Come riuscire a controllare la rabbia
Salve a tutti, Sono una ragazza di 28 anni e mamma di una bambina di 8 mesi. Da quando sono rimasta incinta il mio compagno mi lascia sola notti interi per stare in giro per locali con i suoi amici rientrando in casa alle 6 del mattino, spegnendo il telefono e non partecipando minimamente ad aiutarmi con nostra figlia. Da tre mesi non riesco più a gestire la rabbia e per un paio di volte mi è capitato di mettere le mani addosso al mio compagno, provocandomi un senso di colpa che mi sta letteralmente logorando. Come posso gestire questa cosa? Subisco continue violenze psicologiche da parte del mio compagno, che pensa che io non sia in grado di gestire la bambina
Gentile Signora,
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, che trasmette tutta la fatica e la sofferenza che sta vivendo in questo momento così delicato della sua vita. È comprensibile che, di fronte alla mancanza di sostegno e alle difficoltà che descrive, lei possa sentirsi sopraffatta da rabbia, frustrazione e senso di solitudine. Il fatto che riconosca di avere reagito con rabbia e che provi senso di colpa dimostra una profonda consapevolezza e il desiderio di interrompere questo circolo di dolore e questo è un passo molto importante. Tuttavia, è fondamentale che non affronti questa situazione da sola. Le violenze psicologiche e l’assenza di supporto da parte del partner sono forme di maltrattamento che possono avere conseguenze serie sul benessere emotivo suo e della sua bambina.
Le suggerisco, innanzitutto, di rivolgersi a un centro antiviolenza della sua zona, dove potrà trovare ascolto, protezione e orientamento gratuito in caso di necessità. Parallelamente, potrebbe essere utile per lei intraprendere un percorso psicologico individuale, che la aiuti a gestire la rabbia, elaborare il senso di colpa e soprattutto prendere una maggior consapevolezza di se', imparando a mettere dei confini per la sua tutela psicologica e serenità mentale. Un professionista potrà offrirle uno spazio sicuro in cui capire come tutelarsi e come costruire, passo dopo passo, un equilibrio più sano per lei e per la sua bambina. Lei merita serenità, rispetto e sostegno. Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di grande forza e amore verso se stessa e verso sua figlia.
Con stima e vicinanza,
Katia Romano