Dott.ssa Manuela Schiavone

Dott.ssa Manuela Schiavone

Psicologo, Psicoterapeuta

Come devo affrontare questa situazione?

Buonasera, Passo subito a spiegarLe la mia storia: Sono stato per un anno e mezzo con una ragazza, di cui a breve Le parlerò. La relazione era molto normale, tra alti e bassi fisiologici, abbiamo affrontato tante situazioni brutte durante questo tempo insieme: l'infarto del padre, il mio perdere il lavoro, un incidente d'auto, la morte di mio nonno da lei non capita, un suo esame che l'ha stremata... Ma tutto sommato eravamo affiatati e molto, molto legati. Lei é sempre stata un tipo ansioso e molto molto testarda, tanto da farmi pensare che avesse il potere di autoconvincersi. Tutto questo fino a 3 mesi fa, quando dopo essere stati al bar con un'amica che aveva lasciato il suo ragazzo é iniziato questo calvario che ha distrutto lei, me e ora la nostra storia. Dopo qualche giorno da quell'incontro al bar lei mi lascio' una prima volta, dicendo che era assillata dal dubbio sul se mi amasse o meno. Poi una settimana circa è tornata da me e abbiamo ricominciato, nel frattempo lei ha iniziato un percorso con una psicologa, che le ha quasi subito diagnosticato una depressione maggiore. Gli alti e i bassi si avvicendano quindi ormai nel giro di una sola giornata più volte... Ma io ho cercato di starle vicina e spronarla, o almeno di comprendere il suo dolore. Scoprendo in questo periodo che lei questa situazione l'aveva già vissuta nella sua precedente storia, nella quale di era intrappolata perché il dubbio sull'amore per il suo ex l'aveva portata a pensare di poter essere omosessuale. Comunque dopo aver incontrato, sotto richiesta della psicologa, uno psichiatra e un neurologo, la diagnosi di tutti e tre é stata la stessa: DOC (omosessuale e da relazione). Comunque alla fine degli ultimi 3 mesi sembrava andare tutto meglio, c'erano si giornate no, ma mi sembrava più serena... Poi ha iniziato a prendere i farmaci antidepressivi consigliateli dallo psichiatra (seroxat) e dopo una settimana dalla prima compressa, mi ha lasciato di nuovo dicendomi che le era tornato quel pensiero di nuovo da un paio di giorni, che lei era stanca, che non poteva farmi del male così, che aveva bisogno di stare sola perché ha perso la spontaneità del sentimento... E da allora sono passati 16 giorni nei quali non ci siamo più né visti nè sentiti... Io sto rispettando questa sua scelta, anche se non so se é giusto fare così. Io ho bisogno di aiuto, non so cosa fare, come posso aiutarla? Come devo affrontare questa situazione? Io sto male da giorni... Non faccio che pensare a questa situazione che mi manda al manicomio, perché non è la fine di una storia normale, cioè io dovrei odiare lei nella normalità, ma sapendo del disturbo odio questo, perché io non credo che lei non mi ami, anzi... Ma sono stanco... Molto stanco. Mi aiuti, mi consigli, mi dica come comportarmi, cosa pensare. La prego mi aiuti. Grazie anticipatamente.

Caro Nicola accolgo con rispetto il dolore, la delusione e il senso di impotenza che trapelano dalle sue parole. Ha vissuto e sta tuttora vivendo una situazione estremamente difficile da un punto di vista emotivo e di grande dispendio energetico. Purtroppo in questa lettera non emerge la parte più importante della storia: LEI, la sua persona, i suoi bisogni, i suoi sogni e desideri. Chi è Nicola? Quanti anni ha? Lavora? Quali sono i suoi punti di riferimento? Quali le passioni? Insomma l’aspetto completo della sua personalità. Si nota d’altra parte la sua straordinaria attitudine a  prendersi cura degli altri, in questo caso della sua partner, riservando per se stesso un piccolo angolino stretto. La sua lucidità è però altrettanto straordinaria, la consapevolezza di aver bisogno di aiuto per gestire o terminare una situazione relazionale bipolare che alla lunga può sfiancare e ridurre a zero tutte le energie della persona. Per poterle fornire dei consigli utili avrei bisogno di conoscere il suo percorso di vita, le caratteristiche salienti della sua personalità e se ha fatto altre esperienze relazionali simili a quella che ha raccontato. Per questo e considerando le pieghe complesse della sua persona le consiglio di intraprendere un percorso individuale di psicoterapia relazionale per comprendere le ragioni nascoste alla base del suo malessere e per trasformare i suoi limiti in risorse potenziali da cui attingere per operare un vero processo di trasformazione e cambiamento. Le auguro di trasformare la sua consapevolezza in azioni concrete per decidere di vivere una vita piena.