Dott. Marco Ventola

Dott. Marco Ventola

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

Ogni qual volte devo parlare al telefono o ad una interrogazione incomincio a palpitare

salve, mi presento: sono Marina, ho 21 anni e sono una studentessa....ho un problema che mi affligge, posso dire , da sempre, già da piccolina...ogni qual volte devo parlare o al telefono, o al citofono, o ad una interrogazione o semplicemente devo fare una chiamata incomincio a palpitare,mi manca il fiato, a volte balbetto anche...è una condizione che mi distrugge....e dopo ogni mia "performace negativa" mi sento stanca e vuota....vedo la differenza con i miei compagni di università..riescono a parlare con tutti con grande facilità senza avere i miei problemi, e questo mi rende tanto ma tanto triste....ho solo 21 anni e non vorrei che a causa di questo "mostro" che vive in me,mi debba limitare la vita od ogni semplice azione...all'inizio avevo pensato fosse balbuzie, poi mi sono ricreduta. Ho paura di prendere farmaci perchè so che possono portare dipendenza....ma sono disperata. Penso alla mia laurea e alla figuraccia che inevitabilmente farò davanti a tutti...la prego mi aiuti. Saluti Marina
Gentile Marina, della sua richiesta, mi hanno colpito molto due parole in particolare: performance negativa. Come se lei vivesse costantemente una prova da affrontare. Certo, lei parla di esami, ma anche del parlare al telefono o al citofono. Come se parlare a qualcuno fosse sempre uno sforzo che la lascia esausta. Mi chiedo nel frattempo cosa le passa per la testa. Cosa si dice nel frattempo? Un indizio forse lei già lo fornisce quando dice che guarda ai suoi compagni di Università, spigliati e disinvolti(sempre?), senza paure, senza titubanze alcune. Come se descrivesse un mondo fatto da gente sicura di se stessa e lei invece spaventata dal mondo, e a quanto pare da sempre. Ora Lei fa un ulteriore riferimento: la data della tesi. A livello simbolico la spaventa molto, io credo, non solo perchè dovrà parlare per esporre la sua tesi. Ma anche per un'altro motivo: è una data nella quale non si può più far "finta" di essere piccoli. Far finta di vivere in un mondo di adulti sicuri di se stessi, da bambina spaventata e bisognosa di protezione. Io credo che il suo problema sia più grande del semplice parlare in pubblico. Che il suo problema sia riferito al suo iniziare ad accettarsi come adulta che si confronta in un mondo adulto. Spero che queste poche righe possano esserle di aiuto nel capire i suoi vissuti e utilizzarli per affrontare le numerose "avventure" che il mondo le propone. Un caro saluto,