Mia figlia è andata dal padre. Cosa è giusto fare se dovesse tornare?

Buongiorno, mia figlia Giulia, 18 anni, a seguito di una discussione nella quale ho ribadito le 4/5 regole della casa che ignora, lasciando sempre un caos incredibile ovunque passi e fumando in casa anche se ho chiesto di andare sul balcone, le ho detto che "se non riesce a seguire queste semplici regole di convivenza, allora poteva andare da suo padre".

Dopo qualche giorno in cui nulla era apparentemente cambiato, mi ha scritto un messaggio sul telefonino (il giorno del mio compleanno) dicendo che sarebbe rimasta dal padre dopo il weekend ed è venuta a prendersi molte delle sue cose.

Ho chiesto aiuto al padre perché le facesse capire che così avrebbe rovinato il nostro rapporto, ma per evitare di discutere anche lui (visto il caratterino) è stato assolutamente poco incisivo.

Ho sempre fatto di tutto per Giulia, lamentandomi del fatto che lei, in cambio, non mi aiutasse nemmeno un pochino tenendo un minimo in ordine le sue cose. L'ho ascoltata e mi ha sempre raccontato mille cose di sé, piccoli e grandi drammi adolescenziali. Sono sempre stata disponibile, nonostante fosse gentile soprattutto quando aveva qualche richiesta. Spesso mi rispondeva male senza motivo, ma poi, appena aveva bisogno, diventava un tesoro.

Penso di non meritare un atteggiamento così e penso che questo rovinerà completamente il nostro rapporto. Se mai dovesse tornare, infatti, sarebbe solo perché ha un bisogno temporaneo, non certo perché è disposta a rispettare le regole e, anche se questo mi distrugge, non troverei giusto riaccoglierla a braccia aperte dopo il male che mi sta facendo senza un motivo vero e senza un confronto costruttivo.

Mi sta proprio dicendo che non vuole più avere a che fare con me, senza soppesare quanto questo mi ferisca perché ingiusto e senza motivo. Non credo che sia educativo cercarla io, oppure, nel caso, riaccoglierla come se niente fosse.

Dovrebbe capire che non può trattare male le persone che le vogliono bene senza che questo abbia delle conseguenze. In fondo ha sempre fatto così: rispostacce quando non aveva bisogno, agnellino quando aveva bisogno. Ed io sono sempre stata al gioco, ma ora penso fosse in qualche modo diseducativo.

Però ci sto veramente male e quindi non capisco cosa sia giusto o meno.

Aggiungo un ulteriore elemento: ho un’altra figlia che da circa un anno ha realizzato di essere trans ed è in fase di transizione, con tutte le difficoltà del caso. Io ho cercato di stare vicina ad entrambe, ma capisco che Giulia, che prima monopolizzava la mia attenzione, adesso possa essere destabilizzata da questo nuovo intenso rapporto che sto creando con Lea, che lei non ha ancora accettato completamente.

Anche in questo caso, però, non penso che sia giusto assecondare un atteggiamento così egoistico. Ho cercato di farle capire che Lea ha bisogno adesso, ma che questo non mi impedisce di stare vicino anche a lei, e gliel’ho dimostrato ogni volta che ne ha avuto bisogno. Più di così non so che fare…

Buongiorno Francesca, intanto la ringrazio per avere condiviso la sua storia e comprendo la sua preoccupazione di madre.

Da ciò che scrive mi sembra che in questo momento nella sua famiglia ci siano delle difficoltà relazionali che inevitabilmente creano dolore e disagio a prescindere dalla maturità con cui vengono affrontate. Mi sembra che lei abbia abbastanza chiaro anche quanto il modo di affrontare le situazioni attuali non dipenda solo da fattori materiali ma anche da aspetti educativi, relazionali ed emotivi. Mi sento di dirle che la sua famiglia, in questo momento, sta attraversando una fase evolutiva ed ogni componente è impegnato a trovare una strada da percorrere senza sapere bene come sarà il percorso. La invito a considerare una prospettiva alternativa, che ovviamente non sminuisce il suo dolore e il suo risentimento, ma che potrebbe offrirle la possibilità di modificare certe dinamiche e favorire un nuovo modo di gestire la relazione con le sue figlie. Capisco che ancora una volta l impegno e la fatica di sbrogliare i conflitti ricadano su di lei, ma evidentemente lei rappresenta il componente più resiliente e in grado di monitorare e favorire il benessere di tutti. Il rischio di reagire alle provocazioni di Giulia potrebbe essere quello di creare un muro sempre più alto dove la comunicazione non funziona.

Potrebbe iniziare un percorso psicologico per essere sostenuta in questo momento difficile e per trovare nuovi modi per affrontare la relazione con le ragazze.

Non esiti a contattarmi per ulteriori informazioni.

Grazie.

Ilaria Spagnolo