Dott.ssa Maria Ferraro Bianchi

Dott.ssa Maria Ferraro Bianchi

Psicologa, Psicoterapeuta

Figlio volgare e violento

Buongiorno,
Mio figlio ha 13 anni e da 1 mese ha comportamenti sia violenti che volgari. Insulta i genitori e riesce anche a tentare di imporsi fisicamente.
Non segue più la scuola, ad ogni nostra domanda a riguardo risponde con insulti.
Siamo una Famiglia fortunata, non ci manca nulla, anzi forse si ha fin troppo, io e mia Moglie siamo molto uniti, abbiamo altre 2 bimbe di 11 e di 6, con loro tutto è ok, con i normali sali scendi.
Mio Figlio invece è ingestibile, quasi da provocar paura.
Il momento è duro per il lock-down però è una situazione di tutti, non solo sua, non sappiamo cosa fare.
Vi ringrazio.

Buongiorno papà, lei sta descrivendo un ragazzino che sembra essere entrato nella fase adolescenziale (o pre-adolescenziale, che dir si voglia). Purtroppo questa arriva senza avvisi e non gradualmente, ma a strappi ed improvvisamente. Da un giorno all’altro il vostro tenero bambino…non è più tale: all’improvviso diventa un giovanotto. Si presenta cresciuto, non solo in forza e in altezza, ma anche nel modo di porsi, ragionare, stare al mondo. Sta iniziando i suoi primi passi verso l’autonomia ed il distanziamento da voi genitori. In maniera goffa ed inappropriata, d’altronde è tipico in questa fascia d’età prima agire e poi riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni, nel suo caso usando un linguaggio che non vi è proprio e che non gli avete insegnato. Quello che è sicuro è che vi sta comunicando qualcosa: lui fatica ad esprimerlo e voi a comprenderlo. Attaccandovi e provocando vostro figlio sta controllando l’affidabilità del mondo adulto. Se voi resistete (ad esempio comunicandogli costantemente e con assoluta fermezza che tali atteggiamenti e linguaggio scurrile non sono ammessi nella vostra famiglia) significa che ciò che proponete è valido! È vero anche che la situazione contingente non aiuta: tanto tempo bloccati in casa, senza più contatti sociali, se non mediati da uno schermo, hanno fatto aumentare i disturbi d’ansia e le reazioni di aggressività, anche nei giovanissimi. Io consiglierei a voi e, in separata sede, a vostro figlio (perché all’interno del sistema familiare nessuno può dire “io non c’entro”), dei colloqui con un/una psicoterapeuta di fiducia, che possa in maniera più specifica darvi una mano per comprendere i non detti e per favorire un nuovo interscambio e una nuova reciprocità. Un caro saluto. Maria Ferraro Bianchi