Dott.ssa Maria Concetta Capuano

Dott.ssa Maria Concetta Capuano

Psicologo, Psicoterapeuta

Ho subito violenze in parte fisiche ma soprattutto emotive da mio padre

Non so a quale categoria appartenga la mia domanda ma provo qui. Da piccolo ho subito violenze in parte fisiche ma soprattutto emotive da mio padre. Ho sempre sentito la responsabilità di proteggere mia sorella più piccola e mia madre. Non ho mai avuto una figura di riferimento maschile. Ora a quasi 32 anni mi ritrovo ad aver tentato il suicidio che per poco non è riuscito, giusto un paio di settimane fa. Sento il bisogno disperato di una figura maschile che a volte prende sfumature romantiche, che però finiscono solo per farmi stare peggio perché non voglio una relazione omosessuale e allo stesso tempo non sano le mie vere ferite, non risolvo le vere cause del mio male. Vedo le donne come esseri indifesi e da proteggere e non sopporto vedere un uomo con una donna, percepisco questo rapporto come una violenza e mi ritrovo estraniato da tutti, almeno così mi sento, nonostante sia una persona socievole. Non riesco a smettere di pensare al suicidio e non so a chi rivolgermi. Sto provando un po' di tutto, almeno su internet per adesso. Non mi trovo in Italia e non posso vedere uno psicologo qui. Sono volontario in un paese povero. Ringrazio per qualsiasi informazione

Caro Natan,

la tua richiesta di aiuto e il tuo grido di dolore e rabbia sono per me davvero toccanti e commoventi. Mi colpisce molto la lucidità con cui riesci comunque ad affrontare un argomento così doloroso come le violenze subite da tuo padre, la figura più, nella mente e nelle speranze di un bambnino come tu eri all'epoca, dovrebbe invece difenderci con la sua forza, esserci d'esempio e insegnarci cose sul mondo. Tu domostri di avere una chiara percezione che queste cose ti sono mancate e di quali sono state le conseguenze sul piano identitario, relazionale, interiore. Dimostri quindi a mio avviso una grande forza e tante risorse interiori con le quali potresti, a mio avviso, affrontare in terapia questi nuclei dolorosi del tuo passato. Ma la tua richiesta d'aiuto, veicolata anche dal tentativo di suicidio, è chiara e indica che senti un bisogno urgente di fare qualcosa a questo riguardo. Nel paese in cui ti trovi sei impossibilitato anche a rivolgerti ad un medico che possa magari, in attesa di iniziare un percorso terapeutico, prescriverti un farmaco per alleviare almeno un po' la tensione interna che senti e darti un primo aiuto? Per quanto tempo resterai lontano dall'Italia?

Il mio primo suggerimento sarebbe questo, seguito da un rinforzo della consapevolezza della tua forza e delle risorse che possiedi e che possono aiutarti a "tenere botta" un altro po' in attesa di tornare in Italia e prenderti cura di te stesso. In tal senso voglio sinceramente dirti "bravo" per il permesso di cura di te stesso che ti stai dando. Ti lascio con una riflessione: è una cosa molto bella che tu, anche consapevole di alcuni dei motivi che ti spingono ad essere altruista, ti dedichi all'aiuto degli altri, con la difesa delle donne, con il volontariato. Rivedi in queste persone il bambino indifeso e bisognoso di aiuto che tu sei stato, ma proprio per questo ti rendo più esplicita la necessità di prenderti cura anche di te stesso, di quella parte di te sofferente e ferita: non è troppo tardi e se sentissi più forte la tensione e la sofferenza, per favore non esitare a lasciare quel che stai facendo, prenderti cura degli altri, per prenderti cura di te.

Resto a disposizione in caso tu lo volessi.

Un caro saluto,