Dott.ssa Maria Chiara Bonfante

Dott.ssa Maria Chiara Bonfante

Psicologa, Psicoterapeuta

Sono triste o depresso?

Sono triste o depresso?

Nel linguaggio comune si tendono ad utilizzare in modo similare i termini tristezza e depressione questo ha generato spesso confusione e preoccupazione. In realtà vi sono delle importanti differenze: innanzitutto la tristezza è un’emozione mentre la depressione è una patologia psichica che necessita di cure.

Quando una persona è triste tende a isolarsi o a dedicare meno tempo ad alcune occupazioni della vita quotidiana ma continua a rimanere attiva. Mentre le persone depresse si sentono avvilite, stanche, tendono di solito a trascurare i loro impegni lavorativi perché affaticate e spesso non riescono a trovare soluzioni ai loro problemi.

Un’altra caratteristica che le differenzia è la durata nel tempo, mentre la tristezza, come tutte le emozioni ha una durata relativamente breve mentre la depressione permane nel tempo. Infatti per fare diagnosi di tale disturbo è necessario che persista per almeno 6 mesi.

La tristezza non cambia lo stile di vita di una persona, infatti continua a provare soddisfazione per il lavoro scelto o per la famiglia costruita. Quando una persona soffre di depressione la quotidianità cambia, tende a saltare gli impegni presi, a rinviare tutto ciò che è vissuto come uno sforzo mentale ed emotivo.

Ed ancora quando un individuo è triste pur sperimentando un certo grado di isolamento, in genere cerca persone care con cui condividere le proprie emozioni o farsi consolare. La depressione invece porta ad un rifiuto degli altri, ad un progressivo isolamento e incapacità di comunicare il proprio stato d’animo.

Le persone tristi, nonostante il dolore che provano continuano a mangiare, dormire e a sperare in un futuro migliore. Le persone depresse sono sopraffatte dalla disperazione non riescono e fare progetti e non riescono a pensare ad un domani in modo positivo.

Le persone depresse a differenza di quelle tristi vanno trattate con terapie psicologiche o psichiatriche nei casi più gravi in quanto tendono a permanere se non curate. Invece la tristezza è uno stato d’animo passeggero che è parte della dotazione psichica di ogni individuo che gli consente di affrontare la vita in tutte le sue caratteristiche, positive e negative.

Ho ritenuto necessario descrivere le differenze tra tristezza e depressione in quanto, durante la mia carriera di psicoterapeuta, ho incontrato persone spaventate dalle loro emozioni soprattutto quando provavano tristezza.

Spesso venivano ai colloqui convinte di essere malati da curare e di soffrire di una terribile patologia. Questa loro impressione a volte era supportata dalla prescrizione di antidepressivi da parte di medici che probabilmente con un dosaggio minimo avevano l'intenzione di aiutare i paziente a superare una fase difficile della loro vita ma che inavvertitamente confermava le loro paure di essere depressi.

Non sempre è facile accettare lo stato d'animo della tristezza, ma in realtà è una delle emozioni più importanti in quanto consente e regola in modo fondamentale le relazioni sociale, pensiamo ad esempio alla capacità di empatizzare con le persone che soffrono. Consente inoltre di guardare con obbiettività alle vicende della vita, che per sua natura contiene aspetti meravigliosi e aspetti molto dolorosi e quindi di accettare la nostra condizione umana, il nostro inizio e la nostra fine.

Per concludere è importante non confondere tristezza e depressione perché questo consente di entrare in contatto vero e autentico con noi stessi e la nostra storia, mentre paradossalmente la depressione può essere intesa come fuga dai vissuti dolorosi che nell'infanzia abbiamo subito ma che in età adulta possiamo invece tollerare e trasformare in esperienza e sensibilità.

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Buongiorno.
Io morirò dalla tristezza ma penso che sono puré depressa perché vivo in una realtà triste.
Ce qualcosa che dole assai dentro di me. Ogni mattina mi sveglio con voglia di non fare niente. Lavoro a forza perché devo portare il stipendio accasa, non sono grata perché non mi li godo, si consumano per altre cose ma non in prima persona.
Anni fa ,diciamo 6,7a una risonanza magnetica mi hanno trovata neurostenie.
Ho visto i disturbi ma dovevo lavorare,se mi fermavo ero morta.
Pensavo che sono solo stanca.
Ma notto che la mente se ne va.
Non riesco a concentrarmi, non mi trovo le parole a volte per dialogare, non riesco a stare atenta ai discorsi...un vuoto totale. Sono ma non ci sono.
Sto male e l'anima soffre. E non vedo uscite.Anzi mi abbandono ogni giorno di più.
Forse anche perché sto chiusa,sono una badante e ho poca libertà, poco tempo per me.oggi faccio 51 anni ma mi sento di 90 .
Cosa posso fare?
Grazie

Florentina il 05/04/2022

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