Mia madre è attaccata morbosamente a me.
Salve Dottori e grazie in anticipo. Mia madre è attaccata morbosamente a me. Nel 2022, 3 anni fa, ha avuto un'embolia polmonare e da lì, non è mai più stata libera e non vive, e non fa vivere neanche gli altri. Praticamente ogni mese si inventa qualcosa per la quale sta male. Una volta non ci vede bene, e quando ci vediamo per un'ora, per bere un caffè ad esempio, passa il tempo a parlarne. Un'altra volta sostiene di avere parassiti in casa che non la fanno dormire. Un'altra, ha male al fegato o alla milza. Il discorso è che parla SOLO di questo, e nonostante i tentativi di tranquillizzarla, di dirle che non c'è alcun parassita, che i dolori possono semplicemente essere intercostali, insiste. Di conseguenza ci sono sempre cose da fare, una volta deve correre in ospedale e un'altra volta bisogna buttare i mobili, oppure è urgente andare in farmacia a prendere questo o quello. Insomma, viviamo in un costante stato di ansia ed emergenza. Sta rovinando la mia vita, è diventata insopportabile. Non posso permettermi di scriverle un messaggio, perché la conversazione verte immediatamente sul suo stato di salute, sul quanto sia "nei guai fino al collo". Capita più volte che mi dica cose del tipo "non mi abbandonare", oppure, "io qui sono nella m*rda". Non mi permette di pensare ad altro, di distrarmi. È come se volesse ricordarmi in continuazione che lei sta male, che ha bisogno di me. Questo mi provoca uno stato di grande ansia e tristezza. Viviamo vicini, quasi nello stesso palazzo, e la mia compagna è incredibilmente paziente, ma anche lei non ne può più. Cosa posso fare? Di cosa soffre? Vi ringrazio in anticipo della risposta
Ciao, grazie per aver condiviso la tua storia. Capisco quanto sia difficile e stressante vivere in una situazione come questa, soprattutto quando ti senti costantemente travolto dalle preoccupazioni e dalle richieste di tua madre. Quello che descrivi sembra essere un attaccamento molto forte, quasi morboso, in cui tua madre cerca di mantenere un controllo sulla tua attenzione e sul tuo tempo attraverso le sue lamentele di salute e le sue emergenze continue. Dal punto di vista dell’Analisi Transazionale, potremmo dire che tua madre sta agendo principalmente dal suo “Bambino Bisognoso”, quella parte di sé che cerca attenzione, rassicurazioni e cure, forse perché si sente vulnerabile dopo l’embolia polmonare e ha paura di essere abbandonata o di non essere più autonoma. Questo Bambino Bisognoso la porta a creare continuamente situazioni di emergenza, anche quando non ce n’è realmente bisogno, per assicurarsi che tu sia sempre lì per lei.
Allo stesso tempo, potrebbe esserci anche un “Genitore Protettivo” che la spinge a cercare di controllare la situazione, magari perché si sente insicura o spaventata dalla sua condizione di salute. Questo mix di bisogni e paure la porta a comportarsi in modo iperprotettivo e ansioso, ma finisce per avere un effetto opposto: invece di avvicinarti, rischia di allontanarti, perché ti senti sopraffatto e incapace di vivere la tua vita in modo sereno.
Tu, invece, sembri agire principalmente dal tuo “Genitore Nutritivo”, quella parte di te che si prende cura degli altri e cerca di rispondere alle richieste di tua madre, anche quando questo significa mettere da parte i tuoi bisogni. Tuttavia, è importante che anche tu ascolti il tuo “Bambino”, quella parte di te che ha bisogno di spazio, di tranquillità e di vivere la tua vita senza sentirsi costantemente in ansia.
Per affrontare questa situazione, potresti provare a stabilire dei confini più chiari con tua madre. Non significa abbandonarla o smettere di aiutarla, ma trovare un equilibrio in cui tu possa essere presente senza sentirti sopraffatto. Ad esempio, potresti decidere di dedicare un momento specifico della giornata a lei, in cui ascolti le sue preoccupazioni e la aiuti, ma al di fuori di quel momento, cerchi di concentrarti sulla tua vita e sulle tue relazioni. Potresti anche provare a coinvolgere altri familiari o professionisti, come un medico o uno psicologo, che possano aiutare tua madre a gestire le sue ansie e le sue paure in modo più costruttivo.
Infine, ricorda che non è compito tuo risolvere tutti i problemi di tua madre. Puoi essere presente e supportarla, ma non puoi vivere in uno stato di emergenza continua. Prenditi cura di te stesso e della tua relazione con la tua compagna, perché anche tu meriti di vivere serenamente. Se senti di averne bisogno, considera di chiedere supporto a un professionista, come uno psicologo, che possa aiutarti a gestire questa situazione in modo più equilibrato. Se vuoi parlarne ancora, sono qui per ascoltarti.
Psicologo, Psicodiagnosta, Neuropsicologia, Consulente Tecnico di Parte - Pisa