Dott. Maurizio Palomba

Dott. Maurizio Palomba

Psicologo, Psicoterapeuta

Mia figlia non ama più il suo compagno

Sono Nella e vi scrivo per esporvi un problema che riguarda mia figlia. Ebbene Claudia, mia figlia, ha 24 anni e studia all'accademia di belle arti, quindi dall'età di 18 anni è andata via per motivi di studio. Da premettere che è una ragazza dal carattere insicuro, influenzabile ed è sempre stata, fin dall'adolescenza, poco incline ad imporsi e farsi valere nei rapporti interpersonali. Da circa due anni ha intrapreso una relazione con un uomo più grande ( 40 anni) che , inizialmente amava pazzamente e che ha sempre ricambiato questo amore. Lui è un uomo serio, io e mio marito l'abbiamo anche conosciuto, che adora mia figlia. Il problema è che Claudia non è più sicura del sentimento che prova per lui, anzi mi ha confessato che non lo ama più. Ha cominciato anche ad essere più distaccata, a trattarlo un po' male, ma questo ha provocato un attaccamento eccessivamente morboso da parte di lui. Lei non riesce proprio a confessargli la verità, il suo cervello pensa una cosa e poi la sua bocca dice tutto il contrario. Ha paura di ferirlo troppo. Non riesce a trovare il coraggio per dirgli la verità. Lei sta male, non riesce a studiare, e mi ha detto che la sua paura è quella di ucciderlo. Evidentemente, ho pensato, lui le ha manifestato la sua volontà di togliersi la vita semmai lo avesse lasciato. Io non so come aiutarla per poter uscire da questa situazione. Confido in un vostro consiglio. Saluti e grazie
Salve Giulia, Mi ha molto colpito la tua domanda in quanto so che cosa sia la diversità, di qualunque genere essa sia. Se è vero che il periodo adolescenza sia da tempo passato a volte ci si accorge, anche a tarda età che essa non passa mai e si rinnova ogni volta che in situazioni sociali siamo “chiamati” a definirci e ad avere una propria identità/personalità. Non mi sembra ti manchino le capacità di autoesplorarti e di ascoltare quelle che sono le tue differenze dagli/lle altre che facilmente trovano un proprio essere se stesse in modo come dire… convenzionale e al passo coi tempi… modaiole! Ma basta questo per sentirsi bene davvero? E’ la globalizzazione dell’essere tutte firmate o di condividere il comune senso della vita sociale piena di impegni estetici e di formalismi? Un ritrovare come cerchi te un proprio IO presuppone, e tu secondo me hai una buona predisposizione a migliorarti psicologicamente, un lavoro intrapsichico teso a definire ciò che voglio dal mondo compresi quali/e amici/che scegliere e frequentare. Altro aspetto che aiuta a definirsi e a centrare se stessi è trovare anche quel coraggio a esprimere e a confrontarsi con chi è diverso da sé, ad aprirsi e a mostrare quella che apparentemente ti può sembrare la tua scomoda diversità o inadeguatezza. Questo modo di dire chi sono anche confrontandosi con l’Altro da sé è un orientamento sia per un auto accettazione di ciò che siamo ora dandosi così la possibilità di definire come vogliamo essere… crescere…. divertirsi… e condividere pienamente e con piacere gli aspetti sociali della vita, specie alla tua giovane età!. Spero tu abbia dei genitori o un ambiente sociale alternativo alle ragazze di cui accenni, con i quali poter esprimere il tuo attuale momento… se questo a volte è carente o per vari motivi assente immagino che scrivendo qui su questo sito tu abbia pensato anche ad una aiuto psicologico orientato maggiormente al benessere e al potenziamento della tua autostima e per questo non credo sia difficile trovare e provare qualche colloquio con un esperto della relazione d’aiuto! Ti ringrazio per avermi ricordato come ero e come sono e nonostante i miei percorsi di crescita e le vari diversificate di vita a volte mi trovo proprio come te, dover ridefinire il mio IO e a cercare adattamenti creativi all'ambiente, mutevole di questa epoca e, a scegliere le soluzioni migliori (social compreso) dove meglio nutrirmi psicologicamente e costruire nuove relazioni più gratificanti…. E la vita forse, è questo continuo cambiamento/adattamento che in una parola spesso noi professionisti della psiche chiamiamo: crescita. Un saluto sincero.