Mio figlio di 16 anni non vuole più andare a scuola, che fare?

Buongiorno, probabilmente la mia è solo una situazione come ne conoscerete tante ma per me è sempre piu' difficile sapere come muovermi. Siamo una famiglia composta da me (che son la madre), mio marito e nostro figlio maschio di 16 anni. E' sempre stato un bambino abbastanza timido e molto riflessivo oltre che molto sensibile e purtroppo ha vissuto con noi due che non siamo per niente andati d'accordo e quindi ha sentito un sacco di disussioni, alzare la voce e spesso scelte non condivise nei suoi confronti. Tutto cio' so bene quanto ha influito negativamente sulla formazione del suo carattere, ma da noi ha ricevuto anche esempi positivi circa l'imposrtanza dello studio del valore degli affetti sinceri in famiglia e fuori... Ora frequenta la terza liceo linguistico e nel biennio è stato promosso con ottimi risultati ma all'improvviso è arrivata la doccia gelata (dopo un 5 in una verifica)che non vuol piu' andare in quella scuola li' ma addirittura andare in istituto professionale...non ci son parole per provare ad aprire un dialogo con lui perchè le sue son risposte (se cosi' si possono definire ) che non riguardano mai il problema. Lui si è completamente chiuso a riccio con noi e ha pochissimi amici e quando ci parla è solo per offenderci. Inoltre devo aggiungere che a 8 anni gli è stata diagnosticata una rara malattia reumatica cronica che per fortuna, ha comunque un buon andamento e gli permette di fare una vita normale e non assume farmaci. Prima però che gliela diagnosticassero abbiamo vissuto un anno da incubo ..... Chiedo aiuto!!!!

Gentile Giovanna, ho letto attentamente ciò che lei ha scritto e, seppur occorrerebbe una valutazione più approfondita della situazione per comprendere le reali cause che hanno portato suo figlio a decidere così rapidamente di lasciare la sua scuola (e quindi i compagni e i professori), si potrebbe ipotizzare che, dietro al brutto voto si nasconda un disagio più profondo che potrebbe essere definito “esistenziale” quindi un senso di inadeguatezza, di fragilità,di malessere e insicurezza che il ragazzo si porta dentro, oppure si potrebbe ipotizzare uno stile perfezionistico che comporta dunque una non accettazione di un voto non ottimale e di conseguenza una autosvalutazione negativa (ad esempio: “Devo sempre essere perfetto perché se non lo sono vuol dire che non valgo”). Oppure potrebbe trattarsi di un problema a livello sociale e relazionale: una percezione di esclusione e di non accettazione da parte dei compagni, derisioni, discussioni con compagni o professori. Ovviamente queste sono solo ipotesi , in quanto per giungere a una concettualizzazione del caso, occorrerebbe una valutazione più approfondita che tenga presente anche della “storia di vita” del suo ragazzo, nonché le sue caratteristiche personologiche. Inoltre volevo chiederle, se lei facesse notare a suo figlio che potrebbe prendere un brutto voto anche a un'istituto professionale, lui cosa risponderebbe? Questa domanda potrebbe far svelare alcune informazioni sul vissuto interno di suo figlio. La invito a proporre al ragazzo un incontro con uno specialista che lo possa aiutare a fare chiarezza in sé stesso e capire, insieme a lui le reali motivazioni che lo portano a una scelta così "drastica". Rimango comunque a sua disposizione per qualsiasi chiarimento o perplessità. Cordiali saluti.