Dott.ssa Maria Ferraro Bianchi

Dott.ssa Maria Ferraro Bianchi

Psicologa, Psicoterapeuta

L'insegnante ha proposto ai bambini di disegnare la famiglia e mio figlio ha disegnato una casa tutta nera

Scrivo per mio figlio L.frequenta il terzo anno della scuola dell'infanzia Una volta a settimana per un'ora a scuola si svolge l'ora di religione. L'insegnante ha proposto ai bambini di disegnare la famiglia. L, (farà cinque anni a marzo) ha disegnato una casa tutta nera, con i tratti molto marcati ed il papà. Questo ha fatto impensierire molto la maestra di religione che mi ha chiamato per chiedermi se in famiglia ci sono problemi in quanto il bambino non mi ha rappresentata proprio. Ha domanda della maestra di disegnare il resto dei componenti della famiglia, il bambino ha fatto capire che: "sono in casa". La mia spiegazione è stata che noi tre (io, L. ed il fratellino) siamo sempre in casa ed il papà è al lavoro. Ma questa spiegazione non è bastata alla maestra, insiste sul fatto che il bambino non mi abbia "rappresentata". Dopo qualche giorno mi sono ricordata che, qualche giorno addietro, io e mio marito siamo andati a scuola in occasione della riunione dei genitori e che lui col fratellino sono rimasti con la baby-sitter (persona che praticamente gli ha cresciuti e di cui mi fido) e proprio quella sera c'è stato un forte temporale con grandine ed è andata via la luce. Ho abbinato questo episodio al disegno della casa nera. L'indomani mattina infatti la prima cosa che mi ha detto L. al suo risveglio è stata: "mamma ieri è andata via la luce". La settimana successiva la maestra di religione ha riproposto il disegno sulla famiglia. L. con altri due amichetti hanno fatto lo stesso disegno. una bella casa, con le persiane aperte, le porte e le finestre e fuori dalla casa un gattino bianco e nero (in effetti noi abbiamo due gattini che vivono fuori casa). Alla richiesta più concitata della maestra di disegnare la famiglia gli altri due bambini hanno disegnato le loro rispettive famiglie, ma L. dopo le insistenze della maestra ha disegnato la pioggia, facendo capire alla maestra che noi quattro eravamo dentro casa perchè pioveva. Ora, la maestra insiste col dire che ci sono problemi, che deve essere seguito, che è un bambino svogliato, insomma è andata su tutte le furie per questo disegno e mi ha già avvisato che la settimana prossima riproporrà di nuovo il disegno della famiglia proprio per vedere cosa disegnerà L. All'uscita della scuola, mortificata per le parole della maestra, ho chiesto a mio figlio perchè non ci avesse disegnato e lui con molta spontaneità a alzato la mano verso l'alto e mi ha detto: "mamma guarda il cielo no!?" - stava piovendo! Ora egregio dottore le chiedo: sono veramente indicativi di una qualche problematica questi disegni di mio figlio o è la maestra che si sta improvvisando lo psicologo della situazione? Devo dirle che la maestra mi ha prospettato una situazione molto pesante ed ha insistito molto sul fatto che secondo lei L. vive in un mondo tutto suo, è svogliato: mi ha consigliato di seguirlo, di creargli una stanza tutta sua con dei giochi dove sia libero di giocare, di non aiutarlo a vestirsi o lavarsi ma lasciarlo fare da solo ecc. Mi ha anche detto che il suo giudizio finale su L. sarà negativo e che per lei non è assolutamente pronto ad affrontare la scuola primaria, parlando anche di un eventuale sostegno. Quindi mi ha indicato non solo la diagnosi ma anche la terapia: mi scuso dottore se mi dilungo così tanto, ma sentire queste parole mi hanno turbata. Le descrivo mio figlio dicendole soltanto che lui si veste, si mette le scarpe e mangia da solo da quando aveva 18 mesi (ero incinta del fratellino e non potevo fare più di tanto), si lava da solo i denti, ha imparato anche a fare i fiocchi ed ad abbottonarsi i bottoni del grembiule, non lo reputo un bambino pigro, i miei figli stanno pochissimo davanti la televisione, abbiamo un bel giardino ed alla prima occasione siamo lì a far volare l'aquilone, a giocare con i gattini o a raccogliere i rami secchi per il fuoco. In casa hanno a loro disposizione una bella veranda luminosa che io e mio marito abbiamo creato per loro, dove possono giocare liberamente senza pericoli e dove si svolge la maggior parte della giornata. Infine le dico anche, che le altre maestre, quelle che invece lo vedono tutti i giorni, alla mia richiesta di come è il bambino, cosa fa, mi hanno sempre risposto: "per la sua età è perfetto!" Mi dia un suo parere la prego, così che possa essere più serena, ripeto questa situazione mi ha molto turbata. La ringrazio. Patrizia

