Paura di non essere normale, bassa autostima

Buongiorno a tutti.
Mi chiamo Elisa e sono una ragazza di 22 anni. Frequento l'università, ho degli amici, un fidanzato (che purtroppo non riesco a vedere come tale) e una famiglia che mi vuole bene, seppur i miei genitori si siano separati quando avevo 18 anni.
La mia paura giornaliera è quella di non essere normale..mi ritrovo tutti i giorni ad avere pensieri ossessivi sul mio modo di essere, sui miei comportamenti, sul mio modo di relazionarmi. Cerco ogni giorno online risposte alle mille domande che nascono su di me nella mia testa, arrivando anche a pensare di avere disturbi psicologici, riconoscendomi nei sintomi descritti.
Questi pensieri mi stremano e sono estenuanti e non riesco a fermali finchè non trovo una risposta che però non trovo mai, convincendomi sempre più di avere qualcosa che non va. Proprio per questo durante il giorno mi sento perennemente distratta e distaccata dalla realta e dalle persone che mi circondano..non mi sento effettivamente "presente" nella vita reale.
A volte ho l'impressione di non essere amata, di valere poco e niente, di essere poco considerata dalle persone della mia vita.. spesso ho difficoltà a stare in mezzo alla gente. Quando sono con gli altri apparentemente sembro tranquilla e serena ma in realtà ho continuamente paura di sembrare diversa ai loro occhi, di sembrare poco divertente, di sembrare una persona che parla poco, poco interessante, e che gli altri siano più interessanti e divertenti di me..e mi basta un niente per ferirmi e farmi dubitare di me..uno sguardo strano o una frase che fanno si che quando torni a casa io mi chiuda in me stessa e cominci a entrare in quel vortice di pensieri e ricerche online per capire cosa c'è che non va in me.
Tutto questo mi porta anche difficoltà nello studio perchè non mi permette di concentrarmi. Mi siedo davanti ai libri e anzichè studiare comincio a pensare, pensare,pensare, cercare su intenet per dare risposta ai miei pensieri..fino a che la giornata finisce e mi rendo conto di non aver combinato niente e mi sento delusa da me stessa per il fatto di essermi concentrata sui miei pensieri e non su ciò che devo fare di concreto per il mio futuro, cioè studiare.
Spesso sento la necessità di isolarmi e di stare sola, sia per pensare, sia perchè non ho voglia di parlare con nessuno..perchè ho sempre paura di non saper cosa dire agli altri oppure di dire cose poco interessanti e risultare noiosa.

Mi è capitato di dire frasi sconnesse, balbettare, esitare, perdere il filo del discorso e inoltre da un po di tempo ho difficoltà a guardare negli occhi le persone mentre parlo, ma non mentre le ascolto.
A volte invece mi sembra che tutto questo sia solo una costruzione della mia testa e che in realtà io non abbia niente che non vada..e allora cerco di andare avanti e di riprendere in mano la mia vita,lo studio e le relazioni, normalmente, come se niente fosse..riuscendo ad essere serena, spigliata e più sicura di me. Fino a che non accade nuovamente qualcosa (una critica, un litigio, una frase, un'uscita con gli amici andata male) e allora ricado nuovamente nel mio vortice di pensieri.
So che la mia lettera può sembrare confusa, perchè sono molto confusa anche io sui miei sentimenti e sulle mie emozioni..fondamentalmente perchè non sono più sicura di ciò che provo e che sento. Non so se ciò che provo e che penso sia reale o se sia sempre alterato da questo stato di confusione mentale.
Non ho più fiducia nella mia "mente", non ho più fiducia in me. Non so neanche più chi sono io, cosa pensa Elisa, cosa vuole Elisa e chi è Elisa.
Vorrei sapere come uscire da questa situazione e quale è il primo passo per tornare "normale" e per ricominciare a vivere serenamente e con piena consapevolezza la mia vita. Voglio riprendere in mano la mia vita e non vivere più cosi "passivamente" in balia dei miei pensieri ossessivi e del giudizio altrui.
Ringrazio in anticipo per le vostre risposte.
Saluti

Ps: credo che possa essere rilevante dire che ho sofferto di Ipocondria e attacchi di panico, subito dopo la separazione dei miei genitori e appena iniziata l'università.
Ma posso dire di aver risolto a pieno questo problema attraverso delle sedute psicologiche che mi hanno aiutata molto.

Buongiorno Elisa,

innanzi tutto vorrei dirle che la sua lettera non mi appare confusa anzi, mi sembra molto ben scritta e descrive appieno lo stato della sua mente. Questo mi porta inevitabilmente a riflettere sulla sua condizione psichica, in quanto mi fa pensare che nonostante lo stato confusionale dal quale si sente travolta, riesce a mantenere una lucidità che le permette di descrivere correttamente le sue sensazioni. Sembrerebbe essere un soggetto sano insomma! ;)

Probabilmente la sua confusione si ricollega più ad uno stato emotivo che cognitivo, forse è la stessa confusione che non le fa riconoscere il suo ragazzo come tale, i suoi amici come un ambiente confortevole. Sembrerebbe un problema che ha più a che fare con gli affetti e considerando che nel suo vissuto c'è stata una rottura così forte (la separazione dei suoi genitori) è plausibile pensare che lei abbia perso la bussola sulle questioni relazionali. Tutti noi per poter essere sicuri di ciò che siamo abbiamo necessità di un confronto con l'ambiente esterno, di essere "RI-CONOSCIUTI" dagli altri, altrimenti come lei ben dice, ci viene il dubbio se ciò che pensiamo sia reale o meno. Il funzionamento della sua mente mi sembra alquanto coerente in questo senso. Anche se ha risolto il problema degli attacchi di panico e dell'ipocondria forse la sua mente le sta dicendo che c'è ancora qualcosa di irrisolto dentro di lei che non le permette di "RI-conoscersi" negli altri e che le provoca un forte turbamento.

Il mio consiglio è quello di provare a lavorare non tanto sui suoi pensieri ma sulle sue sensazioni, quelle che provengono dal suo cuore, fuori dal controllo della sua mente e che per questo sono inevitabilmente reali, perchè sono lo specchio di ciò che la rende felice o tormentata. Non le combatta, le accolga piuttosto e crei uno spazio dove potergli dare ascolto. Anche esse sono parte di lei. Può decidere, se vuole, di iniziare un nuovo percorso terapeutico.

Le auguro sentirsi meglio e di sentire meglio gli altri.