Dott.ssa Maria Grazia Chiappetta

Dott.ssa Maria Grazia Chiappetta

psicologo, psicodiagnosta

Sono sicura di avere il problema schizoide della personalità !

Buongiorno, sono una ragazza di 19 anni e sono piena di problemi. Sono sicura di avere il problema schizoide della personalità, perché ho letto molte diagnosi di psicologi su internet e mi sono riconosciuta completamente, provando un misto di vergogna e di panico, fino a piangerne. È una cosa di cui mi vergogno tantissimo e con cui non riesco davvero a parlarne con nessuno, adesso mi riesce solo perché nascosta dietro a un pc e sotto falso nome; cosa, questa, che so essere una conseguenza di questo disturbo. I miei famigliari non ne sanno nulla, perché non voglio in alcun modo farli preoccupare, in ogni caso non ci crederebbero. Ho un padre dispotico che da piccola mi picchiava,e anche mio fratello più raramente; non ho passato una bella infanzia, già da allora la mia rigida educazione mi distingueva da tutte le altre bambine, che mi deridevano ed io ero sempre da sola. Quando ero molto molto piccola andavo sul cavallo a dondolo parlando da sola. Facevo molta difficoltà a mangiare, problema che ora non ho più; pur essendo lontana dall’anoressia ero davvero molto magra, e pensandoci ora ho capito il perché: nel momento dei pasti pensavo a cose disgustose che mi toglievano l’appetito. La mia prima amica me la feci in terza elementare per volontà delle maestre, che spinsero la più brava della classe a stare un po’ con me e lei non voleva contraddirle suppongo. Ancora adesso ricordo di un sogno che mi terrorizzò a quel tempo: mio padre che mi guarda furioso per qualcosa che non ho fatto o comunque motivi stupidi, mentre io cerco inutilmente di discolparmi. Pur essendo carina non riesco ad avere un ragazzo, appena capiscono di essere ricambiata oppure anche solo il pensiero di avere un fidanzato mi agita fuori dal normale. Ho paura che rimarrò sola per tutta la mia vita. So tramite mia sorella che i miei si stanno preoccupando. Tutta questa serie di problemi fa si che io non mi senta mai integrata fra tutti gli altri perché troppo diversa da loro. Non ho amici ma mi piacerebbe tanto averne. A volte penso per consolarmi che gli adolescenti sono per definizione la personificazione per eccellenza dei problemi , ma nel profondo so che i miei problemi sono più gravi di quelli comuni di tutti gli altri. Penso molto spesso di suicidarmi ed ho già anche deciso come, e sono abbastanza sicura che la mia vita finirà in questo modo. Vorrei poter andare da uno psicanalista pur essendo consapevole della spesa che significherebbe per la mia famiglia, ma mia mamma non vuole sentire ragioni ed è irremovibile. Non sopporta questa categoria in quanto, a dire suo, lucrano sui problemi degli altri, senza risolverli. Dei miei problemi posso benissimo parlarne con un sacerdote, è più utile. Sono molto arrabbiata con lei per questo ma alla fine penso che lei non sa tutta la verità su di me, per questo prende la questione così sul leggero. Forse pensa che io con uno psicologo parlerei di stupidi problemi di cuore, come un amore non ricambiato, oppure di amiche o che ne so. Non ho intenzione di dirle la verità perché mi vergognerei fino a morirne, per cui c’è un modo con cui da sola potrei liberarmi dai miei problemi?

Gentile “Giulia”,

leggendo quanto da lei scritto mi è tornata in mente una frase di un noto psicoterapeuta, C. A. Whitaker: "Ogni qualvolta si tenta di etichettare qualcuno, la persona scompare e si ha a che fare con le proprie fantasie."

Personalmente, ritengo sia molto rischioso attribuire etichette diagnostiche soprattutto quando si tratta di diagnosi “fai da te”! E' troppo riduttivo racchiudere tutta la bellezza e la complessità di una persona dentro “un'etichetta”, soprattutto quando si parla di una carina diciannovenne!

Capisco il suo desiderio di dare un nome al suo malessere, ma fossi in lei punterei piuttosto sul quel desiderio che si legge tra le righe di star bene, di essere felice. Deve essere questa la forza motore per affrontare i suoi familiari e per far capire loro l'importanza di rivolgersi ad un professionista serio e competente. Anche la sua madre commette l'errore di etichettare la categoria degli psicologi (professionisti che dopo 5 anni di studi universitari, svolgono un tirocinio post-lauream, superano gli Esami di Stato, si iscrivono all'Albo Professionale e spesso conseguono, dopo altri 4/5 anni di studio la specializzazione in psicoterapia!). Purtroppo circolano ancora troppi pregiudizi e stereotipi intorno alla figura dello psicologo che limitano la possibilità di chiedere aiuto quando ce ne sarebbe bisogno. Al corpo è concesso di ammalarsi e curarsi, alla mente NO! Come scrive anche lei è una cosa di cui vergognarsi! Ma perché? Eppure, purtroppo, non esiste malattia fisica che non influenzi il benessere psico-emotivo della persona. Cerchi un dialogo con i suoi... ormai è una giovane adulta ed è opportuno trovare il coraggio di confrontarsi con loro da tale. Questo sì che è in suo potere!!!

Cordiali saluti