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Dott. Matteo Piccioni

Psicologo/specializzando in Psicoterapia

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Ansia-stress e nervoso per il lavoro

Buongiorno, purtroppo mi trovo in una situazione per me spiacevole, e non so come fare. Lavoro da 4 anni in una cucina. Mi sono affezionata a questo posto e ci lavoro quasi come se fosse il mio. Da circa 2anni sono iniziati i primi problemi.. disorganizzazione, turni massacranti..E per necessità io mi sono sempre sacrificata, venendo in contro in ogni modo alle esigenze del locale. Forse per il mio senso del dovere, non so. Infatti tutti poi se ne sono approfittati, ignorando i miei tentativi di imputarmi affinché capissero che avessi anche una vita e una casa da mantenere al di fuori del lavoro. A un certo punto, iniziano a non darci lo stipendio nei giorni stabiliti. E se ci arrivava, non arrivava mai per intero, ma la somma che il datore di lavoro decideva di darti “come anticipo ”peccato che poi per il saldo nonostante le pressioni da parte mia, arrivava sempre dopo parecchi giorni. Creandomi enormi disagi. Ho provato a parlarne per trovare una soluzione, che se ci fossero stati problemi, io ancora una volta sarei andata in contro a loro bastava saperlo, ma ovviamente fui soltanto presa in giro. I turni erano composti da 3 persone, ma quando toccava a me mi ritrovavo sempre da sola, perché tanto io “sono veloce” e quindi devo passare i servizi ad ammazzarmi piuttosto che lavorare in serenità. Poi, mi dicono che nonostante lavorassimo, questa azienda ha un grosso debito e che dovevamo sacrificarci ulteriormente. A distanza di quasi un anno, per le tensioni, e per tutti i problemi all’interno del locale. Sono arrivata ad avere gastrite nervosa, attacchi di panico, pianti, non dormo la notte, ogni volta che entro lì dentro mi sento una morsa alla gola, mi faccio il servizio con l’ansia ed esco che sono sempre nervosa, quasi mi si arrotolasse lo stomaco. Ci sono sempre problemi su problemi, il clima è uno schifo i miei colleghi anche. Sono arrivata al punto di andare lì e non parlare con nessuno, chiudermi nel mio lavoro e pregare che il turno finisca in fretta. Ho deciso di licenziarmi, con tanta sofferenza, ma ho deciso che per il mio bene è giunta l’ora di cambiare ma il mio datore di lavoro sta insistendo molto affinché io rimanga, e mi mette a disagio nonostante sono ferma nella mia decisione. Adesso sono a casa, in malattia perché tra tutto sono rimasta bloccata con la schiena, e l’idea di dover tornare lì dentro per gli ultimi 15 giorni mi terrorizza. Non ci vorrei proprio più mettere piede. Se ci penso sto male, come posso fare

Gentile Martina,

La situazione che descrive sembra davvero impegnativa e comprendo quanto possa essere difficile affrontare tali circostanze. La sua dedizione e il duro lavoro dimostrati nel corso degli anni in questo ambiente di lavoro sono ammirevoli, ma è altrettanto importante riconoscere l'importanza del proprio benessere fisico e mentale.

La decisione di licenziarsi, pur essendo sofferta, appare come una scelta matura e consapevole verso il cercare un ambiente di lavoro più sano e rispettoso delle sue esigenze personali e professionali. È naturale sentirsi in conflitto, soprattutto quando si è investito tanto di sé in un posto, ma la salute e il benessere dovrebbero avere la priorità.

Interagire con un esperto legale o un consulente del lavoro può fornire una comprensione approfondita dei propri diritti, aprendo la possibilità di trovare vie legali che consentano di evitare il ritorno in un contesto lavorativo dannoso. In parallelo, comunicare in maniera ufficiale con il datore di lavoro, esponendo le ragioni della propria decisione e le condizioni di salute correlate allo stress lavorativo, potrebbe aiutare a creare un dialogo costruttivo per una conclusione anticipata del rapporto di lavoro.

Affrontare questi passaggi, insieme al supporto di un medico che possa attestare le condizioni di salute, consente di gestire la situazione con maggiore serenità. Durante questo periodo, il sostegno emotivo di persone di fiducia può fare una grande differenza nel sentirsi compresi e meno soli.

È importante ricordarsi che prendersi cura di sé non è un segno di debolezza, ma di grande forza. La decisione di allontanarsi da un ambiente tossico e di cercare un contesto lavorativo più sano è un passo coraggioso verso il prendersi cura del proprio benessere.

Ricordi che le sue emozioni e le sue esperienze sono valide, e prendersi il tempo di ascoltarsi e di fare ciò che è meglio per sé è il primo passo verso la guarigione e il ritrovamento della serenità. Le auguro di trovare presto un percorso che la porti verso un futuro lavorativo e personale più felice e soddisfacente.

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