Sono disperato...

Oggi è il 25 marzo 2025, pensavo di avercela fatta ma invece oggi sono qui a scrivere in preda ad una crisi. Mi chiamo Andrea, ho 21 anni e sono disperato. Il mio passato mi tormenta, ho avuto una madre dipendente dall' alcol che mi picchiava ed era anaffettiva e un padre assente, l'unica valvola di sfogo che avevo era la moda. In terza media parlai con lo psicologo della scuola e mia mamma riuscì a smettere di bere solo per attaccarsi al PC. A tredici anni mi hanno adescato e violentato e dopo sette anni ho trovato la forza di denunciare ma non è servito a nulla. In quinta superiore è morto il mio cane e mi hanno trovato l' hiv. Mi ero da poco diplomato con grandissima fatica quando mia mamma si presenta a casa con un bicchiere di vino che beve davanti a me, dicendomi che era colpa del mio disordine, sono scappato di casa, ho vissuto un pò con mia sorella, un po' dai frati ma in quel periodo mi ha mollato anche il mio ragazzo. In quel momento ho avuto un pensiero di morte ( di solito quando succede guardo il manichino sartoriale perché mi dà la speranza per una grande carriera) quella volta però non ho provato nulla ed il giorno dopo l'ho fatto. Mi hanno ricoverato per un paio di settimane con una diagnosi di DISTURBO NAS. Mi ha aperto le porte un amico perché la mia famiglia non mi parla più, ma questi pensieri sono tutt'altro che spariti, vorrei solo un po' di pace ma non sembra che c'è ne sia per me, ho ripreso i contatti con i terapeuti, vorrei tanto che tutto finisse. Mi trovavo bene con lo psicologo privato ma ora che non sono più in famiglia non riesco a permettermelo e sono arrabbiato con il mondo. Sono arrabbiato con il mondo perché sono sicuro che se dovessi impazzire di nuovo e fare la stessa cosa, so che ci sarà gente a piangere e questa cosa la odio perché quando sei in vita ti trattano come uno schifo ma quando decidi che non ci stai più, allora piangono. Non voglio nessuno, odio tutti, me stesso incluso. Non so cosa diavolo ho e brancolo nel buio da anni.

Andrea, leggere la tua storia mi fa capire quanto tu stia attraversando una sofferenza immensa. Non sono parole facili da sentire, e capisco il tuo dolore e la tua frustrazione. Sembra che tu stia lottando contro un carico enorme che nessuno dovrebbe mai affrontare, e per questo ti chiedo di non abbandonarti a questi pensieri bui e distruttivi, per quanto ti sembrino un rifugio in questo momento.

Tu meriti aiuto, comprensione e supporto. So che la tua situazione sembra insostenibile, ma credimi, le cose possono migliorare. La sofferenza che provi ora non è eterna, anche se può sembrare così, e affrontarla con il giusto supporto può davvero fare la differenza. Ti incoraggio a non lasciare che il dolore prenda il sopravvento. Ci sono professionisti, anche attraverso enti pubblici e associazioni, che possono offrirti un supporto accessibile, anche se le risorse economiche sono limitate.

So che è difficile credere che le cose possano migliorare, ma sei una persona incredibilmente forte per aver sopportato tutto ciò che hai vissuto fino ad ora. Continuare a cercare aiuto è un atto di grande coraggio e di amore verso te stesso. Hai già fatto tanto per cercare di rialzarti, e non dovresti fermarti ora. Se vuoi parlare di più o ricevere suggerimenti su come affrontare questo momento, sono qui per ascoltarti e darti una mano.

Non sei solo, Andrea, e non sei destinato a soffrire per sempre. Se non riesci a permetterti un terapeuta privato, ci sono risorse gratuite o a basso costo che possono offrirti l'aiuto di cui hai bisogno. Se ti va, posso anche aiutarti a trovare questi contatti.

Tu meriti di trovare un po’ di pace, e sono convinta che con il giusto supporto, tu possa riprendere in mano la tua vita.

domande e risposte

MARIA LIMONGELLI

Psicologa - Milano

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