Dott. Marco Ventola

Dott. Marco Ventola

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

Soffro di vaginismo, ma non trovo lo psicologo giusto per me

Ho letto attentamente la pagina riguarda il problema del vaginismo. Mi sono rispecchiata nel problema a livello psicologico. Ma sinceramente ho fatto anni fa della terapia di gruppo da uno psicologo in puglia, poi da quando vivo a Roma ho cambiato tre psicologi, uno adoperava la tecnica dell'ipnosi terapia, un altro la gestalt. Insomma come faccio a curarmi se non riesco a trovare lo psicologo giusto. Diventa quasi un trauma doversi affidare a qualcuno. Sono un attrice ma questo problema lo vivo profondamente da anni, adesso un po' meno. Mi piacerebbe avere un colloquio con uno psicologo più umano e professionale. Grazie
Gentile Utente, mi ha colpito molto la sua richiesta. Lei parla di difficoltà ad affidarsi e che quello che ricorda dei suoi passati terapeuti sono l'orientamento(ipnosi, o gestalt) tecnico e non il rapporto costruito con loro. Sicuramente affidarsi e fidarsi sono due aspetti importanti della sessualità. La diffidenza, la difficoltà ad aprire il proprio cuore non è un compito sempre facile. Riuscire a dare fiducia all’altro non è facile. Lasciarsi andare è una vera e propria arte che presuppone il credere di poter scoprire qualcosa di vitale nel volgersi verso l’altro. Occorre subito aggiungere che riuscire a “sporcarsi” nel gioco della vita non è cosa semplice ed è per questo che su moltissime persone incombe il susseguirsi della ripetizione, del vivere abitudini ritualizzate. L’accortezza diventa allora l’unica ancora di salvezza rispetto ad un mondo violento e spietato. La paura diventa un ostacolo al proprio processo di crescita e le abitudini rassicuranti impediscono ogni forma di esplorazione. Quando si dimentica cosa vuol dire credere e lottare per ciò che conta non si ha più bisogno del coraggio, perché non si ha più nessuna sfida da affrontare. L’unico obiettivo è quello di conservarsi più sano possibile, senza tracce di ferite ma anche senza tracce di vita. Comprendiamo allora perché la poetessa Alda Merini scrive che “Chi non ha paura della morte è il poeta. Chi la sfida ogni giorno. Chi la cerca. Chi mangia cibi sbagliati, si alza ad orari sbagliati, incontra persone sbagliate e decide di vivere in modo diverso è sempre e soltanto il poeta. Per la poesia la sua anima stravede, si appassiona e si doma”. Mettere poesia nella propria vita porta a darsi l’opportunità di costellare la propria esistenza di profondi coinvolgimenti emotivi senza essere spaventati dalle conseguenze inevitabili che succedono vivendo. Ed allora, è solo in quel preciso istante nel quale si scopre l’esperienza profonda dell’incontro che si riesce ad essere rapiti ed ispirati dall’esistenza stessa. Le crisi personali sono, in tal senso, una risorsa straordinaria, poiché solo attraversando momenti critici si possono scoprire le verità più profonde del proprio animo: la possibilità che ci viene offerta è quella di poter porgere l’orecchio a quei segnali che sollecitano un richiamo alla nostra dimensione interna. Io non so chi è per Lei il "terapeuta giusto", ma non smetta mai di porgere l'orecchio. Cordiali saluti