Dott.ssa Lucia Nigro

Dott.ssa Lucia Nigro

Psicologa, Psicoterapeuta

Ho 18 anni, ma sono stanca.

Sono una ragazza di 18 anni compiuti da poco. Sono una ragazza di 18 anni, con dentro di sè una vita di 100 anni.
Ho i genitori divorziati, e due fratelli.
Viviamo con mia madre.
Mio padre è scomparso dalla mia vita, ma non completamente. Non piango del fatto che sia scomparso, perché ha fatto bene. Fin da quando avevo solamente 5 anni, mi usava per i suoi comodi, per i suoi sporchi piaceri. Non è scomparso completamente perché a volte mi capita di vederlo per strada (abitiamo nello stesso quartiere), e quando capita cado in un vortice pericoloso, mi sento annegare in un oceano da cui non riesco a vedere la riva.

Ho paura, ho paura di qualsiasi “uomo” o “maschio” mi passi accanto o semplicemente mi guardi o possa, anche per sbaglio, toccarmi e addirittura sfiorarmi.
Mia madre non ha mai saputo, o voluto, promettere e difendere. Ancora oggi quando mi vede star male non mi degna di una parola, anzi, sono solamente litigi. Mi distrugge, mi fa sentire sempre meno. Ho cercato di essere tante e diverse persone per lei. Ho cercato di assecondarla anche quando le cose non mi andavano bene, ho cercato di aiutarla, mettendo il mio dolore da parte, nelle difficoltà giornaliere. Ma col tempo io mi sono resa conto che non devo essere nessun altra, se non me stessa. Perché ogni volta, mi mettevo nel letto e mi rendevo conto che io non dovevo e non potevo essere quell che a lei sarebbe potuto andare bene. Forse è lei che a volta deve riuscire a fare un passo avanti per me, per i suoi figli.
Ho due fratelli, uno di 21 anni e uno di 15 anni.
Quello di 21 anni, cerca sempre con tutte le sue forze di farmi cambiare vita, di regalarmi un sorriso in più ogni attimo che sta con me.
Quello di 15 anni, è fragile. È esausto, stanco. Da sempre ho cercato di difenderlo dalla cattiveria che la mia vita aveva vissuto in tenera età, da sempre ho cercato di proteggerlo da chi invece di amarlo, lo distrugge con parole usate come proiettili. Il 5 gennaio voleva farla finita, voleva dire al mondo “questa volta ti ho preceduto”, voleva avere la sua rivincita. Non mi sono mai sentita così tanto sconfitta in vita mia. Ho perso tutto. Sento di aver perso tutto, completamente. Per fortuna è tornato da me, perché credo abbia avuto paura di lasciarmi sola. O forse perchè ha sentito il richiamo del nostro angelo che l’avrà riportato a casa. A salvarmi, a salvarci insieme.
Sono stanca.. ogni giorno è una continua lotta per cercare di trovare un senso a questa vita. Ogni mattina mi alzo e mi chiedo “chissà cosa succederà” è proprio oggi un altro litigio è avvenuto tra me, che cercavo di difendere mio fratello, e tra mia madre che non capisce quello che sentiamo è quello che proviamo e ci urla solamente contro, usando parole e facendo gesti che una madre non dovrebbe mai fare. Non so più combattere. Voglio la mia rivincita e non so come prendermela. Non riesco più ad alzarmi. Sono stanca.

Cara Alessia, la tua storia è molto toccante e dalle tue parole scritte si evince una grande e profonda sofferenza, causata proprio da chi invece avrebbe dovuto difenderti e amarti puramente per la persona che sei..

le tue difficoltà sono legittime, visto tutto quello che hai dovuto passare nella tua giovinezza, non hai avuto la possibilità di viverla con leggerezza e innocenza ed è per questo che ti senti addosso 100 anni..

il mio consiglio, da Psicoterapeuta ma anche da giovane donna, è quello di chiedere aiuto ad un Professionista che ti possa aiutare ad elaborare tutti i tuoi vissuti e le tue emozioni, per trovare la forza e le risorse per "prenderti la tua rivincita", per iniziare a costruirti una vita diversa.

Ti suggerisco di cercare il consultorio più vicino al luogo dove abiti, sono sicura troverai persone disposte ad aiutarti come meriti, nei consultori di solito offrono pacchetti di colloqui psicologici a prezzi accessibili ad una giovane ragazza come te.

TI faccio un grande in bocca al lupo, buona vita