Da quando viviamo insieme sento un forte distacco emotivo

Salve, sono una donna e mamma di ventinove anni, convivo col mio compagno da quasi un anno, cioè da quando è nato nostro figlio. Prima di avere il bimbo c'era qualche incomprensione tra me e il mio compagno, ma piccoli litigi che si risolvevano in un giorno, niente a cui dare davvero peso, adesso da quando viviamo insieme sento un forte distacco emotivo, facciamo ancora l'amore, ma emotivamente sento che inizia a mancarmi qualcosa, non ritrovo più quell'uomo con cui avevo tanta complicità e con cui ridevo tantissimo, tutto a seguito di una lite pesante avuta qualche mese fa per la presenza pesante e invadente di sua madre, che non lascia spazio alla nostra famiglia nemmeno nelle decisioni importanti, dicendo sempre la sua, anche quando non gli si chiede un consiglio. Io da quel momento me la sono un po presa con lui, so che è sbagliato ma mi è venuto naturale mettere le distanze. Ho provato a non parlare e non cambia nulla, ho provato ad avere un chiarimento ma non riusciamo proprio a capirci.. non so come comportarmi. Mi sento infelice e sola.

Buongiorno,

i temi sensibili individuati dai colleghi mi trovano d'accordo.

  1. La mancanza di una pregressa vita di coppia indipendente dai nuclei familiari prima di costituire famiglia ha comportato che la coppia-genitoriale si sia impiantata prima della coppia-coniugale, saltando di pari passo una tappa evolutiva della storia di coppia che riguarda oltre alla conoscenza reciproca nella quotidianità, la negoziazione di regole di convivenza e relazionali adatte a ciascuno di voi.

  2. La separazione-individuazione di ciascuno di voi rispetto alle proprie famiglie di origine, che riguardano quanto siate capaci di fare famiglia indipendente pur non rinunciando ove necessario al loro sostegno, materiale ed emotivo.

  3. La rabbia che allontana. Spesso dietro questa forte emozione se ne cela un'altra ben più intensa, la paura. La paura rimanda ai nostri sentimenti, è pertanto auto-diretta, la rabbia che lei sembra percepire è etero-diretta (il suo compagno) e quindi la “solleva”,per questo spesso la paura dietro la rabbia non è evidente, perchè conviene più sentire la rabbia che è rivolta ad altri. Di cosa ha paura lei,  parlava di solitudine, teme forse che la vs coppia non sia sufficientemente forte da superare le inevitabili difficoltà che la vita ci presenta? Di dover crescere il vs bambino da sola? O si tratta di una paura più personale?

    Occorrerebbe far luce su quello che è il vs. patto coniugale, quello dichiarato, quanto vi siete promessi l'un l'altro pubblicamente, quello segreto che rimanda più alle aspettative che ognuno ha rispetto all'altro e alla vs vita insieme.

In una situazione che sembra prendere la piega del circolo vizioso, riuscire a porsi con dovuto distacco diventa complicato per entrambi voi, un occhio esterno, neutrale, che faccia da mediatore potrebbe ritornarvi utile. 

La gestione della “suocera pesante”, fatta chiarezza sui vs sentimenti, aspettative, paure, dovrebbe riguardare il come trovare il modo più funzionale per tutti, per lei, per il suo compagno ed anche per il vs piccolo, di consentirle uno spazio (non solo fisico ma anche emotivo) nelle vs vite, tollerandola ove possibile o arginandola quando la sua presenza diventasse intrusiva e lesiva dei vs confini familiari (fisici ed emozionali). Il trovarsi davanti ad un comportamento coerente e costante da parte di tutti e due la costringerà ad adeguarsi per non rischiare lei l'esclusione. Questo chiaramente sarebbe un compito affrontabile dopo aver recuperato l'intesa con il suo compagno, di cui beneficerebbe di rimando la vs vita sessuale e il suo potersi concedere le emozioni di un tempo.

La situazione generale non mi sembra assolutamente irrecuperabile, sono intoppi che nel corso del ciclo di vita sono naturali e pertanto superabilissimi. Quindi sia positiva.

Rimango a disposizione anche telefonicamente se servisse.

Saluti