Dott.ssa Marzia Mazzavillani

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Dott.ssa Marzia Mazzavillani

Psicologa Clinica terapeuta Voice Dialogue e Dreamwork

Mio figlio ha deciso di escludermi dalla sua vita

Sono una madre di un figlio 27enne, laureato che, per sua scelta, vive e lavora in Olanda da circa tre anni con grandi soddisfazioni professionali. Da un anno convive con una ragazza e sembra molto soddisfatto del rapporto che ha con lei. Cinque anni fa, purtroppo, ha perso il padre in pochi mesi per una neoplasia incurabile e, nonostante fossimo già divorziati, ho assistito e accudito il mio ex marito fino all'ultimo respiro con dedizione e amore, mettendo da parte tutto per poter aiutare lui (e di conseguenza mio figlio), in quei terribili mesi. Chiunque legga può immaginare lo strazio di un evento così devastante ed improvviso, soprattutto per mio figlio ancora molto giovane e molto legato al padre. Durante la malattia (in pieno Covid) e nei due anni successivi i rapporti fra me e mio figlio che- dalla separazione avvenuta 5 anni prima, non erano stati dei migliori - sembravano finalmente essersi rinsaldati. Sono arrivata a pensare che se da una parte avevamo perso, dall'altra avevamo recuperato un rapporto, almeno per me, vitale. Purtroppo col tempo lui è diventato sempre più esigente, distante e prepotente nei mie confronti soprattutto quando rientra a casa (1 o 2 volte all'anno, per fortuna!). Forse, sbagliando, gli faccio trovare sempre tutto pronto...,la sua stanza, il frigo pieno, la mia auto a disposizione per uscire con gli amici, la "lavanderia" in funzione 24/7. Onestamente non mi è mai pesato, visto il poco tempo della sua permanenza in Italia che, tuttavia, dedica al 90% (dopo il lavoro in SW) agli amici di vecchia data. Un mese fa c'è stata una discussione di carattere diciamo "economico" (via chat) relativa a spese che dobbiamo sostenere per la casa che abbiamo in comproprietà al 50%. Nonostante che alla fine abbiamo trovato la soluzione, lui ha cambiato totalmente modo di rapportarsi a me, tanto che per la prima volta nella sua vita non mi ha fatto gli auguri di compleanno. Il giorno successivo gli ho mandato un messaggio chiedendo di poter parlare per risolvere la "questione casa" dato che qualche volta aveva espresso la volontà di venderla o di cedermi la sua quota. Quindi ci siamo sentiti, si è scusato, ha detto semplicemente di essersi dimenticato del mio compleanno; affermazione alla quale non ho creduto poichè..1.non gli è mai accaduto; 2. perchè nemmeno lontanamente ha manifestato la volontà di "rimediare", magari con un regalo, anche piccolo, cosa che invece ha sempre fatto sin dalla più tenera età. Purtroppo non sono in condizioni economiche di rilevare la sua quota di comproprietà della casa comune, ma ho deciso che non sono più disposta ad essere trattata come "colf" o forse anche peggio, cominciando, ad esempio a non dargli più la mia auto, a fargli trovare il frigo vuoto e la sua stanza dea preparare.. Vero è che non si può imporre di "amare", ma credo che un genitore che per di più mai ha fatto mancare nulla al proprio figlio soprattutto in termini affettivi, di vicinanza, di comprensione e di ascolto, di presenza, meriti almeno rispetto (non mi spingo ad aggiungere onore, perchè mi pare troppo, nel caso in specie). Accetto critiche, consigli, suggerimenti e ringrazio sin d'ora per avermi letta.

Buonasera Rosita, come madre capisco quanto possa essere doloroso sentirsi messi da parte da un figlio, soprattutto dopo anni di dedizione, presenza e amore incondizionato, ma come professionista ti dico che è importante per te ora difendere il tuo bisogno di legittimo di rispetto ed il tuo ruolo.

La tua scelta di non voler più assumere una condizione di “servizio” è comprensibile e sana: porre confiniprecisi non è un atto di rottura, ma di cura che devi dare a te stessa, perchè hai il diritto di sentirti trattata con rispetto, soprattutto in una relazione che dovrebbe essere reciproca.
È possibile che tuo figlio, oggi adulto e lontano, stia cercando inconsciamente di differenziarsi o di emanciparsi attraverso queste modalità (dure), che sono forse difensive e un po' immature, ma questo non giustifica la mancanza di un riconoscimento né la suafreddezza affettiva.

Non si può costringere nessuno ad amare, ma è lecito aspettarsi che un legame familiare si fondi almeno su attenzione e gratitudine minima.

io ti consiglio di continuare a proteggere il tuo spazio interiore, mantenendo fermezza e gentilezza, e se lui vorrà tornare a un rapporto più autentico, saprà dove trovarti.

Se vuoi, possiamo riflettere insieme anche su modalità comunicative efficaci per esprimere il tuo dolore senza colpevolizzare, aprendo una possibilità di dialogo più profondo. Resto a disposizione. Un caro saluto 
Dott.ssa Marzia Mazzavillani

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Psicologa Clinica terapeuta Voice Dialogue e Dreamwork - Forlì-Cesena

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