Dott.ssa Martina Manzoni

Dott.ssa Martina Manzoni

Psicologo, Psicoterapeuta E.M.D.R. , Consulente di parte

Genitori violenti e come gestirli

Buongiorno,

sono una ragazza di 30 anni e vivo da sempre un rapporto conflittuale e a tratti violento con i miei genitori. Sono nata in un ambiente familiare tutto fuorché sereno, i miei litigavano ogni secondo in cui erano insieme e da quello che ho saputo e percepito non sono stata di certo voluta, anzi.

Mio padre, per me da sempre assente, lavorava mattina e pomeriggio nella sua bottega, e l'unico suo ricavato, purtroppo, erano debiti e fallimenti. Mia madre d'altro canto ha fatto la casalinga fino ai miei 15 anni, si è laureata dopo tante fatiche e due figli, per poi finire a fare quello che di sicuro non era il lavoro della sua vita.

Tutto ciò si è tradotto in continue offese e abusi nei miei confronti, minacce, ricatti, paragoni con i miei cugini, "se continui così sarai sola e una fallita come quella parente lontana..", "sei una delusione", "mi vergogno di te", "mi vergogno di quello che pensano i vicini", "sei stupida", "ho fallito il mio compito di mamma" ecc ecc, per non parlare di quando mia mamma continua a sminuirmi davanti a parenti/amici che mi fanno complimenti o scopro che parla male di me con gli estranei. Mai fatto niente per meritarmi tutto questo, o comunque niente di importante, è tutto scatenato da cose futili o loro impressioni. Io in questi anni ho fatto di tutto per realizzarmi personalmente e professionalmente e renderli orgogliosi di me. Sono stata sempre una figlia e un'alunna modello, riservata e discreta, ricevendo continui elogi a scuola e a lavoro per i miei risultati, le mie competenze e il mio carattere. La situazione in casa è peggiorata quando all'università mi sono lasciata sopraffare da mia madre e da una delusione amorosa, ho perso due anni di studio, scatenando la "furia" dei miei.

Ho preso la prima laurea e ho iniziato a lavorare duramente, nel frattempo ho iniziato di nuovo a studiare e mi sono laureata per la seconda volta. Non mi sento mai abbastanza. In amore ho avuto due storie tormentate, giustamente, e finalmente da più di un anno ho trovato un ragazzo d'oro, ma ovviamente anche lui non piace ai miei genitori. Ho un fratello, da me tanto desiderato, che purtroppo crescendo in tale ambiente ha sviluppato un carattere troppo chiuso ed introverso, per cui ha rapporti molto limitati con me e i miei. Sto cercando di mettere quanti più soldi da parte per poter finalmente andare a vivere sola, perché al momento dipendo ancora da loro. Per me i miei genitori sono sempre stati i miei nonni materni, venuti a mancare un anno fa, con cui purtroppo non ho mai potuto confidarmi al 100% per ovvie motivazioni.

Come gestire questo tipo di rapporti?

Col tempo ho imparato a "stare bene" limitando gli scontri e alcuni discorsi e passando molto tempo fuori casa. Si può andare avanti così per sempre?

Anche passare una domenica fuori con gli amici è motivo di ricatti, poiché preferisco stare con gli estranei anziché con loro e poiché li "lascio soli a pranzo". Ovviamente mio fratello ha un trattamento privilegiato, in tutto e per tutto, nonostante non abbia dato loro chissà quali soddisfazioni, anzi spesso ha comportamenti bruschi e irrispettosi, facendoli anche preoccupare inutilmente più del dovuto solo perché magari non ha voglia di rispondere alle loro telefonate. Non sono assolutamente gelosa di questo, gli voglio un bene dell'anima, ma ne soffro.

Aiutatemi

Gentile Sofia,

Dalla descrizione la sua vita sembra costellata da quelli che vengono chiamati traumi relazionali o d’attaccamento. Le continue svalutazioni e offese da parte dei suoi genitori e di sua madre devono averle causato molta sofferenza. Capita molto spesso in ambienti familiari poco accudenti e maltrattanti che i bambini sviluppino strategie difensive differenti: alcuni diventano iper-responsabilizzati e prestanti, cercano di essere bravi, non dare problemi e anzi accudire loro le figure genitoriali per “conquistare il loro amore”. Altri bambini invece si arrabbiano, distruggono, diventano aggressivi, soffocano completamente le loro emozioni perché troppo dolorose, ed evitano le relazioni. Questi bambini, diventati adulti, metteranno in atto strategie simili anche nelle relazioni, non solo con i genitori, ma anche con i partner. Mi chiedo se oltre agli aspetti economici ci siano altre motivazioni più o meno inconsapevoli che la tengono ancora così vicina alla sua famiglia d’origine. Allontanarsi non significa smettere di voler loro del bene, perché nonostante tutto, come per ogni essere umano, i genitori resteranno sempre tali, ma significa iniziare a proteggersi. Le consiglio vivamente di guardare insieme ad un terapeuta l’impatto che il clima familiare svalutante e le parole denigratorie dei suoi genitori possono aver avuto su di lei e sulla sua vita. L’EMDR è una tecnica d’elezione per il trattamento dei traumi (sia episodi singoli come incidenti, sia traumi relazionali) che potrebbe aiutarla sia nel processo di distaccamento dal suo nucleo familiare, sia nei rapporti interpersonali. Non so quale sia la sua zona, ma trova tutti i riferimenti sul sito EMDR Italia. Qualora desiderasse avere maggiori informazioni non esiti a contattarmi Io ricevo a Lecco, Bergamo, Milano.