Dopo aver mangiato è come se non riuscissi a digerire

Buongiorno, ho 47 anni e i primi attacchi di panico li ho avuti all'età di 26 anni e per un lunghissimo periodo ho assunto del rivotril (dale 5 alle 15 gocce prima di dormire) poi 5 anni fà sono riuscito a smettere di assumere il rivotril e a parte l'insonnia è andato tutto abbastanza bene. Improvvisamente mi è capitato che subito dopo aver mangiato una mezza pizza in modo supersonico ha incominciato a battermi il cuore in modo molto veloce e avevo l'impressione di non aver abbastanza ossigeno ma si è aggiunta una cosa nuova è come se non riuscissi a digerire e con molta difficoltà nel ruttare, leggera nausea e totale inappetenza, il giorno dopo circa 19 ore dopo il fatto ho mangiato due fette biscottate con una fetta di prosciutto e mi è successa la stessa cosa ma in maniera più ridotta. Ho fatto per prima cosa una visita cardiologica visto che la pressione durante questi episodi è molto alta 110-170 il cardiologo mi ha assicurato che il cuore e a posto (normalmente la pressione minima è 75-85 e la massima 130-140)Il probblma è che devo mangiare micro porzioni di cibo e sono dimagrito quasi 8 chili nel giro di 2 mesi con forte inappetenza e comunque sempre con una gran tensione che è la classica degli attacchi di panico. Volevo sapere se ci pùò essere una connessione attacchi di panico e digestione cme nel mio caso specifico, grazie.

Buongiorno Sergio, indubbiamente c'è un nesso fra attacchi di panico e difficoltà digestive, nel senso che il panico può coinvolgere qualsiasi distretto corporeo. Di solito si focalizza sul cosiddetto "organo bersaglio", cioè quello per noi più debole, ma può anche passare da un organo all'altro. L'aver affrontato il suo problema di panico insorto tanti anni fa solo attraverso una terapia farmacologica lo ha solo tamponato, ma non risolto, in quanto non è mai andato all'origine del fenomeno. Probabilmente una serie di circostanze, sia esterne che interne ha scatenato di nuovo gli attacchi, che hanno preso la forma di disturbi digestivi, in gran parte ora autoindotti, nel senso che si è innescata la cosiddetta "paura della paura" tipica del panico; in sostanza, il timore che riaccada quello che si è verificato durante il primo attacco, lo fa riaccadere, anche se non sussistono le condizioni oggettive per cui si verifichi di nuovo. Le consiglio di non trascurare ulteriormente il fenomeno, ma di affrontarlo per evitare che si cronicizzi e per permettere di migliorare la sua qualità di vita. Auguri e saluti cordiali
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Dott.ssaGloria Monti

Psicologo, Psicoterapeuta - Forlì-Cesena

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