Dott. Miro Moretti

Dott. Miro Moretti

Psicologo, Psicoterapeuta

Come trattare l'ansia

Cos’è (la natura dell’ansia)
L’ansia è l’attivazione del nostro organismo rispetto alla percezione di un pericolo. E’ vitale per l’individuo. L’ansia è uno stato molto simile alla paura con la grande differenza che in quest’ultima il pericolo è legato a qualcosa di concreto; nell’ansia i motivi sono interni al soggetto.
Si entra nell’ambito del disturbo d’ansia quando l’attivazione è basata su una valutazione del pericolo catastrofica (irrazionale e irreale) o quando la durata e l’intensità sono ingiustificate rispetto alla vera natura della minaccia.

L’ansia si manifesta a tutti i livelli: emozionale (si prova incertezza, sfiducia, agitazione, paura, impotenza e oppressione ...), fisico (accelerazione del battito cardiaco, la respirazione più affannosa, sudorazione intensa, pallore, stanchezza …), cognitivo (si formulano ipotesi irrazionali sulla natura del suo malessere, negative e irreali…), relazionale (a lavoro, in famiglia, nella vita privata …)..

“Se ci aspettiamo di soffrire diventiamo ansiosi” (Darwin); è esattamente quello che succede alla persona ansiosa, costretto ad essere concentrato su possibili indizi di minaccia presenti nell'ambiente. E’ poi facile che qualcosa di minaccioso venga trovato. Questo scatena la cascata di fenomeni che caratterizzano l’episodio ansioso, durante il quale il soggetto sposta la sua attenzione dall’ipotetico pericolo esterno ai sintomi della stessa ansia (il battito accelerato, la sudorazione, ecc…).

Come nasce (eziologia)
Un primo fattore legato al disturbo d’ansia è quello genetico. Questo però da solo non basta.
Un altro presupposto è che l’ansia si impara. C’è un “educazione all’ansia” che avviene nei contesti di crescita (principalmente in famiglia con i nostri genitori). In questi contesti, quando il soggetto sperimenta vissuti traumatici (questi possono non essere episodi oggettivi), molto spesso reiterati (come lo stile educativo) c’è una buona predisposizione per i disturbi d’ansia. Queste ferite sono “antiche” e non immediatamente consapevoli.

Ci riferiamo a vissuti emotivi subiti dal soggetto. Per rendere il concetto reale ipotizziamo una mamma eccessivamente protettiva; il messaggio implicito che arriva al bambino è che “il mondo è un posto pericoloso e che lui da solo non ce la fa”.

Questo è un terreno fertile per i disturbi d’ansia.
L’inconsapevolezza fa si che la persona che percepisce nell’ambiente qualcosa che richiama il contesto originario sperimenta l’allarme dell’ansia. E’ un collegamento irrazionale e catastrofico rispetto alla situazione attuale, è invece indicativo e significativo di un vissuto passato, antico e inconsapevole. Il soggetto tenta continuamente di controllare o evitare le condizioni nelle quali si può manifestare l’ansia ed è proprio questo che conduce paradossalmente alla perdita del controllo. Nel monitorare le proprie reazioni il soggetto rivolge la propria attenzione all’ascolto dei parametri fisiologici, che si alterano. Questo è il grande tranello dell’ansia: il controllo che induce alla perdita del controllo.

Meccanismi di difesa
I traumi alla base dei disturbi d’ansia sono talmente forti che il soggetto struttura dei meccanismi di difesa. La rimozione è il più diffuso, in cui gli eventi sono talmente insopportabili che vengono allontanati dalla coscienza. La persona non li ricorda. Altro meccanismo è la proiezione, il soggetto attribuisce al contesto le cause delle proprie ansie. Altro ancora, molto diffuso, è la razionalizzazione. Si costruiscono ragioni false ma plausibili.

Come curare un disturbo d’ansia
Curare un disturbo d’ansia è possibile. Il primo passo riguarda la riduzione dei sintomi. Se l’ansia è invalidante con compromissione della vita della persona è utile rivolgersi ad uno psichiatra che valuterà la possibilità di somministrare farmaci, utili nell’emergenza.

Il farmaco ha gli stessi effetti curativi di una psicoterapia con il determinante svantaggio di assuefazione e di non intervenire sulla fonte del disturbo. Il farmaco è utile perché interviene immediatamente ma naturalmente non ha effetto sulle cause. E’ dunque fondamentale per curarsi fare un percorso di psicoterapia per lavorare sulla guarigione e non solo sul tamponamento dei sintomi. Il secondo passo infatti sarà allentare le difese personali a difesa delle ferite profonde e ripararle.

Suggerimenti quotidiani
- Non parlare quotidianamente della propria ansia. Questo significherebbe dedicarle uno spazio mentale sempre maggiore. Parlarne spesso crea sollievo perché fa si che gli altri ci sostengano. Al momento questo crea giovamento ma allo stesso tempo rinforza due messaggi subliminali: che la situazione è grave e che noi da soli non ce la facciamo.

Questo alimenterà la nostra ansia.
- Partire dalla consapevolezza che più mi difendo dall’ansia evitando i contesti che mi angosciano e più la rinforzo.
- Informarsi è il miglior modo per fare da soli. Consapevolizzare significa orientarsi meglio.

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