Mi sono fidanzato, ma non riesco più a farmi amici
Ho 21 anni e mi sono fidanzato per la prima volta nella mia vita 2 anni fa. E' una relazione abbastanza leggera che non mi provoca alcuno stress, anche se all'inizio ci fu un brutto periodo molto stressante per chiunque fosse nella mia cerchia di amici, poiché la mia attuale ragazza era la ex ragazza del mio migliore amico 2 anni fa, che poi lei ha lasciato appena io e lei ci siamo resi conto dei sentimenti che avevamo l'un per l'altro. Parlavo veramente ogni giorno con il mio migliore amico, ero depresso e soffro anche di una disabilità fisica che mi ha portato a isolarmi per tanto tempo, ma lui ogni giorno il suo di tempo voleva spenderlo con me a parlare o fare altro. A un certo punto dai suoi racconti sentivo di poter vivere la sua vita, perché per me c'era solo quello, l'immedesimazione, ovvero il mio unico modo di uscire dal mio isolamento senza veramente uscirne. Mi sentivo spesso spento quando ero senza di lui, e quando era disponibile era come se finalmente tutte le mie energie tornassero, poi ho incontrato la sua ragazza che ormai conoscevo già fin troppo bene (dai racconti del mio amico), e, malgrado la mia timidezza, iniziammo a parlare, di passioni, sentimenti, persone e opinioni. Ci eravamo innamorati, e abbiamo tenuto la nostra relazione nascosta, per paura di ferirlo e di confrontarlo a riguardo dopo che lei lo ha lasciato. 2 mesi dopo l'ha scoperto e non mi parla più da allora. So benissimo di averlo ferito e di non essere stato onesto, ma anche se è passato tutto questo tempo e ho avuto le esperienze migliori della mia vita continuo a sentire questo buco in pancia ogni volta che penso a lui; cosa che capita ogni volta che sento di poter fare amicizia con qualcuno, e allora mi fermo, e mi distacco evitando per settimane a qualcuno con cui potrebbe nascere una amicizia vera. Non so se ho "paura" di rimpiazzarlo con qualcun altro, e non rimpiango le mie scelte, sento di essere uscito da quell'isolamento che mi ero creato grazie ad esse, ma vorrei egoisticamente che il mio ex amico mi perdonasse e che tornasse a essere quello che era per me. Mi scuso per il mio modo di scrivere, sono conscio di essere molto ripetitivo con le parole.
Buongiorno, quello che ha vissuto nella sua amicizia passata è stato, emotivamente, molto più di una semplice "amicizia": era per Lei un punto di riferimento, quasi un modo per sentirsi vivo nonostante l’isolamento. È comprensibile quindi che la rottura di quel legame Le lasci ancora oggi un senso di vuoto.
La relazione con la Sua attuale compagna Le ha permesso di uscire da quell’isolamento, e questo è un passaggio positivo e importante. Tuttavia, sembra che non abbia ancora elaborato del tutto il senso di colpa per ciò che è accaduto. Questo potrebbe essere il motivo per cui oggi, quando percepisce che potrebbe nascere una nuova amicizia importante, si blocca: come se temesse di rivivere quel dolore o il timore di “sostituire” quella persona.
Desiderare il perdono del Suo amico non è egoistico, è umano. Ma il vero passaggio di guarigione non dipende da lui: nasce dal momento in cui Lei riesce a perdonarsi pienamente per le scelte fatte, che comunque riconosce come fondamentali per il Suo benessere.
Le suggerirei di considerare un percorso terapeutico individuale per elaborare questa ferita rimasta aperta e alleggerirsi dal peso emotivo che ancora porta. Non tanto per tornare indietro, ma per potersi permettere, oggi, di costruire relazioni nuove e sane senza paura.
Se vuole, rimango a disposizione. Un saluto