Quando siamo a casa sua lo chiama al telefono e lo cerca in continuazione, senza lasciarci i nostri spazi. A volte lo chiamava chiedendogli se poteva venire a stare in camera con noi. Ricordo un evento in cui io e lui stavamo avendo un rapporto e lui, preso dal fatto che mentre avevamo rapporti doveva rispondere alla sorella, mi chiese “può venire qui da noi?”. Io ho detto si chiaramente perché non credo di trovarmi nella posizione di impedire ad un ragazzo di vedere la sorella, ma ci sono rimasta male per il solo fatto che me lo abbia chiesto. Tutto ciò che il mio ragazzo fa con me, anche le cavolate più assurde (tipo comprare alexa o andare a tagliare i capelli in posti economici) viene criticato da lei, che gli dice cose tipo “hai finito di spendere soldi in cose scadenti?”. Non allude mai a me direttamente ma mi fa sentire inadatta con questi commenti (che ammetto di aver scoperto guardando il suo telefono…non lo faccio mai e mi impongo di non farlo ma da quando ho iniziato ad avere questi tipi di dubbi ho deciso di provare a confermarli o smentirli senza chiedere nulla a lui, per non farlo sentire in imbarazzo, chiaramente se la cosa peggiora gliene parlerò più direttamente di quanto non abbia già fatto). Gli invia audio sul telefono dicendogli che le manca troppo, che ha bisogno di lui e di parlare con lui per non stressare il suo ragazzo. Gli dice inoltre che lui con lei può confidarsi e che “se non si raccontano loro queste cose che stanno vivendo questo periodo difficile allo stesso momento, a chi dovrebbero raccontarle” oppure “puoi dirle a me le cose perché solo io ti capisco”, quando sa benissimo che lui nella città in cui viviamo ha al momento solo me con cui si confida (siamo nuovi in città purtroppo). A volte lo chiamava anche 16 volte al giorno. Una volta è capitato che lui non le rispondesse al telefono e lei chiamasse me chiedendomi dove fosse perché non risponde mai al telefono. Mi considera meno di zero quando mi vede, parla sempre dei fatti suoi con il fratello sapendo che ci sono anche io, che chiaramente non conoscendola non so come allacciarmi al discorso, per cui taccio. Un’altra volta eravamo tornati tutti e 3 tardi da una cena e la mattina dopo io e il mio ragazzo (a casa del mio ragazzo) volevamo dormire fino a tardi perché avevamo un giorno libero, lei lo ha chiamato al telefono alle 10 dicendogli di svegliarsi che saremmo dovuti andare in un posto. Cerco di essere il più gentile e rispettosa possibile, ma a volte mi viene proprio difficile.. sono così pazza?

Buongiorno, dalla sua narrazione emerge chiaramente un rapporto simbiotico tra il suo fidanzato e la sorella. Dalla simbiosi si esce con la differenziazione che mi auguro il suo ragazzo stia facendo conoscendo lei ed evolvendosi. Un aiuto a loro singolarmente lo può dare la terapia post traumatica per elaborazione del lutto perché sembra che dalla morte del padre questa simbiosi si sia accentuata. Lei invece dovrebbe lavorare sulle emozioni di frustrazione provocate da questo contesto così complicato e quindi farsi supportare per regolare le reazioni che questa situazione le suscita. Sarebbe anche importante mettere dei confini gradualmente ed educarli delicatamente a riconoscere questa confusione affettiva e questa esclusività che attiva questa frustrazione negli altri vicini.