La mia bimba di 3 anni ha spesso la febbre da quando è nato il fratellino, è psicosomatico?

Buongiorno,
ho una bimba di tre anni e un piccolo di tre mesi e mezzo. La grande è sempre stata una bambina molto esuberante, indipendente e matura. Al tempo stesso è anche molto sensibile. Ha iniziato l’asilo a settembre, ma aveva già frequento un anno di nido, senza grossi problemi di salute (solo una febbre in tutto l’anno del nido, più qualche raffreddore e un paio di virus intestinali lievi).

Dal giorno di dimissioni del fratellino a settembre ha iniziato ad ammalarsi, in tre mesi e mezzo siamo alla quinta febbre. Non ha altri sintomi particolari, ogni volta che la pediatra la visita riferisce che è pulita di gola, bronchi, polmoni e orecchie, ha solo la febbre.

Lei ha reagito bene alla nascita del fratellino, è molto affettuosa. Ha dei momenti di rabbia, nei confronti di noi adulti (nonni e genitori) e da qualche settimana dice di non voler più dormire da sola e di avere paura che io non torni più.

Aggiungo che il piccolo è stato ricoverato per una settimana, insieme a me, per bronchiolite prima di Natale. Allattando esclusivamente e non accettando lui il biberon non è stato possibile alternarmi con il papà. Lei è sempre stata a conoscenza dei fatti e le abbiamo spiegato la situazione in modo che potesse capire con gli strumenti che ha a disposizione una bambina di tre anni.

Ha dormito tutto il tempo dai nonni insieme al papà. Nell’ultimo mese e mezzo l’abbiamo tenuta a casa dall’asilo e di fatto non ha frequentato la comunità ma si è ammalata comunque.

Queste febbri ricorrenti senza particolari altri sintomi potrebbero essere psicosomatiche? Potrebbe essere una reazione inconscia alla nascita del fratello? Potrebbe essere una sorta di immunodepressione da stress che la rende più sensibile ai virus? Vorrei aiutarla ma non so come. Grazie

Gentile Silvia, 

i dettagli che riporta nella sua richiesta denotano una grande attenzione per la sua bambina, i suoi comportamenti e i suoi possibili vissuti.

L'ipotesi che lei avanza può essere una spiegazione di quello che sua figlia sta attraversando, ma per valutare meglio e in maniera più completa il quadro sarebbe opportuno uno spazio di incontro e confronto con uno psicologo esperto di età evolutiva.

A volte è sufficiente qualche colloquio con i genitori, prima ancora di coinvolgere direttamente i bambini nella consultazione, per aiutare a rileggere la situazione e a sbloccarla in maniera risolutiva. Se lo desidera, rimango a sua disposizione.

Cordialmente.