Dott.ssa Maria Pina Famiglietti

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Dott.ssa Maria Pina Famiglietti

Psicologa, Psicoterapeuta psicoanalitica, Sessuologa Clinica

Sull'emergenza Coronavirus

Sull’emergenza Coronavirus

Questo articolo ha come obiettivo quello di sostenere le persone in questo momento fortemente stressante, di dare delle indicazioni che potrebbero essere utili, ma anche di mettere in evidenza una possibilità evolutiva di questa emergenza, cercare di cogliere, in questo evento fuori dal comune, spunti di riflessione.

Per farlo utilizzerò una metafora.“Esiste la possibilità di costruire nuovi e più solidi argini dopo ogni piena”

L’emergenza sanitaria che stiamo affrontando può essere rappresentata come una piena di emozioni entrata nella vita quotidiana di tutti noi. Paura, rabbia, senso di impotenza, frustrazione, angoscia, sorpresa, incertezza, la ricerca di rassicurazioni e indicazioni su cosa fare per salvarsi, la sensazione di non avere abbastanza risorse/argini abbastanza solidi per fronteggiare tutte queste emozioni in campo.

Dato tale portato emotivo, è importante definire il problema con una visione quanto più oggettiva possibile. La paura è un’emozione utile, forte, permette di prevenire ed evitare i pericoli ma funziona bene se è proporzionata ad essi. Tanta paura e poca paura sono entrambi inefficaci. Dunque definire bene il pericolo ci aiuta ad affrontarlo meglio, a mettere in gioco la giusta dose di paura.

Inoltre, di fatto, si sta verificando una totale rottura degli schemi e delle abitudini. La maggior parte della gente abituata a svolgere gran parte della vita quotidiana fuori casa, si è ritrovata a dover spostare lavoro e scuola entro le mure domestiche, condividendo gli spazi con tutti i componenti della famiglia. Seppure questa conseguenza delle misure contenitive possa essere colta per molte famiglie come l’occasione di stare più tempo insieme, in alcuni casi e in alcuni momenti, è essa stessa una situazione destabilizzante. Anche questo aspetto è un cambiamento da non sottovalutare e che può essere fonte di stress. Cambiare la propria quotidianità comporta per tutti un relativo disagio.


Preso atto del forte impatto emotivo, come possiamo salvaguardare il nostro equilibrio emotivo in questo momento?

Innanzitutto bisogna rispettare le regole di contenimento dell’emergenza che ormai tutti noi conosciamo.

Informarsi da fonti istituzionali e limitarne il tempo. Attualmente siamo inondati da notizie più o meno vere, su più canali comunicativi, con utilizzo di un linguaggio che è spesso ansiogeno.

L’eccesso di informazioni rischia di alterare la nostra percezione del pericolo, rendendo il tema sempre attivo nella nostra mente, esaurendo le nostre risorse emotive e cognitive per pensare ad altro. La vita non si ferma nell’emergenza, è importante preservare, nei limiti del possibile, la propria quotidiana normalità.

Tra le informazioni che andrebbero limitate ci sono quei contenuti, soprattutto nei canali social, in cui le persone si sfogano attivando in noi le emozioni negative come rabbia e frustrazione. Tutto questo in un momento di iperattivazione emotiva non aiuta, piuttosto potrebbe aiutare la ricerca di contenuti di informazioni che possano tranquillizzare e fornire suggerimenti utili ad affrontare al meglio la situazione.

In questo momento è importante fare attenzione alle proprie risorse emotive, cercare di salvaguardarle, nutrendole, dedicandosi alle attività che più ci piacciono: la lettura, l’ascolto della musica, la visione di films, della tv, la pittura, la cucina, la scrittura. Per quelle attività che solitamente non sono fatte a casa si può optare per la rivisitazione domestica mediante il web.

L’ isolamento può permettere di scoprire nuove attività creative che si possono fare a casa, magari con tutti i componenti della famiglia oppure negli spazi individuali che ci si riesce a ritagliare.


Infine, altro aspetto fondamentale, è quello di preservare i contatti interpersonali con le modalità virtuali, eventualmente intensificandoli per contenere il senso di solitudine. Penso soprattutto alle persone che vivono sole. La vicinanza virtuale non è come quella fisica, tuttavia crea e mantiene il legame con l’altro, ci si può guardare, ascoltare, avvicinarsi con le parole.


Passo alla riflessione evolutiva che vorrei proporvi su questa emergenza.

Riprendo la metafora: “si possono costruire nuovi e più solidi argini dopo ogni piena” Ho definito l’impatto emotivo di questa emergenza sanitaria come una piena, un troppo che non sempre può essere contenuto dagli argini che abbiamo in questo specifico momento.

Per argini intendo le risorse, la nostra capacità di adattarci, di gestire gli eventi della vita con una coloritura emotiva diversa per tutti.

La nostra capacità di adattamento, la resilienza, lavora sempre, senza mostrarsi troppo fino a quando non è a messa dura prova e bisogna modificarla dove ha mostrato le sue crepe...

Ecco, credo che l’emergenza emotiva del Coronavirus possa essere l’occasione per fermarsi ad osservare, conoscere meglio le proprie risorse, comprendere cosa in futuro potrebbe essere di maggior aiuto nell’affrontare per ognuno di noi, in diverso modo - perché ogni soggetto ha il proprio modo- una situazione stressogena. Prendere consapevolezza dei propri argini emotivi comportandone magari un rafforzamento, una ricostruzione in termini migliorativi. Si potrebbero aprire nuovi scenari, nuove possibilità nell'equilibrio soggettivo di un persona, magari più autentici.

La riflessione che tenevo a proporvi è proprio questa, quella di vedere in questa esperienza al limite, la possibilità di una osservazione di sé, di una rivisitazione, di una ricostruzione qualora se ne sentisse l’esigenza.

Tuttavia se si sente di non avere abbastanza risorse per gestire la situazione, è possibile chiedere aiuto. In questo periodo, sto offrendo una prima consulenza gratuita online o telefonica, per poter rispondere alle richieste psicologiche delle persone.

 

 

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