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Dott. Matteo Piccioni

Psicologo/specializzando in Psicoterapia

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Ho fatto tutto il possibile

Mi chiamo Marco, ho quasi 42 anni - fra 6 giorni sarà il mio compleanno - e .. e non lo so. Sono stato abbandonato da bambino e ho passato quasi 20 anni senza un amico, completamente solo. Ultimamente le cose sono peggiorate. Mi sono innamorato - è successo solo un altra volta - e il senso di impotenza di fronte ad un ennesimo abbandono, mi sovrasta. Sento come se la mia anima sia divisa in pezzi e che tutti quei pezzi facciano parte di un immenso universo di piccole caverne di platone da cui non riesco ad uscire. Non ho paura della morte: ho paura di soffrire. Ho paura della felicità, che ho sfiorato due volte e che ho pagato così tanto cara. Non voglio chiedere cosa dovrei fare, è inutile. Tantomeno, come dovrei sentirmi, .. sono solo un pò di parole su un libro che avete letto qualche tempo fa. Non so nemmeno perchè sto scrivendo quì, probabilmente, per l'idea forse sciocca di un sollievo da questa solitudine emotiva. Ha ragione Woody Allen: la vita è una cosa sinistra. Per essere felici, dobbiamo mentire a noi stessi.

Gentile Marco,

La storia che ha condiviso rivela un viaggio personale molto difficile e intensamente emotivo. L'esperienza dell'abbandono, specialmente durante l'infanzia, può lasciare cicatrici profonde che influenzano le relazioni e l'autostima. Il dolore dell'innamoramento seguito da un'altra perdita può certamente riaprire quelle vecchie ferite e lasciare una sensazione di frammentazione interiore, come lei descrive così vividamente.

La paura della sofferenza e della felicità che lei esprime è una riflessione profonda sulla sua esperienza di vita. La felicità, quando è stata così difficile da raggiungere e così dolorosamente perduta, può sembrare tanto più effimera e insidiosa. Tuttavia, la sua capacità di articolare questi sentimenti indica una consapevolezza di sé e una profondità emotiva che possono essere fonti di forza.

Il fatto che lei abbia scelto di condividere questi pensieri indica un desiderio di connessione e forse di comprensione. Anche se potrebbe non cercare consigli o risposte, il solo atto di esprimere ciò che si prova può essere un passo verso un qualche tipo di sollievo. Le parole possono essere più di semplici segni su una pagina; possono essere ponti verso l'empatia e la comprensione.

La citazione di Woody Allen che lei riporta suggerisce una visione della vita che può essere condivisa da molti, ma non è l'unica prospettiva possibile. Anche se la vita può presentare sfide sinistre, ci sono molti che trovano autenticità e significato nei loro vissuti, anche nei momenti più bui.

Marco, lei non è solo parole su una pagina, ma una persona che ha vissuto e sentito profondamente. La sua storia merita di essere ascoltata e la sua ricerca di sollievo dalla solitudine emotiva è legittima e importante. Se mai volesse esplorare ulteriormente questi sentimenti con qualcuno, ci sono professionisti e comunità che possono offrire supporto e compagnia lungo il cammino.

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