Cara signora Patrizia, mi spiace dirlo ma forse è proprio il caso che ognuno faccia il proprio lavoro. Quest’insegnante di religione che ogni settimana ripropone il disegno della famiglia per vedere se la disegna o meno ha messo ansia a me, immagino quale pressione possa essere scaturita nel piccolo L. Parliamoci chiaro: quante ore a settimana la suddetta insegnante lo vede? Una? Una e mezza? Decisamente più attendibile il parere delle insegnanti di classe, non pare anche a lei? Non capisco inoltre l’associazione tra una “terribile” mancanza nel disegno e il giudizio di svogliatezza (anche qui: un conto è essere svogliati, tutt’altra cosa è vivere in un mondo “tutto suo”, ovvero scollegato dalla realtà). Consideriamo che è all’ultimo anno di scuola materna, ma è il più piccolo nel gruppo dei remigini, volendo lui potrebbe tranquillamente fare un altro anno alla scuola dell’infanzia e cominciare la primaria a sei anni e mezzo. Cosa che solitamente consiglio un po’ a tutti i genitori di figli nati nei primi mesi dell’anno: anticipazionismo e prestazionismo lasciamoli eventualmente al mondo adulto, ai bambini concediamo tutto il tempo di cui hanno bisogno per sviluppare un equilibrio emotivo stabile, prerequisito fondamentale per qualunque successivo apprendimento. Ha usato il colore nero: di per sé non è indicativo assolutamente di nulla (poteva essere banalmente l’unico colore rimasto disponibile). Non ha disegnato la mamma: in realtà eravate tutti ben protetti dentro alla casa, simbolo di intimità e calore familiare. E’ probabile che in questo modo L. abbia trovato una sintesi tra la sua voglia di non sforzarsi più di tanto e la realizzazione creativa della consegna “disegna la tua famiglia”; mi sembra che così lui abbia dimostrato di avere una forma d’intelligenza già elaborata e una visione intuitiva delle cose, che porta probabilmente a saltare qualche passaggio logico/lineare ma ad arrivare comunque al risultato atteso. Sinceramente penso che non ci siano abbastanza elementi per considerare la situazione “così grave” come a lei delineata dall’insegnante di religione. Mi rendo conto però che l’insistenza e la completa mancanza di tatto e professionalità della persona in questione le abbiano giustamente generato un livello di allarme che forse solo un consulto da un esperto di psicologia infantile potrebbe sedare, ridimensionare o quantomeno vedere se c’è realmente qualcosa e di cosa esattamente si debba parlare. Si tratta solitamente di pochi incontri di osservazione del piccolo, in un setting appositamente predisposto per la fascia d’età, preceduto da dei colloqui con i genitori, per poi darvi una restituzione di quanto osservato. Niente di traumatizzante per il bambino, che va a giocare semplicemente in un posto per lui nuovo e per voi genitori potrebbe essere un rassicurante “ho fatto tutto quello che potevo” senza tenervi dubbi o preoccupazioni alcune, né reali né indotte da altri. Un abbraccio