Dott.ssa Laura Porry Pastorel

Dott.ssa Laura Porry Pastorel

psicologa, psicoterapeuta, sessuologa clinica

Difficoltà nel vivere una relazione di coppia

Gentilissimi,
mi piacerebbe sentire il vostro parere sulla mia situazione. Ho 37 anni e ormai da anni, dai miei 17 anni, intrattengo relazioni amorose che mando puntualmente all'aria. Divento un'altra persona, arrivo anche ad essere aggressiva, focalizzo sui difetti dell'uomo del momento e da chè ha inizio la storia inizia un tacito sabotaggio.

Mi sento ingabbiata, mi sento rallentata nelle mie cose se devo coordinarmi con qualcuno. Sto con un ragazzo da 2 anni e lo faccio martire, e più lui manifesta insicurezze e debolezze più io godo nel dargli addosso.

Lui piange, dice che gli faccio male ma a me dà ancora più noia e fastidio. Mi definisce anaffettiva e in effetti ho un totale rifiuto per il contatto, non solo nei suoi confronti ma in generale da bambina. Lui all'opposto è sempre stato coccolato in famiglia, è abituato a sentirsi chiamare in famiglia "amore" e vezzeggiativi che io trovo odiosi. Appena conosciuti l'ho tradito per un uomo bello e maledetto per cui avevo perso la testa prima di conoscere il mio attuale ragazzo. Il punto è che più il bello e maledetto mi rifiutava più io soffrivo (banale no?) però mi sono rispettata e ho chiuso io.

Dopo è arrivato il mio ragazzo che non mi ha scossa sinceramente (perché era preso o perché realmente non mi interessava?non lo so...). In più conduco questo doppio gioco da cinica che lo invita tranquillamente a lasciarmi e da gelosa che tiene tutto sotto controllo: amiche e amici suoi, ex, facebook, whatsapp. Il mio tradimento ha insinuato nella relazione una sfiducia da parte sua che alimenta insicurezze costanti e ha bisogno che io lo rassicuri costantemente: come una madre con un bambino indifeso. Provo un fastidio per questo e arrivo a dirgli che non ha dignità e che al posto suo io mi sarei mandata già a quel paese. Lo vivo come un peso per poi sentirmi in colpa e ripetermi che sono una stupida a trattare male un così bravo ragazzo, così attento, presente, premuroso e che sto mettendo in atto il mio solito sabotaggio. Ma inconsciamente poi la dinamica innescata è sempre questa.

Adesso siamo pure a distanza e tutto si complica ulteriormente perché lui ha bisogno di lunghe telefonate, di ribadirmi quanto mi desidera e io mi innervosisco all'ennesima chiamata. Mi sembra di perdere tempo. Vivendo lontani ho avuto anche uno sbandamento per un altro che ho riferito al mio ragazzo alimentando ancora di più le sue insicurezze.

Sono una stronza o è un gioco malsano da parte di entrambi? Sono stufa di darmi addosso. Sto tenendo in scacco un uomo quando non sono realmente coinvolta solo per non mettermi in gioco davvero in una relazione alla pari? Troverò poi una relazione alla pari? Intanto mi convinco sempre più che non sono fatta per amare...
Grazie di cuore.

Buonasera Antonietta, la prima domanda che mi permetto di farle e che mi viene spontanea leggendo ciò che ha scritto e’ se lei sia realmente innamorata del suo ragazzo, o invece non voglia altro che avere qualcuno che palesemente vive per lei. Se così non fosse e se i suoi sentimenti non fossero più presenti, sarebbe il caso di decidere di chiudere, sia per se stessa, che per il suo fidanzato che sembra essere molto innamorato. Mi ha colpito molto il suo confidargli tutto, sapendo così di aumentare le sue insicurezze. Lei si presenta come fredda e distante, mi viene da chiederle se si sia davvero mai innamorata o se stia portando avanti questo ruolo di donna dura e libera di fare ciò che vuole. Le consiglio e credo che un ciclo di consulenze l’ aiuterebbero a capire di più rispetto ai suoi agito e a cosa davvero vuole per se stessa. Mi contatti se serve, resto a disposizione.