Dott. Marco Maiani

Dott. Marco Maiani

Psicologo, Psicoterapeuta - Esperto in PNL ed Ipnosi

Non riesco più a convivere con me stessa

Salve a tutti.
Cerco il vostro aiuto perché so di non poter continuare a vivere così. Una caratteristica di cui vado fiera è la mia ambizione e dedizione, sono una ballerina e attualmente studio a Copenhagen danza contemporanea e classica, ci ho lavorato tanto, ho fatto tantissime “rinunce” per arrivare dove sono ora e sono andata a vivere completamente da sola in Danimarca a 17 anni pur di migliorare siccome è quello che più amo fare nella vita. Sono quasi ossessionata dal volere un bel futuro e ci tengo troppo al mio piano di vita, qualunque persona per me non sarà mai più importante della danza o comunque del mio futuro e questo mi è stato spesso rimproverato “la danza e il tuo piano di vita sono più importanti di me”, a questa affermazione ho sempre detto di si, non per cattiveria ma perché è la realtà. Da piccola (13-14 anni) presa dalla mia giovinezza mi sono fidanzata con un ragazzo più grande di me di 7 anni un po’ trasandato, gli piaceva fare risse, beveva molto e aveva un passato molto doloroso. Il problema è che questo ragazzo, il mio primo ragazzo, mi ha creato molti problemi, mi ha costretta ad avere rapporti con lui un giorno essendo molto ubriaco nonostante supplicassi di fermarsi piangendo, mi ha coinvolta in risse in cui io non c’entravo nulla, mi ha dato un morso sulla guancia una volta lasciandomi il segno per settimane solo perché volevo scappare da lui un giorno in cui era ubriaco e avevo notato che fosse aggressivo, mi ha tradito molte volte, mi chiamava in modi davvero brutti, non potevo uscire senza di lui neanche con le mie amiche e quindi mi ha allontanata da tutti, non potevo vestirmi come volevo. Ci sono stati molti episodi durante il corso di 2 anni di questa orrenda “relazione”, alcuni dei quali neanche li ricordo più perché credo li abbia dimenticati per difendermi da essi.
Ormai sono passati anni e intanto mi sono frequentata con altri ragazzi, alcuni davvero mi volevano bene, altri volevano solo usarmi ma il punto sta nel fatto che io non riesco più a provare sentimenti reali, non soffro neanche, seppur mi accadono cose brutte, io non riesco a star male per più si un’ora, magari piango e mi arrabbio anche in quell’ora ma dopo mi addormento (credo che anche questo sia uno strumento di autodifesa) e quando mi sveglio non ci sto più male. Questo accade in qualunque caso, ache se non c’entra nulla la vita sentimentale…
Ciò però mi porta a fare del male alle persone e me ne rendo conto solo dopo…
Ecco l’unica cosa che mi sta divorando è questa mia apatia o quasi nei confronti di cose che non siano “i miei obbiettivi”, che sono l’unica cosa di cui davvero m’importa…
Aiutatemi se potete…

Salve Eleonora,

ho letto con attenzione la sua lettera, sembra essere una ragazza che ha incentrato tutte le sue energie nella sua passione di vita che è la danza, che occupa una parte centrale della sua esistenza e che è il principale obiettivo che si è prefissata di  raggiungere. Il successo richiede tempo, sudore, dedizione e tanto impegno...Ma a che prezzo? Ha descritto in modo particolareggiato la sua prima storia sentimentale con un ragazzo più grande, lei era ancora una bambina e con ogni probabilità, complice la giovane età, ancora non riusciva a distinguere l'amore da ciò che non era amore, subendo così l'aggressività, le umiliazioni e i comportamenti aggressivi del suo ex ragazzo. In termini psicodinamici, oggi la sua libido è totalmente incentrata nello studio della sua unica passione, con l'obiettivo di ottenere il successo, successo che deve essere raggiunto ad ogni costo, mettendo da parte i rapporti affettivi e sentimentali e ritirandosi in una sorta di guscio anaffettivo che la protegge dal rischio che i sentimenti la possano ferire di nuovo, come accadde in passato. L'esperienza che ha fatto in passato, probabilmente, l'ha spinta a crearsi una corazza che le impedisce di provare sentimenti, una specie di corazza contro la sofferenza che questi potrebbero procurarle, e ,inoltre, condizionerà, che lei lo voglia o no, i suoi futuri rapporti interpersonali, non solo quelli sentimentali. Come le hanno già consigliato altri colleghi, è consigliabile per lei affrontare il tutto in sede terapeutica, un percorso di terapia è caldamente raccomandato. 

Cordiali saluti   Dr. Marco Maiani Psicologo-Psicoterapeuta (Roma)