Rapporto freddo con la famiglia di origine

Salve sono una 33enne sposata felicemente con un uomo mio coetaneo, la nostra storia nasce nel 2016 da un incontro fatto su un sito di incontri, io mi ci ero iscritta per gioco non credendoci assolutamente e per sperimentarmi un po', ho scelto di rispondere a delle domande formulate da psicologi e lui ha fatto la stessa cosa siamo risultati compatibili al 80% quindi ci siamo incontrati anche se io non ci credevo dopo aver parlato ci siamo innamorati e dopo neanche un anno eravamo a vivere insieme abbiamo una grande intesa e complicità ci sono stati anche problemi inizialmente, lui per colpa della sua anzia era apparentemente tirchio, ma li abbiamo sempre superati, anche con l'aiuto di un percorso da lo psicanalista che gli ha sbloccato questa situazione di ansia gli ha spiegato che dipendeva da fatto che lui si era chiuso in sé stesso si era dissociato in tutta la sua adolescenza . Tutti e due abbiamo le nostre storie alle spalle ( convivenza per lui 6anni e altra convivenza per me di 9anni)con le famiglie di origini siamo molto cauti nell'avere rapporti forse perché abbiamo patito un po' troppo con le storie passate.... Comunque sia nessuno dei due si trova o condivide pensieri e mentalità delle famiglie di origine anzi ce ne teniamo ben lontani perché stiamo molto bene da soli o comunque sia con amici che abbiamo scelto pian piano nel nostro percorso di crescita individuale e di coppia. Siamo persone molto aperte e abbiamo cambiato modo di vivere negli anni e siamo felici è sorto però un mostro dalle ceneri tre o quattro volte l'anno abbiamo deciso di dedicare comunque delle giornate dedicati alle famiglie di origine. Io accolgo questa cosa come un'occasione d'oro desidero incontrare e dedicare un po' del mio tempo anche alle famiglie di origine lui è più a suo agio quando organizzo qualcosa con la mia di famiglia di origine e dopo ieri forse ho capito anche il perché.ieri abbiamo invitato la famiglia di origine di lui, Abbiamo preparato il pranzo siamo stati in giro a fare una passeggiata la sera abbiamo offerto a loro un aperitivo, anche se sono diversi da noi, molto più tradizionalisti ,sono brave persone, io ho accolto molto caldamente l'idea di stare con loro ma mio marito pur partecipando alla giornata è rimasto molto apatico quasi dissociato come se si fosse risvegliato qualcosa in lui del passato, in pratica ha passato la giornata a criticare tutto quello che facevo e la sera mi ha offesa presentandomi a loro come una persona che non riesce a orientarsi e a capire la strada per arrivare ad un semplice ristorante vicino casa, solamente perché ero un po' titubante, lui mi ha presentata così io mi sono sentita offesa e ferita Ho trattenuto le lacrime a stento. L'aperitivo è stato comunque piacevole non ho discusso davanti alla sua famiglia di origine, ma dopo nei abbiamo apertamente parlato e lui è stato tanto male da non dormire la notte perché riflettendo ha capito fin da subito e di avermi offesa e non potendo tornare indietro e non sapendo spiegare da dove viene quel comportamento che si è già presentato in passato anche sminuendo se stesso cioè spiegandomi meglio lui ha descritto se stesso come una persona che non lavora onestamente..Io sono intervenuta e ho chiesto agli amici che avevo di fronte se anche loro l'avevano vissuta così avevano capito questo è anche loro mi hanno confermato che il discorso passava questo concetto... Ma anche di questo non è capace di dare spiegazioni.... Fortunatamente gli amici e le famiglie di origine ci conoscono per come siamo e certo non si sono fatti influenzare da questi strani comportamenti e dall'altra parte quel che disturba non è quello che possono pensare gli altri ma il rapporto di una complicità che viene a mancare sciupando così quelle che possono essere delle belle giornate..... Diciamo che c'è l'interesse reciproco a venirsi incontro e così abbiamo trovato un piccolo escamotage, quando si verrà a ripresentare una situazione del genere Io dovrò dirgli "ippocampo" così lui ripensa a tutto quello che ha sofferto per essere entrato in quello stato e in teoria si dovrebbe riprendere e ritornare se stesso potrebbe funzionare?

Buonasera,

ho letto con attenzione quanto da lei riportato e provo come prima cosa a risponderle e poi a suggerirle qualche riflessione. Rispetto a quanto da lei domandato sull’efficacia o meno della parola “ippocampo”, è difficile dire a priori quanto possa funzionare. Innanzitutto, affinché una “parola” sia di per se’ utile ad interrompere un comportamento è necessario che la persona che la sente ne percepisca l’importanza e che la parola (e sopratutto il significato che ci sta dietro) sia condivisa, altrimenti il rischio è che risulti solo frustante e per di più poco efficace. Detto ciò, la invito ad alcune riflessioni: prima di tutto, forse meriterebbe che il suo compagno continuasse a lavorare su questi suoi vissuti, se gli creano tanto disagio e difficoltà poi nel relazionarsi con le emozioni verso di se’ e verso gli altri. Questo non esclude che possa essere utile continuare anche a portare avanti un percorso parallelo di coppia per provare a lavorare insieme su alcune dinamiche che, mi permetto di dire, forse ancora non sono del tutto chiarite. Ad esempio, lei prima dice di voler stare “ben lontana” dalla famiglia di origine ma poi afferma poco sotto il contrario, ovvero che ci sta volentieri e che è il suo compagno sfavorevole alla cosa... la invito quindi a riflettere su questo binomio: cosa vuole lei e cosa vuole il suo compagno perché nonostante possiate essere molto compatibili e simili, può capitare che su certe cose si abbiamo opinioni discordanti e questo non significa amarsi di meno o essere “non adatti” a stare insieme, ma solo che su certe cose si hanno  idee differenti. La invito a riflettere con calma e tranquillità su questi aspetti e di provare a capire anche lei cosa stia provando in questo periodo. 

Le auguro una buona serata