Ansia nel canto
Studio e pratico attivamente il canto con grande passione da alcuni anni e desidero continuare a farlo, tuttavia sono vittima di un perfezionismo che si sta trasformando in ansia. Non si tratta di un'ansia da "ciò che la gente pensa". L'ansia che provo quando devo cantare davanti agli altri è qualcosa di più misterioso... è l'incapacità di ricreare davanti agli altri ciò che sento di aver raggiunto nella pratica da sola senza nessuno intorno. L'ansia che provo si manifesta come una stretta nella zona addominale, come se avessi un nodo perenne, e nel canto diventa rigidità fisica sia generale che dell'apparato fonatorio, respirazione alta, la mia mente letteralmente si annebbia (NON SO PIU' COSA DEVO FARE, PERDO OGNI TIPO DI LUCIDITA') e non riesco a cantare come SO che posso e che so fare. Questo accade specialmente nei brani o nei passaggi che io ho battezzato come "difficili": da sola mi riescono, per quanto magari con le umane imperfezioni, mentre in ambienti "non safe" non è solo questione di imperfezioni, è proprio che mi escono voci strozzate, nebbia mentale (panico?), incapacità di eseguirli. Quindi tendo a rimanere nella mia "comfort zone", non riesco mai ad osare qualcosa in più, nemmeno alle prove con altri musicisti. Anzi, paradossalmente quando faccio un concerto sono molto più rilassata (anche perchè evito di eseguire qualsiasi cosa che esca dalla mia comfort zone). Questa esperienza ripetuta ha instillato in me una lacerazione tra il forte desiderio di cantare in libertà e la paura... e questo ambiente mentale ha portato a un comportamento che ha reso tutto questo autosufficiente: sforzarsi troppo, ipercontrollo (vocalmente parlando) che non sta facendo altro che irrigidirmi ulteriormente causandomi non poca frustrazione, la quale a sua volta alimenta il circolo vizioso. Non so come uscirne.
Ciao Chiara si percepisce quanto sia difficile sentire questa distanza tra il canto libero che vivi da sola e quello che accade quando ci sono altre persone. In quei momenti il tuo corpo ti parla.
Non è una questione di bravura: è una questione di condizioni. L’obiettivo non è spingerti o controllarti di più, ma creare piccoli momenti in cui ti senti abbastanza tranquilla da lasciare che la voce torni a fluire anche davanti agli altri, il lavoro da fare è proprio creare uno spazio senza ansia anche in situazioni come quelle che descrivi. Un passo alla volta, con gentilezza, la libertà che provi da sola può ampliarsi anche altrove.
Grazie della condivisione.
Dottoressa - Parma